The Last Face: Sean Penn e Charlize Theron in amore e in guerra a Cannes

I due divi hanno messo da parte (provvisoriamente) il loro dissidio per presentare l'ultimo film del concorso, un medical drama in zona di guerra.

Schivo e di poche parole, Sean Penn torna a Cannes in veste di regista di The Last Face, pellicola ambientata nell'Africa martoriata dai conflitti. Il film è una storia d'amore che si consuma tra due medici impegnati nel soccorso alle popolazioni colpite dai conflitti. A far discutere, però, più che il contenuto vero e proprio del film sono la cattiva accoglienza da parte della critica e la presenza nel cast di Charlize Theron, con cui Penn ha avuto una lunga relazione sentimentale conclusasi in maniera burrascosa pochi mesi fa. Nonostante si vociferasse che i due ex fidanzati non si parlassero più, a Cannes sembrano quantomeno convivere pacificamente, circondati dagli altri interpreti, Javier Bardem, Jared Harris, Jean Reno e la giovane rivelazione di La vita di Adele, Adèle Exarchopoulos.

The Last Face: il regista Sean Penn e Charlize Theron in una scena del film
The Last Face: il regista Sean Penn e Charlize Theron in una scena del film

Con un cast così ricco a disposizione, Sean Penn spiega i criteri di selezione dei suoi interpreti: "Non mi sono preoccupato che i miei attori fossero più o meno sensibili alle tematiche trattate nel film. La cosa importante era che avessero il talento necessario per raccontare questa storia. Ho cercato di dirigere coloro che mi convincevano e che mi emozionavano di più. Conoscevo questo copione da molto tempo. Quando l'ho ripreso in mano prima di accettare la regia ho pensato al tono da dare al film e mi sono subito venuti in mente Charlize e Javier per i ruoli principali. Non voglio parlare molto del processo decisionale, diciamo che sono un loro fan e questa è la ragione per cui sono nel film".

L'amore ai tempi del conflitto

The Last Face: Charlize Theron e Adèle Exarchopoulos a Cannes
The Last Face: Charlize Theron e Adèle Exarchopoulos a Cannes

Noto a tutti per le battaglie umanitarie che conduce da anni, non stupisce la sensibilità di Sean Penn nei confronti di una storia a sfondo sociopolitico come quella raccontata in The Last Face. "Ogni film che dirigo è un'opportunità per impegnarmi su un argomento diverso. Oggi basta guardarsi intorno per vedere come la povertà nel mondo sia aumentata, la crisi continua a farsi sentire. Il mondo sta attraversando uno dei suoi momenti peggiori, la gente soffre. Questo è un film che si interroga sulla possibilità dell'amore in tempo di guerra. Sono io il primo a chiedermi se sia possibile una storia d'amore in un paese in cui c'è la guerra, in una situazione estrema come quella che vivono i miei medici".

The Last Face: un primo piano di Sean Penn
The Last Face: un primo piano di Sean Penn

A parlare sono gli attori di The Last Face, i quali commentano il loro rapporto con l'Africa e con i temi del film. Javier Bardem, anche lui in prima fila in numerose iniziative umanitarie, dichiara: "Mi auguro che film come questo catturino l'attenzione del pubblico informandolo sui conflitti che ci sono in varie parti del mondo, conflitti di cui spesso si sa poco o niente. Dal mio punto di vista, io mi sono concentrato soprattutto sulla storia d'amore. E' l'ingrediente che rende il film speciale. Abbiamo fatto un lavoro molto accurato per sembrare credibili come medici, ma devo dire la verità. Se dovessi vedere tutto quel sangue nella vita reale, sverrei in un secondo. Per fortuna siamo stati preparati bene. E' stato bello lavorare con Charlize Theron". La Theron, splendida come sempre e molto più a suo agio di fronte alla stampa rispetto all'ex compagno Penn, aggiunge: "Javier ha ragione. Non solo abbiamo dovuto imparare le basi dai veri medici, ma sul piano personale ci siamo dovuti frequentare per conoscerci. E' stato importante passare del tempo insieme". Anche Jean Reno sembra toccato sul piano personale dalla storia a cui ha partecipato: "Io sono nato a Casablanca, in Marocco. Amo il Nord Africa, questo continente per me è molto importante. Chiunque abbia a cuore la storia di questo popolo apprezzerà il film". Jared Harris scherza: "Io sono il più superficiale del team, non sono coinvolto in nessun modo con l'Africa, ma apprezzo le persone che lavorano per salvare le vite e credo che questo sia l'importante".

Un film che è quasi un documentario

The Last Face:un primo piano di Javier Bardem
The Last Face:un primo piano di Javier Bardem

Riflettendo sugli eroi del quotidiano e sull'impegno di coloro che lavorano in zone estreme, Sean Penn e Javier Bardem condividono la stessa visione. La star spagnola afferma: "Per me gli eroi sono le persone normali che lottano ogni giorno per dar da mangiare ai figli con stipendi da fame". Penn aggiunge: "Non tutti coloro che si trovano in queste zone di guerra lo fanno con scopi umanitari, per molti è solo un lavoro". Aggiunge Charlize Theron: "Io ho un'enorme ammirazione per chi lavora nelle missioni umanitarie, ma coloro che ho incontrato durante le riprese non avevano questa percezione di sé. Si ritengono persone normali, sono lì per aiutare il prossimo e per fare ciò che ritengono debba essere fatto".

The Last Face: Sean Penn e il cast in conferenza
The Last Face: Sean Penn e il cast in conferenza

Descrivendo l'atmosfera sul set, la Theron svela alcuni interessanti dettagli: "Il lavoro dell'attrice, spesso, è quello di ignorare i filtri posti tra il nostro personaggio e la realtà. Sul set siamo circondati da telecamere, da tecnici e può essere fastidioso, creano un muro tra te e l'ambiente. Stavolta non ho percepito tutto questo, altro, le telecamere creano un problema un muro tra te e l'ambiente. E' stato strano, non ho mai percepito tutto questo, mi sono sentita come se fossimo insieme nella giungla. Come se stessimo girando un documentario". Sulla collaborazione tra attori protagonisti e non protagonisti, la diva aggiunge: "L'esperienza è in quel luogo in cui abbiamo girato. Le persone erano reali. L'unica cosa che abbiamo fatto è stata spiegare loro cosa stavamo cercando di fare. Gli abbiamo dato indicazioni logistiche, come muoversi, quando fermarsi. Ma ciò che Sean voleva fare era vivere l'attimo, era tutto molto realistico. Avevamo centinaia di comparse che sul set facevano il fuoco, si preparavano il cibo da soli, erano nel loro ambiente, facevano quello che fanno ogni giorno".

Passare dalla giungla al Festival di Cannes può essere traumatico, ma Sean Penn non sembra sentire la pressione della competizione, almeno a suo dire: "Il concorso non mi interessa molto. Essere premiato a Cannes è stato bellissimo, soprattutto essendo americano, ma l'esperienza più bella è stata confrontarsi con il cinema di ogni parte del mondo. Non avendo visto gli altri film, quest'anno non so neanche cosa sia la competizione. Quando stasera il mio film verrà proiettato il mio lavoro sarà finito".