"Indovina, indovinello, chi ha paura del pipistrello?" Ricordate? Era tanto tempo fa, c'era l'Enigmista, c'era Batman. Ma qui è, davvero, tutta un'altra storia. Ci sono ancora quel villain e l'Uomo Pipistrello, ma siamo in un mondo completamente diverso. Parliamo di The Batman, la nuova rilettura delle avventure del famoso supereroe DC Comics, diretto da Matt Reeves con Robert Pattinson, che è in arrivo in streaming il 26 agosto su Infinity+. È una grande occasione per vedere, o rivedere, uno dei film che in questa prima parte di stagione ha lasciato il segno tra il pubblico, è entrato nell'immaginario collettivo e ha sbancato il botteghino. Vedrete Batman come non lo avete mai visto prima.
Un thriller noir alla Seven
The Batman, nella visione di Matt Reeves, vede infatti il supereroe vivere in un mondo che è lontano da quello dei cinecomic a cui siamo abituati. Bruce Wayne e il suo alter ego mascherato vivono piuttosto in un mondo che è quello del noir, dell'hard boiled, del thriller. La voce off di Batman, che introduce la storia, è già un chiaro segno di noir classico. E, man mano che la vicenda si dipana, capiamo che la struttura narrativa è quella di un giallo, di un'investigazione. A differenza di molti film di Batman, non seguiamo il cattivo dall'inizio, non assistiamo alla sua origin story, ma non lo vediamo affatto per gran parte del film. Vediamo invece i suoi crimini, e i suoi indizi, lettere ed enigmi che lascia destinandoli proprio a Batman. Più volte, durante la visione, ci viene in mente Seven di David Fincher, per come l'Enigmista qui lascia messaggi come il John Doe di quel film, per come si palesa solo alla fine, per come, a volte, verga frasi con il sangue sui muri. E per come tutti vivano in un mondo oscuro, in una lunga, eterna notte, squarciata da bagliori rossastri o ambrati. È un'atmosfera che ricorda molto il lavoro alla fotografa di Darius Khondji su Seven. Ma anche, a tratti, alcuni stratagemmi di horror come Saw - L'enigmista. Ma c'è anche il noir classico, con Matt Reeves che ha dichiarato di essersi ispirato a film come Chinatown, Una squillo per l'ispettore Klute. E anche a un grande classico come Taxi Driver, per come era ambientato in quella che, secondo lui, è una città gotica e notturna.
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Robert Pattinson: Batman è come Kurt Cobain
E in questa città notturna che si aggirano personaggi disagiati e feriti. Come il Bruce Wayne/Batman di Robert Pattinson, lontanissimo dal Bruce Wayne brillante di Christian Bale nella trilogia di Christopher Nolan. Il suo Bruce Wayne è un disadattato, un ragazzo ferito, che ha vissuto un grande dolore e non lo ha ancora elaborato. "Io sono vendetta" ci dice nel suo primo discorso, quando si presenta a noi. È un uomo, prima ancora che un eroe, un Batman che usa le mani, i pugni, e meno i gadget tecnologici a cui siamo abituati. Matt Reeves ha immaginato il suo Bruce Wayne come un "tossicodipendente che cerca di nascondersi ai suoi incubi". E il suo (anti)eroe è ispirato dichiaratamente anche a Kurt Cobain: i suoi capelli lunghi che cadono sul volto emaciato, lo sguardo affebbrato e fisso, gli occhi cerchiati di nero rimandano immediatamente all'iconografia del leader dei Nirvana, simbolo di un disagio giovanile insostenibile. Ad accompagnare le immagini, risuona Something In The Way, la canzone dei Nirvana che chiude l'album Nevermind, solenne, malata, dolorosa.
Zoe Kravitz: Catwoman sinuosa e dolente
E in questo mondo di disagio si muove anche una ragazza bellissima e dolente. Si chiama Selina Kyle, fa la cameriera in un locale malfamato la notte. E, quando la notte è ancora più profonda, diventa Catwoman, la Donna Gatto, e si muove felina, sinuosa e flessuosa tra i tetti di quella città nerissima. Anche lei vive un profondo dolore, e questo la accomuna a Batman. Selina Kyle/Catwoman è un'irresistibile Zoë Kravitz, dai capelli corti e corvini, dagli occhi allungati, enfatizzati dal trucco che rende i suoi davvero degli occhi di gatto, che la rendono sexy ma non nascondono una tristezza di fondo. Il suo costume non ha orpelli come le altre donne gatto della saga di Batman, una semplice tutina nera e attillata, che fa risaltare il suo fisico, e una maschera che è molto "grezza", una sorta di passamontagna tagliato, che però fa vedere il suo volto in tutta la sua espressività. È minuta, la Selina Kyle di Zoe Kravitz, è scaltra, agile, ma anche dolce. Sotto la maschera, sotto la tuta, c'è una giovane donna fragile.
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Colin Farrel e Paul Dano, villain come non li avete mai visti
Ma è tutto il mondo intorno a loro ad essere pieno di freak psicopatici e sopra le righe e, allo stesso tempo, realistici tanto da essere credibili in un thriller che, in quanto tale, è una storia che ha una base realistica. Pensiamo all'irriconoscibile Colin Farrell, carico di trucco prostetico, un Pinguino completamente lontano dall'immagine caratterizzata dei fumetti ma anche dalla mostruosità di Batman - il ritorno di Tim Burton, che somiglia a certi laidi boss dei film di mafia. Jeffrey Wright è un sobrio commissario Gordon, Andy Serkis un Alfred più giovane e intraprendente, John Turturro un boss mafioso lontano dagli stereotipi. Paul Dano è l'Enigmista, un reietto coperto di buste della spazzatura, un ritratto davvero inedito del famoso villain del mondo di Batman. Un personaggio che vale la pena di scoprire guardando il film.
Un universo nero
Quello di The Batman è un universo nero, un nero profondo squarciato da flebili bagliori. È il nero di una lunga notte senza luce, illuminata solo dal fuoco, dalle torce o dai fari delle macchine. È un colore che evoca esalazioni tossiche, è il colore di una città senza speranza, fumosa, malata. Matt Reevesè bravissimo nel creare un mondo gotico, eppure ancorato alla realtà, dove i luoghi chiave sono quelli di New York, Times Square e il Madison Square Garden, ma dove la città più luminosa del mondo sembra tornata indietro nel tempo, o avanti, in un medioevo prossimo venturo.
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