The Crown, la serie firmata da Peter Morgan sulla Regina Elisabetta II d'Inghilterra, tra i migliori prodotti del catalogo Netflix, è una vera e propria sinfonia in quattro movimenti. Il quinto deve ancora arrivare sui nostri schermi, e sarà l'ultimo. La colonna sonora di Ruper Gregson-Williams, Lorne Balfe Martin Phipps è stata uno dei punti di forza di questa sontuosa sinfonia. Ma, man mano che la serie si è spostata dagli anni Quaranta verso i Settanta e gli Ottanta, allo score originale si sono aggiunge sempre più canzoni di repertorio. La stagione 3 e la stagione 4, soprattutto, hanno visto l'ingresso in scena di una musica pop che ha sottolineato alcuni momenti e alcuni personaggi.
In The Crown, come vedrete, i momenti legati alla musica pop sono quasi sempre legati al mondo femminile, e sono usati per sottolineare alcuni snodi chiave nella vita di alcune donne della serie. Ma non la Regina Elisabetta. Il suo ruolo, quello di Capo di Stato, è un ruolo maschile, e sembra che, al pari degli uomini, la musica leggera non sia cosa per lei. Il pop, in The Crown, è allora accostato alla Principessa Margaret, alla Principessa Anna, e poi alla Principessa Diana Spencer, l'iconica Lady D. è proprio il suo ingresso in scena, il suo stile, il suo carattere, che porta definitivamente il pop in The Crown.
Altre due piccole notazioni. Molto spesso, in The Crown, la musica di repertorio è diegetica. Come vedrete, arriva dalla radio di una macchina, da un walkman, da un'orchestra che suona o da una base registrata mandata dal sistema di amplificazione di un teatro. E quasi sempre è accennata, per poi essere sfumata ben presto nella musica della colonna sonora originale. La quinta stagione, che sarà ambientata negli anni Novanta, in questo senso promette bene: in Inghilterra è stata una stagione strepitosa per la musica pop.
Starman (David Bowie)
Siamo nella stagione 3, episodio 9 (Imbroglio). È l'episodio in cui la relazione tra Carlo e Camilla sembra diventare seria, e la famiglia reale prova a intervenire per fermarla. Per fare questo convoca a Buckingham Palace la Principessa Anna, che, in macchina, ascolta alla radio Starman di David Bowie, cantandola. Starman torna alla fine, con lo schermo nero, sui titoli di coda. David Bowie non poteva mancare in una serie che viaggia non solo nelle stanze della famiglia reale, ma in tutta la società inglese. Siamo a metà degli anni Settanta, e Bowie aveva finalmente sfondato, con il suo album The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars. Starman, del 1972, inizialmente non era stata nemmeno inclusa nel disco, ma la casa discografica decise che dovesse contenere un singolo "forte" e così fu aggiunta. In The Crown serviva probabilmente un pezzo riconoscibile, e l'idea è quella di accostare un personaggio anticonformista come Bowie al personaggio più "outsider" della famiglia reale. La principessa Anna. Proprio The Crown ha permesso al pubblico di conoscere meglio, e sotto una nuova luce, la principessa Anna, interpretata da Erin Doherty: anticonformista, diretta, spesso scontrosa, ma anche sensibile.
She's Not There (The Zombies)
She's Not There, che ascoltiamo nella stagione 3, episodio 10 (Cri de Coeur) è una di quelle canzoni che quando le senti, non ti ricordi mai chi le canta, ma ti portano subito in un mondo. È stata la prima hit degli Zombies (qui è accreditata a Colin Blunstone, il loro cantante), datata 1964, e evoca subito atmosfere Sixties e Swinging London. In una serie dove mancano stranamente i Beatles, forse l'istituzione britannica più importante dopo la Monarchia e la Regina (ma immaginiamo che non sia semplice né economico a livello di diritti), gli Zombies portano subito quel tocco britpop che serve in guel momento della storia. L'episodio 10 è dedicato alla Principessa Margaret (dalla stagione 3 interpretata da Helena Bonham Carter) alle prese con la fine del suo matrimonio. Margaret cerca conforto tra gli amici, le feste e un nuovo amore, Roddy. La canzone degli Zombies è la colonna sonora dei loro momenti spensierati a Les Jolies Eaux, la residenza della principessa Margaret a Mustique, nei Caraibi.
Call Me (Blondie)
Ma è con l'entrata in scena della principessa Diana, che ha il volto dolce e luminoso di Emma Corrin, nella stagione 4, che The Crown diventa pop. Gli anni Settanta stanno per finire, gli Ottanta per iniziare. E tutto è chiaro già nell'episodio 1 (Gold Stick) che mette in scena il primo incontro tra Carlo e Diana. La futura principessa del Galles fa una vita normale, vive in un appartamento con altre coinquiline e sta ascoltando Call Me dei Blondie proprio mentre Carlo, dopo averla incontrata per caso un paio di volte, la chiama per la prima volta. Call Me è un singolo che è già sia nella storia della musica che nella storia del cinema. È stato infatti una svolta nella carriera dei Blondie, la band di Debbie Harry e Jimmy Destri, che ha traghettato la band newyorchese dai suoni punk e new wave degli esordi a un mix tra rock e disco che era la tendenza del momento (anche i Kiss, con I Was Made For Loving You fecero un'operazione simile. Call Me, realizzata per la colonna sonora di American gigolo, di Paul Schrader con Richard Gere, è scritta e prodotta da Giorgio Moroder, Re Mida della disco e della musica elettronica, che stava iniziando a flirtare con il cinema, e sarebbe andato avanti a lungo.
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Edge Of Seventeen (Stevie Nicks)
Quello che non tutti sanno è che la main title song di American Gigolò fu proposta a Stevie Nicks, che rifiutò. Ed è un caso che proprio Stevie Nicks compaia in The Crown qualche episodio dopo i Blondie. Siamo nella stagione 4, nell'episodio 3 (Fairytale). È la puntata in cui, dopo la proposta di matrimonio di Carlo, Diana si trasferisce a Buckingham Palace. Edge Of Seventeen è la canzone che sentiamo in discoteca, dove Diana e le sue coinquiline vanno per festeggiare. Una sorta di addio al nubilato, di "Last Night On Earth", di ultima notte sulla Terra, quella dei comuni mortali. Edge Of Seventeen, del 1982, è stato il terzo singolo da solista di Stevie Nicks, voce dei Fleetwood Mac, ed è tratto dall'album Bella Donna. La canzone è stata ispirata alla Nicks dalla morte dello zio e dall'assassinio di John Lennon. Ma è una canzone piena di energia, a partire dall'inconfondibile riff di chitarra, e ogni volta che appare sullo schermo è la canzone dell'empatia. è la canzone per la serata in discoteca di Diana e le sue amiche, ma anche - non si può dimenticare - la canzone che, in School of Rock permette di sciogliere il ghiaccio tra Dewey Finn e Rosalie (Jack Blacke Joan Cusack), davanti a un juke-box e una birra.
Girls On Film (Duran Duran)
Girls On Film, dei Duran Duran, è forse la scelta più azzeccata, per quanto riguarda le canzoni, dell'intera serie. Siamo sempre nell'episodio 3 della quarta stagione, e Diana è ormai di stanza a Buckingham Palace. I Duran Duran erano davvero una delle band più amate da Lady Diana, e l'avrebbero incontrata al concerto del Prince's Trust nel 1983 e alla premiere di A View To A Kill (uscito in Italia come Agente 007, bersaglio mobile), il film di James Bond per cui la band scrisse la canzone dei titoli di testa, nel 1985. I Duran Duran si sarebbero poi esibiti, nel 2007, nel decennale della scomparsa di Diana, nel concerto allo stadio di Wembley. La scena è iconica e rappresentativa di una distanza, ideale e generazionale, tra Diana e la famiglia reale: la futura Principessa del Galles, in abiti sportivi, pattina per i corridoi di Buckingham Palace con un walkman, ascoltando i Duran Duran. È un'immagine che racconta tante cose: la solitudine e la noia di Diana che, allora, aveva solo 19 anni, i suoi gusti pop e al passo con tempi, al confronto dell'istituzione della Monarchia, da sempre fuori dal tempo, il suo essere una ragazza come tante in quel tempo. Girls On Film è stato il terzo singolo della carriera dei Duran Duran: è tratto dal loro primo, omonimo, album, del 1981, ed è ispirata al lato oscuro del glamour. La canzone è famosa anche per il suo videoclip piccante diretto dal duo Godley & Creme.
Boys Don't Cry (The Cure)
L'episodio 5 della stagione 4 (Fagan) è quello più intriso di storia delle politica e delle società inglese: le politiche di Margatet Thatcher finiscono per creare disoccupazione e malcontento tra il popolo inglese. E così un uomo disperato (il Fagan del titolo) riesce a introdursi a Buckingham Palace e arrivare fino alla camera da letto della Regina, a svegliarla e a parlare con lei. L'episodio permette a The Crown, serie a cui piace spiazzare, iniziando spesso gli episodi altrove per poi ricollegarsi alla famiglia reale, di fare un viaggio molto lontano dalle stanze del Palazzo, ed entrare nelle case della working class. Boys Don't Cry dei The Cure, apre l'episodio, mentre vediamo Fagan svegliarsi e uscire dal suo appartamento per recarsi all'ufficio di collocamento. Un episodio, costruito come un minifilm, che viaggia dentro la vita e il mondo di Fagan, permette a The Crown di utilizzare una colonna sonora a base di post punk, new wave e ska, musiche popolari, suonate da band venute dalla working class e ascoltate da tutti. Boys Don't Cry è il secondo singolo dei Cure, del 1979, e nasce per andare contro a quella cultura che vuole che i ragazzi inglesi non dovessero mai manifestare le proprie emozioni. Ed è quello che fa Fagan, ragazzo ormai cresciuto, non mascherando la propria disperazione.
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Twenty Four Hours (Joy Division)
L'episodio più working class dell'intera seria, l'episodio 5 della stagione 4, permette, come dicevamo, di usare una colonna sonora che viaggia in generei popolari come il post punk la new wave e lo ska. Oltre ai Cure ascoltiamo The Specials e The English Beat. Ma, soprattutto, ascoltiamo la band seminale del post punk e delle new wave, i Joy Division di Ian Curtis. Una band working class per eccellenza, nata a Macclesfield, nei dintorni della grigia e industriale Manchester. La loro cupa e ossessiva Twenty Four Hours è perfetta per l'atmosfera plumbea dell'episodio, e la ascoltiamo dopo aver assistito a una rissa tra Fagan e il nuovo compagno delle moglie fuori dalla scuola del figlio. Twenty Four Hours è tratta dal secondo e ultimo album dei Joy Division, Closer, uscito nel 1980 dopo la morte di Curtis. "l'amore è orgoglio distrutto" e "una nuvola mi sovrasta, marchia ogni movimento" sentiamo dire nella canzone.
Let's Dance (David Bowie)
Let's Dance di David Bowie, che arriva nelle prime battute dell'episodio 7 (The Hereditary) ci appare una scelta meno centrata rispetto alle canzoni di cui abbiamo appena parlato. Sembra quasi un voler dire "siamo negli anni Ottanta", e "una canzone di Bowie non può mancare". Detto questo, un Bowie è per sempre, come un diamante. E Let's Dance sta bene in un contesto dove la Principessa Margaret e un amico ballano. Let's Dance è il brano che dà il titolo all'album di Bowie del 1983, e ha una storia molto particolare. Quando Bowie suonò per la prima volta Let's Dance a Nile Rodgers, che avrebbe prodotto il disco, lo fece con una chitarra acustica: era un brano folk e malinconico, tra i Byrds e Donovan, e non convinse nessuno. Sarebbe stato proprio Rodgers a trovarle l'abito giusto, con un riff di chitarra che, allora come adesso, non distinguiamo dal suono di un sintetizzatore, delle percussioni incalzanti, dei ritmi sincopati. Quel "put on your red shoes and dance the blues", "indossa le scarpe rosse e balla il blues", racconta tutte le volte che fingiamo di essere felici mentre siamo tristi. Se ci pensiamo per la Principessa Margaret è stato spesso così.
Can't Take My Eyes Off You (Frankie Valli)
E felicità e tristezza si mescolano spesso durante l'episodio 6 della stagione 4 (Terra Nullius) ambientato in Australia, dove Carlo e Diana fanno il loro primo viaggio diplomatico e dove lei si deve dividere tra il ruolo di madre e i doveri di membro della famiglia reale. L'episodio è una doccia scozzese: le cose tra Carlo e Diana vanno male, poi bene, poi di nuovo male. Can't Take My Eyes Off You, la canzone di Frankie Valli che tutti conoscono per la versione di Gloria Gaynor, qui eseguita da un'orchestra e dai membri del cast (poi ripresa sui titoli di coda) è uno dei pochi momenti sognanti, ottimisti dell'episodio, quello in cui durante una serata di gala Carlo e Diana ballano felici, e, tornati nelle loro camere d'albergo, sembrano aver trovato un'intesa anche nell'intimità. Can't Take My Eyes Off You è stata interpretata da decine di artisti e ricorre in molti film. Ma è entrata nella storia del cinema per il momento in cui viene cantata dai protagonisti nella scena della partita a biliardo nel film di Michael Cimino Il cacciatore del 1978.
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Uptown Girl (Billy Joel)
Felicità e tristezza si mescolano, ma in un'altra maniera anche nell'episodio 9 della stagione 4 (Avalanche). La valanga del titolo è quella che travolge Carlo e altre persone durante una vacanza sulla neve. Diana rimane molto colpita dal fatto che Carlo avrebbe potuto perdere la vita. E i due sembrano avvicinarsi. Ma, una sera, a teatro, dove Carlo e Diana sono andati per festeggiare un anniversario, Diana scompare per un attimo dal palchetto dove i due stanno assistendo allo spettacolo. Sul palcoscenico parte Uptown Girl di Billy Joel, e appare Diana, che ha deciso di ballare, davanti a tutto il teatro, come regalo per Carlo. Che, come saprete, non ama queste sorprese e questi exploit di Diana. Ecco allora che il ritmo gioioso e sixties della canzone si scontra con le espressioni fredde e infastidite del volto del Principe del Galles. Uptown Girl, singolo del 1983 di Billy Joel (tratta dall'album An Innocent Man) racconta la storia di un ragazzo umile che vuole conquistare una ragazza dei quartieri alti. In questo caso la storia si ribalta: è Diana ad essere la ragazza (relativamente) umile a frequentare un ragazzo dei quartieri alti. Molto alti...