Il legame tra la saga di Kingsman e il mondo di James Bond è stata da sempre molto forte. Ci sono l'Inghilterra, i servizi segreti, e un innato senso dell'eleganza. Nella recensione di The King's Man - Le origini, il nuovo film della saga diretto da Matthew Vaughn, in uscita al cinema il 5 gennaio, vi raccontiamo come questo legame sia ancora molto solido, forse anche più forte. E come, d'altra parte, per la saga di Kinsgman questo nuovo capitolo, un prequel molto molto lontano nel tempo, sia un'evoluzione, un passo avanti. La sensazione di essere dalle parti di un film di 007 la troviamo sin dall'inizio perché il protagonista è Ralph Fiennes, che abbiamo ancora negli occhi come M., il capo di 007 negli ultimi tre film della saga, Skyfall, Spectre e No Time To Die. Accanto a lui c'è Gemma Arterton, che era stata una Bond Girl nel secondo film dell'era Craig, Quantum Of Solace. La bravura di chi fa cinema è anche quella di saper evocare, e per creare una spy story d'antan, si tratta anche di saper scegliere i volti giusti. The King's Man - Le origini è una spy story e un action movie modernissimo a livello di azione e ambientato in un tempo lontano, quando il genere ancora non esisteva. Il risultato è un mix affascinante di antico e moderno, tra Storia e fantasia.
Da Sarajevo alla Russia
Orlando Oxford (Ralph Fiennes) ha visto morire la moglie tra le sue braccia. In punto di morte le ha promesso che avrebbe sempre protetto il loto figlio Conrad (Harris Dickinson). Che ora è maggiorenne e smania per entrare in azione, arruolarsi nell'esercito. Siamo alle porte della Prima Guerra Mondiale, e Oxford, insieme a Conrad, si troverà a Sarajevo proprio nei giorni dell'assassinio all'Arciduca Francesco Ferdinando, il fatto che diede il via al primo conflitto mondiale. Poco dopo, per dipanare un'altra complicata matassa, si troverà in Russia, per provare ad eliminare Rasputin (Rhys Ifans), sacerdote dai poteri magici che ha un'influenza fortissima sullo Zar, tanto da prendere per lui qualunque decisione. Tutto questo mentre in Scozia, sulle highlands, c'è un'associazione segreta, il cui leader ci appare sempre di spalle, che trama dietro ai potenti per condizionare gli Stati e la Storia. La Prima Guerra Mondiale intanto esplode in tutta la sua violenza, e il giovane Conrad alla fine si arruola...
Kingsman - Secret Service: tra 007, Kick-Ass e My fair lady, la parodia dello spy movie è servita
Più forte è il tuo timore più è probabile che si avveri
"Più forte è il tuo timore più è probabile che si avveri". È questo che si sente dire Oxford, in uno dei tanti momenti in cui cerca di sottrarre il figlio a un pericolo. La prima chiave di lettura di The King's Man - Le origini è questa: il bisogno di continuare a proteggere i nostri figli, anche quando sono grandi, anche quando vorrebbero camminare con le proprie gambe. Si fa il loro bene proteggendoli, ed evitando loro qualsiasi possibile pericolo, o lasciandoli fare le loro esperienze, lasciando che dimostrino il loro valore? Uno dei motori della storia è proprio questo tema, che, a un certo punto della storia, arriva a una svolta sorprendente, a un colpo di scena per nulla scontato in un tipo di film del genere.
Tra James Bond e The Crown
The King's Man - Le origini enfatizza ancora di più, come detto, il legame della saga con il mondo di Bond. La natura british è ben presente durante tutto il racconto, e il senso dell'eleganza in quell'epoca, gli anni Dieci del secolo scorso, è un caposaldo che è sempre presente. L'altro mondo con cui si contamina Kingsman è quello di The Crown, la serie Netflix che racconta la vita della Regina Elisabetta. Anche se qui siamo ben prima di quegli anni (la storia di The Crown inizia alla fine degli anni Trenta) tutto è permeato di un'atmosfera Old England, di passaggi a corte e cose di questo tipo. Senza contare che alcuni attori sono presi proprio da quella serie. Matthew Goode, che qui interpreta Morton, un ufficiale, nella serie Netflix è stato Tony Armstrong-Jones, il marito della principessa Margaret. Charles Dance, che qui è Kitchener, un altro ufficiale dell'esercito, in The Crown è stato Lord Mountbatten, lo zio del Principe Filippo.
Kingsman - Il cerchio d'oro: un sequel esplosivo e ad alto tasso alcolico
La stilizzazione della graphic novel
La saga di Kingsman, per come la vediamo noi, è sempre stata questo. È il mito di James Bond, di un certo tipo di agente segreto affascinante e cool, filtrato attraverso la visione della graphic novel di Mark Millar e Dave Gibbons (The Secret Service). Una graphic novel, per sua natura, disegna personaggi e storie "larger than life" e fissa i personaggi in segni grafici. Per questo il Bond che entra nel mondo di una graphic novel ne esce stilizzato, e, tornato al cinema, assume un senso più simbolico e in qualche modo più irreale (per quanto spesso le azioni di James Bond siano irreali). I personaggi della saga di Kingsman, sul grande schermo, spesso hanno la leggerezza e la libertà dei fumetti, anche se, in questo The King's Man - Le origini, pur rispettando questo schema, il gioco cambia ulteriormente.
Come in Bastardi senza gloria
Uno degli aspetti più affascinanti e divertenti, se vi piace la Storia, è l'ucronia, il fatto di entrare nei fatti storici, nelle vite di personaggi realmente esistiti e di cambiare il corso agli eventi, riempire i personaggi di altri significati. In alcuni momenti ci sembra di essere dalle parti di Quentin Tarantino e del suo Bastardi senza gloria (ancor più vicino a quel film potrebbe essere un eventuale sequel, suggerito da una gustosa scena post credits). Nella storia entrano Re Giorgio, lo Zar di Russia e il Kaiser di Germania. Entrano personaggi realmente esistiti come il monaco russo Rasputin, interpretato da un irriconoscibile Rhys Ifans, che diventa un villain a metà strada tra Charles Manson e un cattivo di Harry Potter, o Mata Hari (Valerie Pachner), la famosa spia che qui diventa una donna che irretisce il presidente degli Stati Uniti in una sorta di caso Lewinsky.
No Time to Die, recensione: la spettacolare fine dell'era Daniel Craig
Una Spectre d'antan
La storia di The King's Man - Le origini immagina che ci sia un'organizzazione segreta di criminali, una vera e propria Spectre d'antan, fatta di una serie di consiglieri che punta a controllare e influenzare i sovrani per destabilizzare i loro governi, creare conflitti e assumere il potere. L'altro lato è una rete di domestici infiltrati in tutte le corti e le case dei potenti, in modo da ascoltare, controllare ed eventualmente agire, ma per il loro bene e al loro fianco. Tra loro ci sono Polly (Gemma Arterton) e Shola (Djimon Hounsou), la tata e un domestico di casa Oxford, ed è da qui che nasceranno i Kinsgman, organizzazione segreta non governativa e indipendente, che avrò la base in una sartoria di Saville Row, a Londra, quella che abbiamo conosciuto nei primi film con Colin Firth e Taron Egerton. Ma perché nascano i Kingsman dovrà accadere ancora un fatto importante, che farà prendere coscienza ai fondatori del bisogno di un'organizzazione simile.
Ci sono anche 1917, Gli angeli dell'inferno e Mission: Impossible
Kingsman - Le origini è uno di quei film che si dipana in modo non banale. La prima missione prende metà del film, che dopo un'ora vi sembrerà finito e completo. Nella seconda parte, a sua volta divisa in due, irrompe un momento molto brutale e più realistico, con un cambio di tono anche piuttosto brusco, dove il cinecomic e la spy-story sfumano per far entrare la brutalità della Prima Guerra Mondiale, raccontata in tono realistico come se fossimo in 1917 di Sam Mendes. E con un colpo di scena davvero forte che cambia tutto il senso del film. L'ultimo quarto ci riporta nel più classico spy-action moderno, tra Mission: Impossible e un Bond movie, con quegli strapiombi e quel senso di vertigine che animavano il finale di Solo per i tuoi occhi. Per chi ha ancora negli occhi il finale dell'era Craig in No Time To Die e sente già la mancanza di un altro Bond movie, e sa che ci vorrà un po' prima che arrivi, questo film può essere un modo per calmare l'attesa. Tra bombette e ombrello che ci riportano agli Avengers, quelli della serie anni Sessanta, da noi nota come Agente speciale (proprio Fiennes girò il remake degli anni Novanta, The Avengers - Agenti speciali) e un viaggio nelle atmosfere de Gli angeli dell'inferno di Howard Hughes. Kingsman - Le origini è un ottimo prodotto d'azione. Bondiani, vedetelo e non ve ne pentirete.
Conclusioni
Nella recensione di The King's Man - Le origini vi abbiamo parlato di una spy story, un action movie modernissimo a livello di azione e ambientato in un tempo lontano, quando il genere ancora non esisteva. Il risultato è un mix affascinante di antico e moderno, tra Storia e fantasia.
Perché ci piace
- L'idea di ambientare il film durante la Prima Guerra Mondiale, mescolando Storia e fantasia.
- La scelta dei volti giusti, Ralph Fiennes e Gemma Arterton su tutti, che rimandano al mondo di Bond.
- Il tono del film, che cambia rispetto ai primi due film della saga, a volte in modo brusco.
Cosa non va
- L'idea di far interpretare tre personaggi allo stesso attore, Tom Hollander.
- Il film potrebbe non piacere a chi crede che la Storia vada rappresentata in modo filologico.