La Pietà, il capolavoro di Michelangelo, campeggiava per due volte nel corso dell'episodio 7 di The New Pope, la serie di Paolo Sorrentino che si è appena conclusa con l'episodio 9 (qui la nostra recensione) in onda su Sky Atlantic e NOW Tv. Ora lo abbiamo capito, quell'immagine della Pietà non era solo funzionale alla storia di quell'episodio, senz'altro il più bello della serie di Sorrentino, ma era anche un presagio di quello che sarebbe accaduto nel finale di stagione della serie incentrata su Lenny Belardo e John Brannox. Dopo avervi raccontato, nelle nostre recensioni, settimana dopo settimana, con meno spoiler possibile, tutti gli episodi di The New Pope, è ora arrivato il momento di tirare le somme, e di provare a dare una spiegazione del finale della serie. Si tratta di un finale chiuso, ben definito. Ma, da un lato, si presta - almeno per quanto riguarda il personaggio principale - a molte interpretazioni e teorie. Dall'altro, trattandosi di Sorrentino, niente è mai chiuso del tutto, e tutto potrebbe ancora accadere. Ovviamente, stavolta dovremmo ricorrere per forza a molti spoiler, per cui leggete solamente dopo aver visto l'ultima puntata.
Lenny Belardo e la Pietà
Il bellissimo finale della storia di Lenny Belardo (che poi risulta essere, tecnicamente, un sottofinale, visti gli altri tre o quattro che seguono) è commovente e, di fatto, richiama la conclusione della precedente serie di Paolo Sorrentino di cui era protagonista il papa giovane, The Young Pope, sempre con il volto di Jude Law. Dopo essersi di nuovo palesato al mondo, essere arrivato sul luogo del sequestro a Ventotene, ed averlo sventato, Lenny Belardo appare di nuovo nelle vesti di unico e solo Papa, alla terrazza dell'Angelus. E, dopo essersi riconciliato con il mondo, sceglie di abbracciare tutti i fedeli scendendo in piazza San Pietro. È qui che dopo essere stato sollevato da un'onda di braccia come una rockstar dal suo pubblico dopo aver fatto stage diving, che si spegne, ancora una volta. Forse stavolta serenamente. Ed è qui che le suore lo depongono come il Cristo nella famosa pietà di Michelangelo, in una posa plastica, e allo stesso tempo morbida. Lenny Belardo, il Papa giovane, sembra aver finalmente trovato la Pace.
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Lenny Belardo: santo o impostore?
Ma chi è davvero Lenny Belardo? Se lo era chiesto anche lui, nel suo appassionato, e dolcissimo, Angelus. Dopo aver negato fermamente di essere un santo, di essere risorto, davanti al il dottor Lindegard (Ulrich Thomsen) e alla moglie. Ora è lui stesso a chiedersi, insieme a tutto il suo pubblico, chi sia davvero. "Da quando sono tornato, vi siete posti mille domande. È il Padre o il figlio? È Dio, o lo Spirito Santo? È un uomo, o è Gesù? Si è svegliato o è risorto? È un santo o un impostore? È Cristo o l'Anticristo? È vivo o morto?" "La bellezza di queste domande", dice il Papa con serenità e guardando il cielo stellato, "è che non abbiamo le risposte. Solo Dio ha le risposte". Durante queste parole, un alito di vento gli solleva lievemente la mantella. Quello che ci suggerisce questa scena è che in qualche modo Lenny Belardo sia vicino a Dio. Un Santo, o il figlio di Dio, cioè Cristo stesso? Non è questo che conta, conta che, nella storia immaginata da Sorrentino, nessuno sia più vicino a Dio di lui. Se sia Cristo o meno è un dubbio che rimane. Ma la sua fine ci suggerisce che, proprio come lui, è qualcuno arrivato in Terra per salvarci, per mettere le cose a posto. Se ne va dopo aver pacificato la Chiesa con gli ultimi, aver sventato i fanatismi e affievolito i terrorismi, aver provato a risolvere il problema della sessualità e dell'amore nel clero, e il problema della pedofilia. Si è sacrificato per il bene di qualcun altro. E, proprio come Cristo, riposa nella stessa posizione.
John Brannox, la libertà di essere fragile
Tra i dilemmi che Pio XIII (questo il nome scelto da Lenny Belardo) ha risolto c'è anche quello di John Brannox (John Malkovich) e della sua fragilità. Se morto un papa se ne fa un altro, tornato un Papa, il Papa in carica se ne può andare. "C'è qualcuno che teme il mio ritorno, oltre a lei" dice nel loro primo incontro Belardo a Brannox. Si riferisce al Califfo, il leader dei fondamentalisti islamici. Ma non è questo il punto. Che lo tema o no, per Brannox il ritorno di Belardo è una liberazione. La sua fragilità, il suo essere porcellana, può finalmente essere un valore, venire alla luce senza paura. Giovanni Paolo III (questo il nome da Papa di Brannox) non deve più fingere, non deve farsi forza per fare il leader, non deve "andare in scena" come dice a Gutierrez prima di quello che sarà il suo ultimo, commovente, Angelus. Ora Papa Giovanni Paolo III potrà, finalmente, ritirarsi, essere libero. Essere libero, soprattutto, di non essere all'altezza.
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John Brannox, così umano
Se Papa Pio XIII è forse - anche se non ne abbiamo la certezza - divino, o vicino al divino (non è solo la lettura cristologica del suo sacrificio a suggerirlo, ma anche quella sorta di onniscienza che certamente non è di natura umana), Papa Giovanni Paolo III è umano, che più umano non si può. Non solo nella sua fragilità, ma anche nelle sue pulsioni, che lo portano verso l'amore, l'attrazione per la grazia prima ancora che per la sessualità e la sensualità. Già nell'episodio 2 (qui la nostra recensione), nella quale, non a caso, lo vediamo in abiti borghesi (anzi nobili, visto il suo rango) abbiamo scoperto la sua predilezione per Sofia Dubois (Cécile De France) e abbiamo vissuto, insieme a loro, quello che era un amore impossibile. E che forse, una volta liberato John Brannox dal ritorno dell'altro Papa, non lo è più. "Fate tutti lo stesso errore, quello di innamorarvi" dice il Voiello di Silvio Orlando a Sofia, quando capisce che vuole dare le dimissioni. Il suo arrivo in Inghilterra chiuderà il cerchio. Anzi, lo chiuderà l'Angelus di Pio XIII, quando dirà che la chiesa deve tollerare l'amore possibile per contenere l'amore aberrante.
Sofia, la ricerca della felicità
Per noi che ci siamo innamorati di Sofia già dalla seconda puntata, da quel momento di autoerotismo in cui, per la prima volta, abbiamo visto che aveva un corpo, e un'anima, sotto gli eleganti e austeri tailleur, è stato un sollievo. L'abbiamo vista nella sua sensualità, nel suo essere libera, ma con una persona che libera non la rendeva, il marito/padrone, faccendiere ai piani alti del sistema finanziario del Vaticano. Assicurato lui alla giustizia, nel penultimo episodio, da parte di Sofia non c'erano ostacoli alla felicità. Ce n'era uno, non da poco, nella vita di John. Ma, come avete visto, è superato.
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Ester e le altre donne
In una storia che, molto più che quella di The Young Pope, ha valorizzato il femminile in ogni senso, oltre alla luminosità e alla sensualità della Sofia di Cecile De France, oltre ai movimenti per la parità delle suore (anche questa un'istanza che, come nella finzione, vorremmo che la Chiesa affrontasse nella realtà) abbiamo seguito altre bellissime storie di donne. Quella di Ester (Ludivine Sagnier), quella che più sembrava essere irrisolta ha avuto il suo compimento e sta qui a dirci che sono le persone più fragili e sperdute quelle che si legano ai fanatismi e ai fondamentalismi, e finiscono per pagare i conti più salati. E poi quella di Ewa (Yuliya Snigir), la Madonna Addolorata che viveva nell'ombra del figlio gravemente malato, e, nel montaggio che scorre lungo i titoli di coda, vediamo incinta come una Madonna in attesa del suo bambino, finalmente libera e raggiante. Un altro miracolo del Santo Padre Lenny Belardo? Probabilmente no. È solo amore coniugale, quello tra lei e il marito che abbiamo visto nell'episodio 7 (qui la nostra recensione). Ma la serenità che Pio XIII le ha donato, dopo aver detto ai coniugi che il figlio sarebbe stato in Paradiso, è qualcosa di umano. Ed è anche un piccolo miracolo.
Un terzo Papa per Sorrentino?
Ci sarà un altro "The... Pope"? È possibile oggi pensare a una terza serie che faccia ritornare Paolo Sorrentino in Vaticano? Nell'intervista che abbiamo realizzato in occasione della presentazione della serie lo scorso dicembre a Roma, l'autore ci ha risposto così. "Non lo so... Non voglio dare risposte definitive, come quelli che dicono "non farò mai più un film" e poi lo fanno. Meglio non fare proclami. Se dovessi parlare di domani direi di no, ma in futuro magari sì". Insomma non c'è niente di pianificato, non c'è una voglia immediata di riaprire le porte del Vaticano. Ma di certo c'è una possibilità. Quale potrebbe essere il terzo Papa di Sorrentino? The New Pope ha avuto un'impennata nelle puntate in cui c'era in scena Jude Law. Che, tra l'altro, ha dimostrato una maturità interpretativa unica. Ora, Jude Law sembra aver chiuso la sua parabola (ma se, in coma, è stato comunque presente nelle prime puntate, potrebbe essere sempre presente, ovunque si trovi ora). Anche l'arco narrativo del Brannox di John Malkovich sembra concluso qui. E allora la terza serie potrebbe vedere al centro il nuovo abito talare del Cardinal Voiello di Silvio Orlando. Possibile? L'attore napoletano, in uno dei ruoli migliori della sua carriera, un ruolo che ne apre probabilmente una nuova fase, sarebbe sicuramente all'altezza. Resta da capire se il suo personaggio abbia ancora possibili sviluppi da reggere una nuova serie. Senza contare che stiamo parlando di un antieroe e non di un personaggio carismatico come quelli di Law e Malkovich. L'idea è che l'avventura di Sorrentino in Vaticano si sia chiusa alla perfezione qui, ma chi vivrà vedrà. Come ci dice Pio XIII nel suo Angelus: solo Dio ha le risposte.