Camicia a quadri rossi e neri, cappellino da baseball e sorriso amichevole: quando ci saluta, in una stanza dell'hotel Carlton a Cannes, Alden Ehrenreich si presenta come un ragazzo semplice e spontaneo. Sembra non sentire, per sua stessa ammissione, la pressione del ruolo che gli ha cambiato la vita, ovvero quella del giovane Han Solo, protagonista dello spin-off della saga di Star Wars Solo: A Star Wars Story, presentato in anteprima, fuori concorso, al 71esimo Festival di Cannes e nelle sale italiane dal 23 maggio.
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Il suo compito è stato molto difficile: ammettiamolo, sostituire Harrison Ford è praticamente impossibile. L'unica soluzione era quindi capire come apprendere tutto il possibile dalla sua lezione e poi creare un personaggio diverso: "Questo Han Solo è più idealista" ci ha detto l'attore, proseguendo: "Con Harrison ci siamo incontrati a pranzo prima di cominciare a girare: mi sembrava sbagliato non farlo. È stato fantastico conoscerlo: è stato super gentile e disponibile. Ha visto il film un paio di volte e lo ama: per me significa molto. Per tutti noi il suo giudizio era fondamentale. Inizialmente ho cercato di assorbire il più possibile dell'Han Solo dei vecchi film, li ho guardati a ripetizione e poi li ho messi da parte. La cosa più importante era renderlo una persona vera: a questo punto non riesco più a guardarlo in modo oggettivo. So solo che ho cercato di renderlo più umano possibile: se non lo avessi fatto avrei finito per dire ogni battuta ridendo con l'angolo destro della bocca. Un'imitazione non avrebbe vita".
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La lunga strada verso Han Solo
Diventare Han Solo non è un processo facile: per vincere il ruolo, Ehrenreich ha dovuto affrontare una selezione durissima e infinita: "La cosa divertente è che sono stato il primo a fare l'audizione: dopo di me avranno visto almeno altre 3mila persone! Non sto esagerando, credo sia davvero il numero esatto. Sono stato il primo perché all'epoca stavo girando un altro film in Marocco e quindi dopo non avrei più potuto sostenere il provino. Ho fatto il primo, finito di girare l'altro film, e poi ho fatto audizioni per sei mesi".
"Quando ho firmato sapevo che non stavo interpretando un semplice ruolo: è stata letteralmente l'avventura di una vita. Fa parte del divertimento: accetti tutto quello che c'è dietro e cominci questa corsa, nel bene e nel male. Ho fatto audizioni per sei mesi: ho avuto tempo sufficiente per capire che era davvero una mia scelta e non il frutto del timore di come mi avrebbero guardato gli altri se avessi detto di no. Mi sono quindi preso del tempo per riflettere in solitudine: ho fatto un viaggio, aspettando che si appalesasse la vocina che mi avrebbe detto non farlo! Ma non è arrivata. Volevo davvero interpretarlo: mi piaceva il taglio del personaggio, la sfida".
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Tra le tante prove da superare durante i lunghi mesi di selezione ce n'è stata anche una molto curiosa: "Per il mio screen test ho dovuto parlare Wookiee: al secondo provino c'era un cane finto, che si animava premendo un bottone. Sapevo che serviva per le scene con Chewbecca, anche se non me l'hanno detto per ragioni di segretezza".
Reggere il peso di un'eredità ingombrante
In Solo: A Star Wars Story, Han è un ragazzo che si arrangia come può sul pianeta Corellia, non è ancora un pilota ed è innamorato della misteriosa Qi'ra (Emilia Clarke): un Solo molto diverso da quello che tutti conosciamo. L'attore ha dovuto (e continuerà a farlo) affrontare una valanga di critiche di fan che temevano di vedere rovinato un personaggio tanto amato e considerato intoccabile: "La pressione quando prendi parte a una saga amata c'è sempre, ma se è Star Wars è maggiore! Le mie preoccupazioni sono state le stesse per ogni altro film, semplicemente amplificate: ogni volta voglio soltanto che la gente ami il film e fare un buon lavoro. Dopo 15 anni in questo mondo spero di esserci finalmente riuscito! All'inizio era più difficile, ora credo di avere a disposizione diversi strumenti su cui fare affidamento: si tratta di capire su cosa hai il controllo. Ce l'ho sul mio lavoro e sulla mia parte, non ce l'ho sul risultato complessivo, su cosa pensa chi lavora con me o chi vede il film. Essere più onesto possibile con me stesso su questo è la cosa più importante. Lavoro a questo film da due anni e mezzo: ormai mi godo semplicemente la corsa".
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Se da un lato c'è l'ansia di non deludere i fan, dall'altro c'è la gioia di aver lavorato a un film a cui tutti sono stati felici di partecipare: "È bello lavorare a qualcosa a cui le persone tengono così tanto: tutti sono così contenti di stare sul set che non sembra di lavorare. Si vede quando la gente è lì solo per ritirare l'assegno. Per questo film non è stato così: tutti hanno messo il massimo impegno e amore nel realizzare ogni creatura, c'è stato grande entusiasmo e si sente".
Il passaggio tra la coppia Phil Lord - Christopher Miller e Ron Howard
Solo: A Star Wars Story non ha avuto vita facile: inizialmente per la regia era stata infatti scelta la coppia formata da Phil Lord e Christopher Miller, autori del successo The Lego Movie, ma la Disney, a poche settimane dalla fine delle riprese, ha deciso di sostituirla con il premio Oscar Ron Howard, amico di vecchia data di George Lucas e Harrison Ford, che si è ritrovato a rigirare il 70% del film.
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Alden ha commentato così il passaggio di testimone: "La versione iniziale del film a cui stavamo lavorando non ha funzionato, è stata una delusione per me. Mi piaceva lavorare con Phil e Christopher, non ho mai visto il montaggio della loro versione, quindi non so dire perché non sia piaciuta. Siamo stati però davvero fortunati ad avere Ron: oltre ad aver fatto un gran numero di buoni film, è anche una persona fantastica. È un grande regista, un ottimo leader e una bella persona: sapeva sempre dove erano tutti e qual era il loro morale".
Una carriera impressionante: da Coppola ai Coen
In molti lo avranno conosciuto grazie a Solo, ma in realtà l'attore di Los Angeles è in attività da metà della sua vita e ha lavorato con alcuni dei più grandi registi viventi, tra cui Francis Ford Coppola, che lo ha scelto come protagonista di Tetro (in Italia uscito con il titolo Segreti di famiglia), l'esordio di Alden Ehrenreich: "Ho cominciato a lavorare e fare audizioni a 14 anni. Quando ho incontrato Coppola facevo provini da 4 anni, lui stava cercando il protagonista del suo nuovo film. Ho fatto audizioni con lui per 5 mesi: mi ha scelto e siamo andati a girare in Argentina. Praticamente ero sempre nel suo trailer a fargli domande! È stato come frequentare una scuola di cinema: gli ho fatto domande fino all'ultimo giorno. Vorrei dirigere anche io il prossimo anno e i suoi consigli sono stati preziosi: è stato molto disponibile, si è concesso generosamente".
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Oltre che con Coppola, Ehrenreich ha lavorato con diversi nomi illustri: "Quando ero al college ho fondato una compagnia teatrale, con cui ho lavorato per quattro anni: facevamo rivisitazioni in chiave moderna di Shakespeare. Ci riunivamo ogni domenica sera per sperimentare. Questo tipo di lavoro mi ha aiutato molto per il mio primo film. Sono stato incredibilmente fortunato: ho lavorato con Coppola, Woody Allen, i fratelli Coen... è incredibile. Lavorare fianco a fianco a questi giganti e poter assistere al loro genio è una fortuna incredibile. È la parte più gratificante del mio lavoro".
Il sogno della regia e di altri film di Star Wars
Anche l'attore è un fan di Star Wars, e, da piccolo, ha divorato le cassette della trilogia originale: "Il mio primo ricordo di Star Wars risale a quando avevo 5 anni. Ho visto le cassette a casa di un amico, ricordo distintamente l'entrata in scena di Han durante la battaglia di Yavin, quando salva Luke. Mi ricordo ancora l'emozione di quel momento. Da bambino amavo sia Han che Luke: volevo essere tutti i personaggi del film! Adesso che sono più vecchio amo molto Yoda".
Quando gli abbiamo quindi chiesto se vorrebbe continuare a interpretare Han Solo, ci ha risposto senza esitazione: "In teoria potremmo fare altri due film, la cosa è uscita fuori: non c'è ancora niente di certo, ma mi piacerebbe molto farlo. Sarebbe davvero divertente".
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Per quanto riguarda le sue ambizioni da regista invece, il giovane Han Solo ha le idee altrettanto chiare: "Sto montando un corto che ho appena girato: credo che ne farò un altro e poi comincerò a pensare al mio primo lungometraggio. Vorrei riuscire a farlo entro il prossimo anno e mezzo: devo trovare la storia giusta e uno sceneggiatore. Al momento sto valutando diverse storie, il criterio di scelta è lo stesso che applico da attore: devo sentire che i personaggi sono veri. Se amo i personaggi non importa il genere della pellicola. Amo il cinema e i film e vorrei capire cosa si prova a esprimersi attraverso di essi".
Chewbecca e Han Solo: una coppia fantastica
In Solo scopriamo come, dove e quando si è conosciuta la coppia di contrabbandieri e piloti più amata della storia del cinema e vediamo che la loro è una vera e propria storia d'amore, come ci ha confermato Ehrenreich: "Tra Han e Chewbecca c'è una connessione silenziosa: si conoscono molto bene. Han può essere molto difficile e Chewbe è l'unico che sa come gestirlo. Almeno fino a Leia. La loro storia è meravigliosa e strana".
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L'altra metà della coppia è formatta dal finlandese Joonas Suotamo, 2 metri e 10 di sorriso smagliante ed entusiasmo: "È stato fantastico lavorare con Chewbecca: Joonas ha fatto un ottimo lavoro, anche se ha pochi mezzi per esprimersi, ha donato al personaggio un cuore immenso. È una persona incredibile: è altissimo, ha gli occhi blu, è stato un atleta e ha frequentato la scuola di cinema. Ho amato fare le scene con lui, mi ha aiutato molto".