1 gennaio 2020: in Italia il nuovo anno inizierà, cinematograficamente parlando, con l'uscita di Tolo Tolo, il quinto lungometraggio con protagonista Checco Zalone, il quale questa volta firma anche la regia, dopo essersi precedentemente avvalso dell'aiuto dell'amico Gennaro Nunziante. Un film attesissimo (a questo link potete prenotare i biglietti), che a detta dei più dominerà il periodo delle feste come già accaduto con il precedente Quo vado?, segno della progressiva evoluzione di Checco (inteso qui sia come nome d'arte dell'autore-attore e come appellativo del personaggio cinematografico in tutti e cinque i film) come nuovo dominatore della commedia italica a livello di incassi, in un periodo in cui il cinepanettone e altri capisaldi come Leonardo Pieraccioni o Aldo, Giovanni e Giacomo non riscuotono più i successi di un tempo. Sarà un nuovo record per il comico pugliese? Proviamo a spiegare perché.
Una nuova melodia
Luca Medici, classe 1977 e fieramente pugliese, esordisce nei panni di Checco Zalone (storpiatura dell'espressione dialettale "che cozzalone!") nel 2004, prima nel contesto di iniziative regionali e poi, tramite Zelig, sul piano nazionale. Il pubblico si innamora subito di questa creazione squisitamente "tamarra", con l'improbabile maglietta rosa e un repertorio canoro che mette alla berlina la musica neomelodica partenopea, declinando in chiave comica e sgrammaticata (sulla parziale falsariga di un altro comico di origine pugliese, Diego Abatantuono) argomenti poco musicali come il ciclo mestruale della compagna e il credito del cellulare. Poi, nel 2006, la consacrazione inattesa: in occasione dei Mondiali di calcio, vinti poi dall'Italia, Checco incide la canzone Siamo una squadra fortissimi, una gag per Radio Deejay che, a sorpresa, diventa il tormentone ufficiale dei tifosi. Merito di un testo che combina vero amore per la Nazionale e ironia legata ai luoghi comuni sulla terra di Dante, tra mafia e altre forme di corruzione ("Grande Luciano Moggi, dacci tanti orologi agli arbitri internazionali, se no co' 'u cazz' che vinciamo i Mondiali!"). Questo segna l'inizio di un vero e proprio percorso a base di canzoni varie in programmi di ogni tipo, fuori dalla sfera puramente cabarettistica di Zelig.
La caduta dalle nubi e l'ascesa nelle sale
Arriviamo quindi al 2009, per l'esattezza al 27 novembre, quando esce nelle sale Cado dalle nubi, trasferta di Checco dal palco al cinema, diretto da Gennaro Nunziante. L'alter ego di Medici è ancora attaccato alle origini teatrali e musicali, con una trama parzialmente autobiografica che ruota intorno a un cantante neomelodico pugliese che si trasferisce a Milano per sfondare nel mondo dello spettacolo. Questo primo contatto con gli spettatori cinematografici dà ottimi frutti, con un incasso di 14 milioni di euro, successo che aumenta esponenzialmente con i successivi Che bella giornata (43 milioni) e Sole a catinelle (51 milioni). Merito soprattutto della nuova strategia creativa di Zalone e Nunziante, che pur non accantonando la dimensione canora reinventano Checco, trasformandolo nel nuovo avatar dell'italiano medio. Una formula che funziona non solo da noi, ma anche fuori dai confini nazionali: i film cominciano a circolare all'estero, principalmente tramite festival e rassegne a tema comico, e per la seconda collaborazione del duo ci scappa addirittura il remake spagnolo, uscito nel 2018.
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E ora dove andiamo?
Quo Vado? esce il primo gennaio 2016, e il sentore del potenziale fenomeno c'è già quando la Disney, dopo aver inizialmente posticipato il debutto italiano di Star Wars: Il risveglio della forza al medesimo periodo, lo fa uscire in contemporanea con gli Stati Uniti, prima di Natale, per evitare di essere travolta dall'impeto di Checco. A questo punto la metamorfosi è completa: Zalone racconta i sogni e le disillusioni dell'italiano di oggi, tra inseguimento dell'agognato posto fisso e trasferta all'estero nella speranza di raggiungere il successo professionale che in patria è sempre più effimero. Risultato: 65 milioni di euro al box office nostrano, sfiorando il record assoluto di Avatar, e uscita sistematica in mercati stranieri come la Spagna e la Francia (nel primo paese incassa 2,5 milioni).
E ora sta per arrivare Tolo Tolo che, in base a questa ascesa costante, dovrebbe effettivamente riuscire a battere il film di James Cameron, affrontando il tema dell'immigrazione in chiave deliziosamente ironica già nella canzone che è stata ufficialmente rilasciata in rete: un ibrido ironico di Celentano e Cutugno che raggiunge l'apice con la parodia salviniana "Prima l'italiano". Sarà davvero così, per lo meno al box office? Le premesse ci sono tutte, come hanno immaginato anche potenziali concorrenti come Alessandro Siani e Antonio Albanese, i quali hanno preferito puntare sull'autunno. La conferma, molto probabile, tra pochi giorni.