The Walking Dead: il meglio e il peggio della stagione 5

All'indomani del season finale Conquistare facciamo un piccolo bilancio conclusivo sulla quinta stagione della serie AMC, che, con tanto di spin-off in vista, continua a crescere nella qualità e negli ascolti.

Così come quasi 20 milioni di americani, anche noi spettatori italiani abbiamo potuto assistere ad un finale di stagione forse meno esplosivo di quanti in molti si aspettavano, ma comunque importante per lo sviluppo della serie. L'intera stagione 5 ha voluto concentrarsi soprattutto sulle scelte che i protagonisti devono compiere: fidarsi o no di chi ti offre un rifugio sicuro? Riporre le armi e provare a tornare ad una vita più "normale" o continuare ad essere sempre vigili e pronti al peggio?

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The Walking Dead: Danai Gurira e Chandler Riggs in Strangers
The Walking Dead: Danai Gurira e Chandler Riggs in Strangers

Da questo punto di vista ci sentiamo di dire senza alcun dubbio che The Walking Dead raramente delude, nel senso che quello che ogni scena, ogni episodio rappresenta e le domande e i quesiti morali che si porta appresso e che rimangono in noi spettatori, sono spesso superiori, di gran lunga, all'efficacia del singolo episodio. Ma è anche vero che la serie AMC si porta dietro sempre tante, tantissime critiche, alcune ingiuste altre certamente più motivate.
Con la mente ancora fresca a queste sedici settimane passate insieme a Rick, Dary, Glenn, Maggie e tutti gli altri - e ancora lontanissimi dal loro ritorno il prossimo autunno (ma a fine estate sarà lanciato il nuovo spinoff per ingannare l'attesa) - abbiamo deciso di analizzare la stagione appena conclusa e valutare insieme a voi i pro e contro di una stagione 5 che comunque riteniamo assolutamente positiva e memorabile.

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Cosa ha funzionato

Rick e Tyreese, i due opposti

The Walking Dead: Andrew Lincoln nella prima immagine della 5 stagione
The Walking Dead: Andrew Lincoln nella prima immagine della 5 stagione

Cosa sia diventato The Walking Dead pare ormai chiaro: più che un racconto di sopravvissuti, è un'analisi dell'animo umano e sull'istinto di sopravvivenza, e sul prezzo da pagare se si vuole restare vivi e quindi proteggere se' stessi, la propria famiglia e i propri cari.

Mai come in questa stagione abbiamo potuto osservare il modo differente in cui i tanti personaggi affrontano questo nuovo mondo, questo incubo da cui è impossibile svegliarsi: Rick è certamente il personaggio più carismatico e probabilmente anche quello che crea più empatia, perché in fondo per quanto possa spingersi oltre, per quanto possa diventare anch'egli un uomo disposto a tutto, sappiamo benissimo che il suo interesse è sempre quello di proteggere le persone che ama, di portare avanti il peso di quella leadership che non può permettersi dubbi o esitazioni.
E' il personaggio che tutti probabilmente vorremmo diventare o quantomeno avere al nostro fianco, come alleato si capisce, nel caso di un'apocalisse zombie. E' un (anti)eroe a tutti gli effetti.

The Walking Dead: Chad Coleman nell'episodio Non è finita
The Walking Dead: Chad Coleman nell'episodio Non è finita

C'è però anche l'altro lato della medaglia e ci sono personaggi che non sono fatti per questo mondo senza regole, senza morale, senza rimpianti. Tyreese era certamente uno di questi, e la sua morte è infatti una morte diversa da tutte le altre viste finora nello show, non una morte brutale e violenta, ma quasi dolce. Ed è proprio per questo (e per il modo in cui è scritto e diretto) che l'episodio Non è finita (What Happened and What's Going On, 5x09) a lui dedicato è forse il nostro preferito dell'intera stagione e uno dei più belli della storia dello show.

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La crescita e l'ambiguità di Carol

The Walking Dead: l'attrice Melissa McBride interpreta Carol in Spend
The Walking Dead: l'attrice Melissa McBride interpreta Carol in Spend

Se c'è però un personaggio che in questa quinta stagione ha trovato la definitiva consacrazione è certamente quello di Carol che, così come la sua interprete Melissa McBride, è piano piano uscita dall'ombra a cui sembrava destinata nella primissima stagione ed è invece diventata un vero e proprio leader, quanto Rick, se non addirittura di più. All'inizio della stagione l'abbiamo vista in versione Rambo, nel finale di stagione addirittura fingersi una semplice casalinga indifesa tramando però nell'ombra al fine di conquistare Alexandria. E in più riesce a vendicarsi simbolicamente del marito (da tempo scomparso) violento e liberarsi definitivamente della Carol debole e impaurita.

Se nelle prossimi stagioni abbandonerà questa ambiguità per abbracciare definitivamente la nuova Carol non possiamo saperlo, per il momento non possiamo che apprezzare la facilità con cui passa dal minacciare un bambino di legarlo ad un albero in balia degli zombie all'infornare deliziosi biscotti!

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In Memoriam: Beth, Bob e gli altri

The Walking Dead: Emily Kinney è Beth Greene nell'episodio Il prezzo della salvezza
The Walking Dead: Emily Kinney è Beth Greene nell'episodio Il prezzo della salvezza

Non sarebbe The Walking Dead se non ci fossero delle scomparse importanti tra i protagonisti, e anche in questa stagione non sono certe mancate. Oltre al già citato Tyreese, quella che ha fatto più rumore è stata certamente la morte di Beth, che è arrivata come una sorta di fulmine a ciel sereno al termine di una lunga storyline che l'aveva vista (per la prima volta) protagonista assoluta. Una morte che ha scosso talmente tanto gli spettatori che per la prima volta per questa serie hanno provato addirittura a creare una petizione per far in modo che il personaggio interpretato dalla bella Emily Kinney potesse tornare nello show. Ma la morte di Beth è necessaria proprio perché rappresenta la fine della speranza e di quanto di buono può essere rimasto in questo mondo.

The Walking Dead: Norman Reedus in un'immagine spoilerosa del finale della midseason 5 che ha scatenato le ire dei fan
The Walking Dead: Norman Reedus in un'immagine spoilerosa del finale della midseason 5 che ha scatenato le ire dei fan
The Walking Dead: Tyler James Williams in una scena dell'episodio intitolato Consumed
The Walking Dead: Tyler James Williams in una scena dell'episodio intitolato Consumed

Altre morti significative sono certamente quella di Bob (Lawrence Gilliard Jr.) e Noah (Tyler James Williams), entrambe importanti per quello che rappresentano per il gruppo dei superstiti ma anche per il modo raccapricciante in cui vengono presentate. Bob viene prima morso da uno zombie, poi un gruppo di cannibali gli amputa un piede e se lo mangia ed infine spira tra le braccia dell'amata Sasha cercando di mantenere fino alla fine quell'ottimismo che l'aveva contraddistinto. Anche qui la morte è simbolica ed anche il fatto che sia Tyreese a "finirlo" ha delle ripercussioni ben precise. Noah invece era arrivato da poco nel gruppo e rappresentava non solo la volontà e il sacrificio di Beth ma anche un futuro per la nuova comunità nascente: la sua morte è particolarmente brutale e soprattutto avviene sotto gli occhio di un impotente Glenn, ed avviene per gli errori e la codardia della gente di Alexandria.

La forza del gruppo

The Walking Dead: i protagonisti in una scena dell'episodio intitolato Remember
The Walking Dead: i protagonisti in una scena dell'episodio intitolato Remember

Il fatto che la scomparsa di personaggi comunque minori possano scuotere così tanto è forse l'esempio più significativo dell'importanza del gruppo nella serie. Rick è certamente il vero protagonista, ma è soprattutto quando la "famiglia" è riunita che la serie è al suo meglio. Ed è ancora più interessante vedere come, più che in qualsiasi altra serie, l'inserimento continuo e insistente di nuovi personaggi all'intero del gruppo non snaturi mai lo show, ma anzi riesca a creare dinamiche nuove e interessanti. Anche per questo siamo particolarmente felici di aver finalmente ritrovato Morgan Jones che sarà un'aggiunta certamente importante per la sesta stagione.

Alexandria e i Lupi

The Walking Dead: Tovah Feldshuh nell'episodio intitolato Dimenticare
The Walking Dead: Tovah Feldshuh nell'episodio intitolato Dimenticare

L'arrivo ad Alexandria e l'inserimento del gruppo in una società già ben avviata ha dato i suoi frutti, perché ha permesso di dare una nuova spinta allo show e mostrarci aspetti inediti e interessanti di tanti personaggi. Siamo ovviamente appena all'inizio, le possibilità a questo punto sono infinite e sarà particolarmente interessante vedere come Rick e gli altri sapranno adesso non più semplicemente adattarsi a questa nuova realtà, ma guidarla. In molti sono rimasti delusi dal finale di stagione perché si aspettavano qualcosa di più da questo "scontro" con i neo concittadini e con i famigerati e temuti Wolves, ma è anche vero che proprio grazie a questi due elementi ancora inespressi la sesta stagione potrà contare su delle premesse più forti che mai.

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Cosa non ha funzionato

La minaccia zombie

Nelle prime dichiarazioni post finale lo showrunner Scott M. Gimple ha detto chiaramente che nella prossima stagione non saranno più gli umani la minaccia più grande ma torneranno ad essere i walker, con sequenze sempre più ambiziose, spettacolari e spaventose. Sinceramente ce lo auguriamo perché sebbene i momenti spettacolari e "divertenti" non siano mancati (qualcuno ha detto Daryl che fa fuori tre zombie con una catena?) ormai questi zombie sembrano sempre meno pericolosi, almeno per i membri del nostro gruppo che ormai li fanno fuori come moscerini e possono permettersi anche di rimanere bloccati da orde intere senza per questo farci preoccupare minimamente. Al massimo ci fumiamo anche noi una sigaretta.

The Walking Dead: due walker apparsi nell'episodio Dimenticare
The Walking Dead: due walker apparsi nell'episodio Dimenticare

Terminus

The Walking Dead: Andrew J. West in una scena di Un tetto e quattro mura
The Walking Dead: Andrew J. West in una scena di Un tetto e quattro mura

Non fraintendeteci, non è che volevamo necessariamente lasciare i nostri eroi rinchiusi, imprigionati e inermi per puntate intere, ma nemmeno ci aspettavamo che la questione Terminus (che, ricordiamolo, è stato un vero tormentone per tutta la seconda metà della stagione precedente) fosse trattata in modo così veloce e, diciamolo, anche superficiale.
Per di più non si è nemmeno capito bene cosa gli autori volessero fare con il leader di Terminus, Gareth, visto che avevano iniziato a dargli un minimo di backstory e quindi di profondità, ma poi così com'è cominciato è finito, in un attimo. C'era davvero bisogno di aggiungere quei due minuti di flashback a questo punto? Sappiamo davvero qualcosa di più su di loro, nulla che non potevamo comunque già immaginare da soli?
Tanto l'unica cosa che ricorderemo sarà sempre e solo il loro essere cannibali.

The Walking Dead, stagione 5: un volantino che promuove un'iniziativa 'cannibale'
The Walking Dead, stagione 5: un volantino che promuove un'iniziativa 'cannibale'

Eugene, Abraham e Rosita

The Walking Dead: Josh McDermitt interpreta Eugene in Sabotaggio
The Walking Dead: Josh McDermitt interpreta Eugene in Sabotaggio

Chi scrive proprio non sopporta il personaggio di Eugene, il modo in cui è scritto e il modo in cui è interpretato da Josh McDermitt. Ma anche tralasciando le antipatie personali, c'è comunque da discutere sulla dubbia utilità di questi personaggi che si erano aggiunti al gruppo con un ruolo e uno scopo ben preciso e che invece si sono rivelati un bluff, in tutto e per tutto. Certo, il discorso della speranza che invece poi viene nuovamente distrutta è parte integrante dell'intera stagione, ma anche qui non c'è nulla che non poteva essere comunque detto in altro modo (vedi Beth) così come non sembra esserci alcun reale contributo che possano portare per le nuove e future storyline. Speriamo di essere smentiti e che i tre in questione non diventino solo carne da macello.

Padre Gabriel

The Walking Dead: l'attore Seth Gilliam nell'episodio intitolato Strangers
The Walking Dead: l'attore Seth Gilliam nell'episodio intitolato Strangers

Discorso ancora più spinoso quello di Padre Gabriel, un personaggio potenzialmente molto interessante perché potrebbe introdurre tutto un (nuovo) discorso sulla fede o ampliare quello relativo al senso di colpa e della non violenza. Ma anche qui l'apporto è stato davvero minimo e le cose più interessanti su questi temi sono comunque state affrontate con altri personaggi (vedi Tyreese) relegando quest'altra new entry a volte ad una mera presenza, spesso anche abbandonata a sé stessa. Certo, nell'ultimo episodio comunque contribuisce, nel bene o nel male, al gran finale, ma se il suo massimo contributo deve essere quello di lasciare un cancello aperto tanto valeva inventarsi qualche altra cosa e lasciare il pur bravo Seth Gilliam (non dimentichiamolo, protagonista di serie storiche HBO quali The Wire o Oz) libero di trovarsi qualche ruolo ben più incisivo.

Ambientazione

In questa stagione 5 per la prima volta The Walking Dead ha lasciato la Georgia e si è spostato verso Washington, e più precisamente verso Richmond, Virginia. Ve ne eravate accorti? In cinque anni di show, dal momento in cui si son lasciati alle spalle Atlanta, l'ambientazione (per lo più boschiva) non è mai veramente cambiata, e invece un po' di varietà in più aiuterebbe eccome. Basterebbero forse anche dai cambiamenti climatici più significativi, ed essendosi spostati più a nord, sarebbe certamente lecito aspettarseli per la prossima stagione.

The Walking Dead: i walker in una scena dell'episodio intitolato Spend
The Walking Dead: i walker in una scena dell'episodio intitolato Spend

Di certo comunque potremmo consolarci con lo spinoff Fear the Walking Dead che ci porterà nell'affollata Los Angeles (per di più in pieno periodo di contagio e quindi non più post-apocalittico) e ci farà finalmente vedere qualcosa di diverso in termini di ambientazione. Nella peggiore delle ipotesi, insomma invece di querce e aceri avremo delle palme. Sarebbe comunque un inizio.