Spider-Man è l'eroe Marvel per eccellenza: insieme ad altri personaggi cardine come Captain America e Iron-Man, questa figura così irriverente e scanzonata che, prima del previsto, viene a patti con un carico di responsabilità davvero complicato da sostenere, è sempre stata un punto di riferimento sia nei fumetti che al cinema. Non è un caso che proprio l'Uomo Ragno sia stato il vigilante che ha avuto più trasposizioni e interpretazioni sul grande schermo (e non solo), con vari autori (Raimi, Webb e Watts in particolare) che hanno voluto raccontare la propria versione personale dell'Arrampicamuri.
Detto questo, dopo anni e anni di adattamenti, solamente nel 2016, in Captain America: Civil War, proprio Spider-Man (con Tom Holland che l'ha interpretato per la prima volta) ha iniziato a interagire con l'MCU, dando maggiore respiro e profondità alla sua storia. Dopo ben tre capitoli, il quarto film della saga con Holland protagonista sembra rappresentare un duro scoglio da superare e, con un'analisi puntuale, proveremo a capire il perché.
Le garanzie di Tom Holland
Sono passati ben sette anni da quando l'attore sopracitato ha iniziato il suo percorso personale con i Marvel Studios e, proprio ora, quando la carriera del divo sta raggiungendo nuovi sbocchi esterni, il giovane interprete ha giustamente bisogno di garanzie precise prima di tornare, possibilmente, ad incarnare il supereroe Marvel. Sono state proprio delle sue recenti dichiarazioni, in una conferenza stampa con la Critics Choice Association, a mettere in evidenza la necessità di un arco narrativo che non vada a snaturare il personaggio per il quale la star prova un affetto smisurato. C'è inoltre un altro sottotesto sottile: è evidente che Holland, proprio in previsione di un allontanamento dall'universo di Kevin Feige, vuole assolutamente lasciare un buon ricordo di sé e non associarsi ad un progetto che non sente suo e che al contempo potrebbe rovinare la sua veste supereroistica agli occhi del pubblico. Ad ora sembra quindi che l'artista, insieme alla Marvel, stia trovando un compromesso adeguato, ma è sicuramente un momento delicato.
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Dopo No Way Home è difficile tornare in pista
Tra l'altro, non ci dimentichiamo che Spider-Man: No Way Home, il terzo film della saga uscito nelle sale italiane il 15 dicembre 2021, ha settato degli standard molto restrittivi e precisi che possono essere considerati dei punti fermi dai quali è difficile sottrarsi. Nel lungometraggio in questione, infatti, il concetto di Multiverso (tema cardine dell'MCU a partire dalla Fase 4) esplode in tutta la sua potenza, portando sul grande schermo anche le altre due versioni cinematografiche del personaggio, ovvero quelle incarnate da Andrew Garfield e Tobey Maguire con annessi i rispettivi antagonisti. Un polpettone corale che sembra presentare, sulla carta, lo stesso problema di Endgame, che ha rappresentato uno spartiacque monumentale dopo il quale tutto è crollato inesorabilmente. Ecco che quindi, in risposta a quanto abbiamo visto all'interno del terzo Spider-Man, non ci viene in mente nulla che sia ugualmente epico o minimamente comparabile, proprio perché sarà molto complicato rimanere sullo stesso livello contenutistico e tematico.
Il numero maledetto per eccellenza
La numerologia, come molte altre branche dell'esoterismo, attribuisce un valore qualitativo ai numeri, restituendo alle cifre valori negativi e benefici. Ecco, partendo da questo presupposto, il numero quattro può essere considerato, a conti fatti, il numero maledetto per eccellenza se rapportato alla storia cinematografica di Spider-Man. Se ci pensate bene, nessuna saga di riferimento del personaggio è riuscita a oltrepassare il limite del terzo film, con la trilogia di Sam Raimi che ci è andata molto vicina ma che comunque si è dovuta arrendere all'ineluttabilità del caso oltre che alle esigenze produttive di Sony Pictures. Per certi versi, quindi, parlare ora di un quarto film dell'era Holland ha un sapore quasi mistico e leggendario conoscendo quanto è accaduto con le precedenti iterazioni del personaggio. Al di là della superstizione, è indubbio che superare un trittico cinematografico è sempre stata operazione complessa in quanto è estremamente arduo non solo mantenere la stessa qualità degli altri lungometraggi, ma anche produrre qualcosa di armonico rispetto a quanto è stato già visto su schermo.
Il rischio SSU
Detto questo, anche le prime indiscrezioni sulla trama di Spider-Man 4 non sembrano per nulla confortanti. Come riportato da Daniel RPK sul suo profilo Patreon, pare che la storia di questo film possa collegarsi direttamente all'SSU (Sony's Spiderman Universe), ovvero l'universo cinematografico dedicato agli antagonisti dell'Uomo Ragno che ha lanciato personaggi come Morbius, Venom e che a breve introdurrà anche Kraven e Madame Web. In particolare, sembra che la produzione voglia inserire a tutti i costi Venom nella pellicola, anche considerando alcuni dettagli che hanno suggerito più volte un collegamento tra i due. Non ci dimentichiamo, però, che tutta l'operazione SSU si sta rivelando un piano cinematografico non solo incoerente, ma anche confusionario e privo di una direzione univoca. Dunque, mettere in mezzo lo Spider-Man di Tom Holland potrebbe peggiorare ulteriormente le cose, facendo finire nel baratro anche le pellicole di Jon Watts relative all'Arrampicamuri.
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Oltre il concetto di Multiverso
Chiudiamo la nostra analisi su Spider-Man 4, ragionando su una possibile direzione alternativa che invece Marvel potrebbe intraprendere. Fino ad ora abbiamo dato per assodato che, se effettivamente il quarto capitolo dell'Uomo Ragno arrivasse su schermo, si riallaccerebbe per forza di cose al concetto di Multiverso che è stato introdotto nel terzo lungometraggio. Ma se non fosse così? Siamo perfettamente consapevoli che quello che stiamo per suggerire è un ulteriore passaggio delicatissimo e complicatissimo, che potrebbe però dare una nuova linfa al franchise dandogli un nuovo slancio. Si vocifera, infatti, che la prima scelta registica per questo film, in caso Watts rifiutasse, sia Drew Goddard, che ricordiamo essere al timone dell'apprezzatissima serie Netflix su Daredevil. Un'artista che, se coinvolto in un progetto sull'Arrampicamuri, potrebbe cambiare radicalmente le carte in tavola, portando il mondo di Spider-Man su territori più cupi, noir e crepuscolari. Chiaramente è tutto da vedere, ma un tale svecchiamento tematico e contenutistico ha sicuramente molte potenzialità.