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Da Rebibbia al resto del mondo in ben 190 paesi grazie a Netflix. L'irriverenza e le ossessioni di Zerocalcare, il fumettista romano autore di storie come La profezia dell'armadillo o Macerie prime fino a Kobane calling, reportage animato sui combattenti curdi contro Daesh, sono pronte a varcare i confini italiani. Il grande salto avverrà grazie a Strappare lungo i bordi, la sua prima serie animata in streaming sulla piattaforma dal 17 novembre. Zerocalcare l'ha scritta e diretta, affiancato dalla casa di produzione Movimenti, l'immaginario è quello che abbiamo imparato a conoscere dalle sue tavole: Secco, Sarah, l'amico Cinghiale e l'iconico Armadillo, a cui presta la voce Valerio Mastandrea: "Valerio incarna questa figura da prima di pensare a qualsiasi serie. Non avevo idea di che voce avesse l'Armadillo, ma essendo la mia coscienza non potevo essere io a doppiarlo, Valerio invece era perfetto. È stata una scelta naturale", dice durante la presentazione della serie alla Festa del Cinema di Roma.
L'immaginario di Zerocalcare dalle tavole alla tv
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L'idea della serie era in cantiere da un po' di anni, spiega: "Mi era venuta voglia di provare a raccontare una storia a cartoni attraverso un linguaggio diretto e accessibile, me ne accorsi con i cartoni scemi fatti al volo a casa mia. La gente li guardava molto più facilmente rispetto ai fumetti, essendo io molto verboso. Sono un maniaco del controllo e attorno alle vignette metto spesso i testi delle canzoni per suggerire l'atmosfera o i brani da ascoltare mentre si legge il fumetto, immagino che solo una persona su un milione lo avrà fatto, invece con la serie puoi imporglielo". Così è arrivata prima Rebibbia Quarantine, la serie di corti animati trasmessi su La7 a Propaganda Live realizzati durante la pandemia, un'esperienza che gli ha permesso di "prendere la misura di cosa potessi fare da solo e quali fossero invece i miei limiti". Poi c'è stato l'incontro con Movimenti "che ha colmato le mie lacune, mi hanno aiutato e affiancato per capire come si racconta in maniera cinematografica una storia. Sono riuscito a controllare tutto senza snaturare me stesso".
Prendere le misure
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In Strappare lungo i bordi Zerocalcare non si separa dalla sua tribù di personaggi cult: "Ho un grosso senso di appartenenza tribale che riguarda il mondo in cui sono cresciuto, la scena punk e quello dei centri sociali a cui sono ancora molto legato. Tutto ciò che mi porta fuori da quel mondo mi spaventa molto, perché ho sempre paura di incontrare l'incompatibilità di questi due universi. Fino a ora sono sempre riuscito a trovare un equilibrio, cercando di portarmi dietro persone della mia scena che si sono messe a disposizione: alcuni brani sono di Giancane, altri sono pezzi musicali che mi hanno accompagnato nella vita".
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L'importante era non avventurarsi "in territori troppo sconosciuti, ho capito quali sono i limiti della mia voce, quando posso usarla e quando no, ho cercato di fare ciò che eravamo in grado di fare e su cui potevo avere il controllo", ed è questo uno dei motivi per cui l'andamento della storia è simile a quello de La profezia dell'Armadillo, "una narrazione orizzontale con segmenti verticali". La voce dei vari personaggi, eccetto l'Armadillo doppiato da Mastandrea, è sempre la sua. Una scelta dovuta ad un'idea del racconto orale: "Sono le voci sceme che si fanno a scuola per imitare le persone, - spiega - mi piaceva un approccio che non fosse per lo spettatore quello di vedere un teatrino dall'esterno, è come sedersi davanti a qualcuno che ti racconta una storia e se deve fare la voce di qualcun altro la imita in maniera casereccia".
Il salto internazionale
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A Netflix nel frattempo stanno lavorando al doppiaggio della serie in tante lingue quanti saranno i paesi in cui verrà trasmessa. Il suo tratto internazionale? "Non dirò mai che piacerà ovunque, ma mi sono rifatto alla mia esperienza nel fumetto. Incontrando lettori di età e paesi diversi ho capito che il minimo comun denominatore è quello di stare un po' 'impicciati', chi ha vissuto un senso di inadeguatezza a prescindere dall' età o dall'estrazione sociale riesce a entrare in sintonia con ciò che racconto. Viceversa le mie storie non parleranno mai a chi è pure nato a Roma, ha visto i miei stessi cartoni, ha la mia stessa età ma non prova quelle sensazioni, avendo avuto magari una facilità di relazione con l'esterno. Credo sia questa la cifra universale e allo stesso tempo escludente".
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Nella serie Zerocalcare continuerà a parlare di se stesso e a raccontare aneddoti della sua infanzia e adolescenza con l'ironia che lo contraddistingue, occhio però: "Sono un tristone, quindi viene sempre prima la parte piagnona. Visto che sono romano però so bene che i piagnoni sono l'ultimo anello della catena alimentare delle prepotenze, ci ho costruito intorno un'impalcatura di autoironia che serve a mettere le mani avanti, se sei il primo a prenderti in giro, gli altri non banchetteranno con te".