Sono passati esattamente quattro minuti dall'inizio di Guerre stellari, da quel "Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...", quando il pubblico si ritrova per la prima volta al cospetto di Lord Darth Vader. Le truppe imperiali hanno appena fatto irruzione all'interno della nave spaziale a bordo della quale viaggia la Principessa Leia Organa (Carrie Fisher) e il film ci ha regalato il primo scontro a colpi di laser, quando dalla nube provocata dalla sparatoria si materializza una misteriosa figura ammantata di nero.
Di colpo la macchina da presa inquadra un primo piano di questo sinistro personaggio, mostrando un casco e una maschera, anch'essi nerissimi. L'individuo (un uomo o un cyborg?) non pronuncia alcuna parola, ma agli spettatori giunge distintamente il respiro cavernoso, a intervalli regolari, proveniente dall'interno dell'elmo. Un ingresso silenzioso ma indelebile, che nel maggio del 1977 fece conoscere al pubblico americano l'antieroe per eccellenza dell'universo di Star Wars: Darth Vader, autentico simbolo della saga creata dalla fantasia di George Lucas.
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Caratterizzato dalla voce profonda e 'meccanica' provvista, nella versione originale, dall'attore James Earl Jones, ed eletto dall'American Film Institute come il terzo miglior villain cinematografico di tutti i tempi (davanti a lui solo Hannibal Lecter e Norman Bates), Darth Vader ha contribuito in misura essenziale alla popolarità (inter)planetaria di Star Wars, al punto che John Williams ha composto appositamente per lui l'indimenticabile tema musicale The Imperial March. Senza un "cattivo" tanto carismatico probabilmente la serie di George Lucas non sarebbe stata un fenomeno di proporzioni così gigantesche (e tutt'oggi ineguagliate), e difatti lo stesso Lucas avrebbe poi deciso di realizzare un'altra trilogia incentrata unicamente sul personaggio di Anakin Skywalker prima di diventare Darth Vader (rinominato in italiano Darth Fener, per timore che il suo nome ricordasse al pubblico la parola "water"). E in occasione dell'uscita del nuovo capitolo del canone di Guerre stellari, Star Wars - Il risveglio della Forza, per la regia di J.J. Abrams, ripercorriamo ora l'evoluzione di Anakin Skywalker, alias Darth Vader, e i segreti del successo di questo temibile alfiere del "Lato Oscuro della Forza"...
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L'Oscuro Signore di Star Wars: iconografia di un villain
Nei nostri approfondimenti dedicati alla saga di George Lucas, vi abbiamo già parlato di come Star Wars si richiami, per molteplici aspetti, ai canoni del genere fantasy, e non solo a quelli della fantascienza. In Star Wars, del resto, Lucas ha fatto confluire molteplici influenze: dal romanzo di formazione (la parabola di Luke Skywalker) al western (il pianeta Tatooine, una sterminata distesa desertica, con tanto di una sparatoria all'interno di un saloon), dalla fantascienza classica (il saccente droide C-3PO recupera le fattezze della mitica donna robot di Metropolis) ai film di samurai di Akira Kurosawa (ed è di pochi giorni fa la notizia che Lucas avrebbe voluto nel cast proprio l'attore feticcio di Kurosawa, Toshirô Mifune). E i legami fra Star Wars e il fantasy, in particolare l'opera di J.R.R. Tolkien, si possono rintracciare, oltre che nel concetto di Forza, accostabile a una sorta di "magia" mescolata a un animismo di matrice orientale, anche nella netta dicotomia fra il Bene e il Male; e il Male, nella prima trilogia, ha il proprio paladino in Darth Vader.
In armonia con lo spirito avventuroso, fiabesco e per certi versi quasi naif del primo Guerre stellari, Lucas attribuisce a Lord Vader tratti in grado di garantirgli un'immediata riconoscibilità come villain supremo: dal look completamente nero, tale da risaltare ancora di più fra le armature bianche delle truppe imperiali (ma contrapposto simbolicamente anche agli abiti bianchi indossati da Luke e Leia), alla celeberrima maschera disegnata dall'illustratore Ralph McQuarrie, che rievoca l'immagine di un teschio e determina la completa 'disumanizzazione' del personaggio. È un altro punto di contatto con le convenzioni del fantasy: trasformare l'antagonista nell'incarnazione del Male, non più accostabile alla razza umana, ovvero la medesima intuizione di Tolkien quando diede vita alla figura di Sauron (ancora più estrema la scelta dello scrittore inglese, che ne Il Signore degli Anelli rende Sauron un'entità trascendentale, arrivando addirittura a non farlo mai manifestare in senso fisico). E Darth Vader assolve egregiamente tale funzione: dalla sua spietata fermezza ai suoi poteri paranormali, inclusa la capacità di strangolare con la sola forza del pensiero, Lord Vader è, in tutto e per tutto, l'Oscuro Signore di Star Wars.
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"Io sono tuo padre"
È la sequenza culminante del secondo capitolo della saga, L'Impero colpisce ancora, uscito nel 1980 per la regia di Irvin Kershner (ma con la supervisione di George Lucas, vero artefice della trilogia), nonché il singolo momento probabilmente più celebre e di maggior impatto della saga di Star Wars fino a oggi: il duello a colpi di spade laser fra Luke Skywalker (Mark Hamill), che ha appena cominciato il proprio apprendistato come Cavaliere Jedi presso l'anziano maestro Yoda, e Darth Vader, il quale ha ordito una trappola per Luke dopo aver catturato i suoi compagni sul pianeta Bespin, nella Città delle Nuvole. Dall'atmosfera tenebrosa e solenne in cui sono avvolti i due personaggi alla violenza dello scontro, in cui Luke perderà la mano destra, questo duello non è solo la climax che i fan della saga attendevano con ansia da tre anni, ma anche il veicolo di uno dei massimi colpi di scena negli annali del cinema: la rivelazione che Darth Vader è in realtà il padre di Luke. Un twist che, giocoforza, ha segnato le sorti della serie, ponendo sotto una nuova luce il canonico contrasto fra il Bene e il Male: un contrasto che da qui in poi diverrà conflitto edipico, la lotta di Luke con se stesso e con il proprio "lato oscuro".
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Laddove infatti il primo Guerre stellari era legato a un'idea di fantascienza più schematica e genuinamente avventurosa, con L'Impero colpisce ancora Lucas e i suoi sceneggiatori, Leigh Brackett e Lawrence Kasdan, alzano la posta in gioco: Darth Vader diventa allegoria della fascinazione nei confronti di un potere perverso ed ambiguo, capace di sedurre e di corrompere l'essere umano, recuperando così un tema già al cuore de Il Signore degli Anelli. Un tema sviluppato fino in fondo ne Il ritorno dello Jedi, in cui la narrazione è protesa interamente verso l'inevitabile confronto conclusivo fra Luke e Darth Vader. E in quest'ultimo capitolo, Lucas rinuncia al manicheismo originale della serie: Vader non è più il villain irrimediabilmente votato al Male, ma si pone come l'emblema di una scissione tra la putrefazione dell'animo e i residui di umanità. "Io so che c'è del buono in te", dichiara Luke subito dopo essersi consegnato alle truppe imperiali, mentre Vader lascia trapelare una dolorosa consapevolezza ("Per me è troppo tardi") e il ruolo di massimo antagonista viene assunto dal diabolico Imperatore Palpatine (Ian McDiarmid).
Dietro la maschera
Ne Il ritorno dello Jedi, dunque, Darth Vader cessa di apparire come un "cattivo" monodimensionale per assumere lo spessore tragico di un individuo stritolato nel suo stesso delirio di onnipotenza: è sotto l'armatura nera, dietro la maschera, che si consuma la vera, lacerante tenzone tra la Forza e il Lato Oscuro. Una tenzone che si risolverà, nell'epilogo del film (e della trilogia), con la riscossa in extremis dell'essere umano (o di quel che ne resta) sul "cavaliere nero", dell'amore paterno sulla cieca obbedienza all'autorità. E dal casco nero di Darth Vader ecco emergere il volto, tumefatto, sfregiato e terribilmente fragile, di un Anakin Skywalker moribondo ma finalmente pacificato (e il volto, per l'occasione, è quello di un veterano dei palcoscenici britannici, Sebastian Shaw), per un definitivo commiato dal figlio Luke. Le ultimissime sequenze de Il ritorno dello Jedi, durante le celebrazioni per il trionfo dell'Alleanza Ribelle, ci concederanno una fugace apparizione dello "spirito" di Anakin, questa volta sorridente e al fianco dell'antico rivale Obi-Wan Kenobi (Alec Guinness).
Le origini del Male: ritratto del villain da giovane
Non è un caso che proprio la figura di Darth Vader abbia persuaso George Lucas, quasi quindici anni dopo la conclusione della sua trilogia di culto, a mettere in cantiere un nuovo trittico di film basati sull'universo di Star Wars: usciti nelle sale fra il 1999 e il 2005, i tre capitoli identificati come il primo, secondo e terzo episodio della saga costituiscono un prequel delle vicende di Guerre stellari, mettendo in scena la storia della trasformazione di Anakin Skywalker in Darth Vader e della sua conversione al Lato Oscuro. Un'operazione rischiosissima, come tutti i prequel, e alla quale non sono state risparmiate critiche feroci (più o meno motivate): rischiosa innanzitutto perché volta a riaprire il discorso su una delle più importanti icone della fantascienza e del cinema, contrapponendo al mistero della sua genesi una sorta di coming of age alla rovescia. D'altro canto, la seconda trilogia di Star Wars è esattamente questo: la cronaca progressiva e inesorabile di una "discesa agli inferi", contraddistinta da un senso di fatalità dovuto proprio alla nostra conoscenza dell'esito di tale percorso. Star Wars - La minaccia fantasma narra pertanto il primo incontro fra il prode Jedi Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor) e un Anakin (Jake Lloyd) di appena nove anni, promettente pilota e bambino nelle cui vene scorre un sorprendente tasso di Midi-chlorian (ammettiamolo: la spiegazione 'scientifica' sulla natura della Forza rimane uno dei maggiori passi falsi di Lucas).
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Dieci anni più tardi (ma dopo solo tre anni di attesa per gli spettatori), in Star Wars - L'attacco dei cloni, Anakin ha il volto dell'attore ventenne Hayden Christensen, è innamorato della senatrice Padmé Amidala (Natalie Portman), ma non è ancora in grado di controllare i propri sentimenti; la morte della madre è l'evento che scatenerà la furia distruttiva e incontrollabile di Anakin, e che lo condurrà, nel successivo Star Wars - La vendetta dei Sith, ad abbracciare il Lato Oscuro della Forza. Irretito dalle lusinghe dell'infido Cancelliere Palpatine (ancora McDiarmid), Anakin è l'eroe che si abbandona alla hybris: un "angelo caduto" destinato a ribellarsi contro il suo ex maestro Obi-Wan e contro i suoi compagni Jedi, e quindi anche "l'angelo sterminatore" che permetterà l'instaurazione dell'Impero dei Sith. Le sequenze finali del duello fra Anakin e Obi-Wan in un oceano di lava, a dispetto del diffuso scetticismo per la seconda trilogia di Lucas, si attestano fra le pagine più intense, maestose e visivamente impressionanti del canone di Star Wars, così come la "metamorfosi" di Anakin: una scena in cui la grandiosità epica - e apocalittica - si fonde con un'estetica dai tratti cyberpunk, con la carcassa mutilata e semi-carbonizzata di Anakin assemblata in un nuovo organismo, per metà umano e per metà macchina (l'omaggio di Lucas a Frankenstein è pressoché esplicito). E dalla maschera nera, posta per sempre sul viso di Anakin, ecco risuonare quello spaventoso respiro meccanico, ormai inconfondibile sinonimo di orrore.
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Post mortem: l'eredità di Darth Vader
Arriviamo così al settimo episodio, Star Wars - Il risveglio della Forza, con il suo emozionante omaggio alla mitologia della saga, rielaborata in un racconto avvincente in cui J.J. Abrams punta a ripercorrere le orme del film capostipite, Una nuova speranza. Con un riferimento ben preciso a Darth Vader (senza rivelarvi elementi importanti della trama): la ricomparsa di quella leggendaria maschera, simbolo semi-distrutto del potere del Lato Oscuro e ora emblema di una maligna 'eredità' tuttora viva e pulsante nella Galassia. Un'eredità raccolta da Kylo Ren (Adam Driver), il letale guerriero al servizio del Primo Ordine: non un semplice simulacro di Darth Vader, del quale comunque ricorda le sembianze, con la sua nera corazza, ma una figura complessa e tormentata, dalle sfumature addirittura tragiche. In qualche modo, pure a trent'anni di distanza dalla sua sconfitta, l'ombra di Vader continua dunque a proiettarsi ineluttabilmente sull'universo di Star Wars... e in fondo, non potrebbe essere altrimenti.
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