Sherlock Holmes: oltre un secolo d'indagini su pellicola e TV

Il lungo idillio tra il mondo della fiction cinematografica e televisiva con il personaggio creato dalla fantasia di Sir Conan Doyle.

Un detective da Guinness

Era il 1887 e dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle nasceva quello che sarebbe diventato il detective per antonomasia: Sherlock Holmes. Con quattro novelle e 56 racconti, l'autore ha creato un mito immortale che si è guadagnato un posto nel Guinness dei Primati come personaggio interpretato da 75 attori diversi in 211 film. Come tutti sanno, Holmes è accompagnato dal suo fedele sidekick, il dottor John Watson, che oltre ad essere il suo compagno fedele di tante avventure è anche il fittizio narratore dei racconti sensazionali che descrivono i casi risolti dal detective; proprio attraverso Watson, Conan Doyle descrive il suo personaggio come una persona fredda, logica, dedita allo studio di tutto ciò che può aiutarlo nel suo lavoro, e assolutamente disinteressato al romanticismo o alle storie d'amore. Eppure Holmes è un intreccio di contraddizioni: sa diventare galante e affascinante quando l'occasione lo richiede, e dietro la sua maschera di freddo cinismo si nasconde anche un grande cuore, nel quale alberga un forte sentimento di amicizia per il suo amico-collega-medico, e passa senza problemi dal suo estremo attaccamento all'igiene personale a travestimenti di ogni genere pur di risolvere un caso. Ma iniziamo ad esplorare la sua storia filmica; considerato il lungo elenco di produzioni che lo vedono protagonista ci soffermeremo su quelle che hanno caratterizzato di più la storia del cinema e della televisione, lasciando un'impronta indelebile nell'immaginario del pubblico.

L'esordio al cinema

Il primo film risale al 1900, durava meno di un minuto e ovviamente era un film muto a cura dell'American Mutoscope and Biograph Company. Dal 1908 al 1911 sono prodotti altri 13 minifilm da parte di una società danese. Il successivo ciclo arriva finalmente dal Regno Unito e vede un totale di 47 pellicole con Eille Norwood nella parte di Holmes e Hubert Willis in quella di Watson. Tutti i sopracitati sono produzioni canon, cioè basate sui lavori di Arthur Conan Doyle, mentre per quanto riguarda le trame originali partiamo con il leggendario Buster Keaton, che creò un film dove un giovane artista cinematografico sogna di diventare un grande detective.
Uno dei più amati interpreti del detective è Basil Rathbone, che affiancato da Nigel Bruce ha recitato in quattordici pellicole per la 20th Century Fox e una dozzina per la Universal Pictures, dal 1939 al 1946, lanciando la frase simbolo (seppur non canon) "Elementare, Watson".

Elementare, Mr. Lee

Anche Christopher Lee ha indossato il cappotto e il cappello di Holmes in Sherlock Holmes e la valle del terrore del 1962 (e trent'anni più tardi in due produzioni televisive Sherlock Holmes and the Leading Lady con Morgan Fairchild nel ruolo di Irene Adler, e Incident at Victoria Falls). A seguire troviamo Robert Stephens in Vita privata di Sherlock Holmes di Billy Wilder, che unisce elementi del giallo a quelli della spy-story in una storia che si svolge sulle sponde del lago di Loch Ness, Nicol Williamson in Sherlock Holmes: soluzione settepercento del 1976, basato sul romanzo di Nicholas Meyers, incentrato sull'abitudine di Holmes di far uso di cocaina per distrarre il suo cervello dalla monotonia della vita quotidiana quando non ci sono casi da risolvere. Ad affiancare il protagonista, in questa storia, c'è Robert Duvall nel ruolo del fidato dottore, mentre nei panni di Moriarty c'è il leggendario Laurence Olivier.
In Sherlock Holmes: notti di terrore, con John Neville e Donald Houston e Assassinio su commissione, con Christopher Plummer e Donald Houston il detective indaga sul caso di Jack lo Squartatore, anche se non saranno certo le uniche incursioni che farà a Whitechapel, come vedremo più avanti.

Sherlock per caso

Nel 1988 arriva Senza Indizio, una commedia con Michael Caine nel ruolo di Sherlock e Ben Kingsley in quello di Watson. In questa commedia i ruoli sono invertiti: Watson è il geniale detective e Sherlock Holmes, alias Reginald Kincaid, non è altri che un attore ingaggiato da Watson per intepretare la parte del grande detective. La storia narra di questo impareggiabile medico che per hobby fa l'investigatore, ma il suo è un passatempo che deve restare segreto perché Watson sta sperando di entrare a far parte di un prestigioso studio medico. Dopo aver fornito la soluzione ad un caso, viene sommerso di richieste per incontrare il detective Sherlock Holmes, alias che si è creato per rimanere anonimo. Non essendo riuscito a entrare nello studio, Watson pensa bene di sfruttare il suo hobby e farlo diventare un lavoro vero e proprio ma per fare questo ha bisogno di qualcuno di interpreti il ruolo di Holmes. Assume Kincaid, che sfortunatamente è un donnaiolo incallito, bevitore e giocatore d'azzardo. La relazione turbolenta tra i due è l'elemento che rende il film strepitoso, ma nonostante si tratti di una commedia l'intreccio del caso sul quale lavorano è ben costruito e alla fine i due consolideranno la loro amicizia basata sul rispetto reciproco. Nel cast troviamo anche Paul Freeman nel ruolo di Moriarty e Jeffrey Jones in quello dell'inutile e impacciato Ispettore Lestrade, mentre la regia è di Thom Eberhardt.

I dolori del giovane Holmes

Un altro film di successo che è diventato uno dei preferiti del pubblico è Piramide di Paura del 1985, diretto da Barry Levinson e prodotto da Steven Spielberg. La pellicola mostra un giovane Sherlock Holmes che fa conoscenza del suo amico John Watson (Alan Cox) in una scuola privata per ragazzi dove Holmes eccelle in tutte le materie, specie la chimica e la scherma, e dove incontra il suo primo e unico amore, Elisabeth (Sophie Ward), figlia del professore Rupert T. Waxflatter, un eccentrico insegnante in pensione che vive nel collegio ed è mentore di Holmes (Nicholas Rowe). La trama segue i tre ragazzi indagare su una serie di misteriosi suicidi che sembrano essere collegati al professore che a sua volta muore in circostanze misteriose. Attraverso la raccolta di indizi e una serie di esperimenti chimici, Holmes arriva a una setta di seguaci di divinità egizie che hanno costruito una piramide di legno presso la quale si tengono i loro sacrifici umani. Tuttavia, nonostante gli indizi raccolti Lestrade non dà retta ad Holmes e Watson che si ritrovano da soli a combattere contro i seguaci del culto. In più, Holmes viene ingiustamente accusato di aver copiato durante gli esami ed espulso da scuola. Dopo una serie di vicende, fughe, interrogatori e scampati pericoli, i tre giovani arrivano al confronto finale con l'artefice che si nasconde dietro la maschera cerimoniale, il professor Rate, maestro di scherma di Holmes che lo sfida a un duello fatale su un fiume ghiacciato.
Dopo il tragico epilogo, Holmes si congeda dal suo amico, ma il futuro dottore, voce narrante di tutto il film come da tradizione letteraria, è sicuro che un giorno rincontrerà il suo amico ed è già pronto a lanciarsi in altre avventure.

L'era Ritchie/ Downey Jr.

A riportare in auge il personaggio in tempi molto più recenti è Robert Downey Jr., accompagnato dal dottor Watson di Jude Law, nella nuova saga del regista britannico Guy Ritchie. I due sono apparsi divertiti e affiatati nel primo Sherlock Holmes del 2009, e riprendono i loro personaggi nel sequel Sherlock Holmes: Gioco di ombre.
La visione di Ritchie del celebre investigatore è certamente poco ortodossa, e pur mantenendo alcune caratteristiche del personaggio di base, lo Sherlock Holmes interpretato da Downey jr. è soprattutto un eroe molto moderno, ironico e scapestrato, ma anche "fisico" e anche di un certo sex-appeal. Il personaggio di Watson si adegua alla nuova visione di Ritchie sulla 'mitologia' di Holmes, ed è l'elemento forse più equilibrato di una strana coppia da buddy movie in salsa action. Così la pellicola, basata su una graphic novel scritta appositamente da Lionel Wigram, tra regia sincopata e linguaggio che fa spesso pensare all'estetica del videoclip, regala al Ventunesimo secolo uno Sherlock Holmes molto lontano dall'immagine fredda e aristocratica della gran parte delle altre trasposizioni, e un Richie che dà il meglio di sé nelle lunghe, elaborate e spettacolari scene d'azione.

Sherlock in versione steampunk

Sulla scia della ritrovata popolarità del personaggio di Conan Doyle - e in attesa di un possibile terzo episodio della saga rilanciata da Guy Ritchie - si è parlato di un film con Sacha Baron Cohen nel ruolo del grande detective, ed è stato realizzato Sir Arthur Conan Doyle's Sherlock Holmes, diretto da Rachel Goldenberg con Gareth David-Lloyd nei panni di Watson e Ben Syder in quelli di Holmes. La pellicola vede i due protagonisti in giovane età in una versione steampunk-scifi in una storia ambientata nel 1881, nella quale Holmes indaga sui crimni di un genio della meccanica, Spring Heeled Jack, che ha creato dei mostri meccanici che stanno terrorizzando Londra.

Sherlock Holmes e i misteri del tubo catodico

Passiamo adesso al piccolo schermo, dove le storie di Holmes hanno proliferato in modo impressionante: i fan più fedeli considerato l'interpetazione di Jeremy Brett la descrizione più fedele che sia mai stata data del detective. Brett ha collaborato per un decennio, dall'84 al '94 con a Granada Television per The Adventures of Sherlock Holmes, girando ben 36 episodi e cinque film prodotti in più di sei stagioni. Nonostante i fan siano unanimamente d'accordo sul fatto che Brett abbia dato l'interpretazione perfetta di Holmes, c'è da dire che il suo personaggio, ritratto come un detective arrogante e nevrotico non rispecchia la descrizione di Conan Doyle, per il quale Holmes è dotato di un self control invidiabile.
Prima dello show con Brett, c'era già stata negli anni '60 la serie della BBC intitolata Sherlock Holmes con Peter Cushing e Nigel Stock, mentre dal 2000 al 2002 la Muse Entertainment Enterprises ha prodotto quattro film per l Hallmark Channel, con Matt Frewer e Kenneth Welsh: The Hound of Baskerville (2000), The Royal Scandal (2001), The Sign of Four (2001) e The Case of the Whitechapel Vampire (2002).

Il ritorno di Sherlock Holmes

Nel 1987 arriva in TV The Return of Sherlock Holmes, con Michael Pennington nel ruolo di Holmes e Margaret Colin in quelli della pronipote di Watson. Il film, non canon ovviamente, è ambientato negli anni '80 e vede la pronipote di Watson seguire le istruzioni lasciate dal suo antenato per scongelare il detective che era stato ibernato parecchi decenni prima per sfuggire alla piaga della peste bubbonica. I due fanno squadra e risolvono un caso che è una sorta di ibrido tra Il segno dei quattro e la famigerata storia della rapina in banca a opera di B.D. Cooper. Un mito del genere non poteva sfuggire al fascino dell'animazione e di fatto in Giappone è stata creta una serie animata con personaggi canini antropomorfi, di cui molti episodi sono stati diretti addirittura da Hayao Miyazaki.

Techno-Holmes

Attualmente in TV sta spopolando la serie non canon Sherlock della BBC creata da Steven Moffat e Mark Gatiss, che vede Benedict Cumberbatch nei panni di Sherlock e Martin Freeman in quelli di John, mentre Rupert Graves è il detective Lestrade (che non viene dipinto come un inetto, tanto per cambiare) e lo stesso Gatiss fa parte del cast nel ruolo del potente fratello di Sherlock, Mycroft. La serie è ambientata ai giorni nostri e ha 'aggiornato' tutti i metodi lavorativi di Holmes usando le tencologie che abbiamo oggi a disposizione. Anche il personaggio centrale ha subito delle modifiche e si può descrivere come brillante, completamente privo di tatto o di delicatezza, arrogante, con un ego smisurato e una dipendenza dai cerotti alla nicotina, che servono a sostituire gli stupefacenti di cui è caduto vittima in gioventù. E' del tutto insopportabile, ma il suo carisma, il suo fascino, l'abilità sovrumana del suo cervello di acquisire dati e informazioni dai più piccoli particolari fanno di questo Sherlock un personaggio del tutto unico che ha rapito l'immaginario del pubblico. A fargli da controparte troviamo un John Watson veterano della guerra in Afghanistan che non esita a eliminare un uomo per salvare la vita di Sherlock dopo meno di 24 ore dal loro primo incontro. Il Watson di Freeman è affabile, gentile con tutti e fa da 'cuscino' tra Sherlock e il resto del mondo, ha un'indiscutibile tempra morale ed è il compasso che guida Sherlock, che si autodefinisce un sociopatico, nelle turbolente acque delle relazioni sociali. Nervi d'acciaio e litri di tè, dipendenza dall'adrenalina e amore dell'avventura, questa è la ricetta per riuscire a convivere con Holmes, e John è praticamente perfetto per essere il suo coinquilino e 'blogger'. A completare il quadro troviamo la materna ed eccentrica Mrs. Hudson (Una Stubbs), Mycroft, che nonostante la faida in corso con suo fratello non può fare a meno di preoccuparsi per lui, e Lestrade, un ottimo detective si rivolge al consulente privato per i casi più difficili e bizzarri e non ha timore a usare la mano pesante quando Sherlock esagera con i suoi comportamenti e si 'dimentica' di consegnare le prove che ha acquisito.

Sherlock a New York

La prima stagione di Sherlock si è conclusa con un cliffhanger esplosivo che vede Moriarty (Andrew Scott), la nemesi storica di Holmes, Sherlock e John nel classico stallo alla messicana dove le tre parti coinvolte sono allo stesso tempo in pericolo di vita e minacciano la vita degli altri. In questo caso abbiamo John intrappolato in un giubetto di esplosivo il cui timer è nelle mani di Moriarty, Sherlock con la pistola di John puntata sul suo acerrimo nemico e i cecchini di quest'ultimo puntati su Sherlock e John. Tutto sembra presagire una conclusione drammatica ma all'ultimo minuto, o meglio nei primi minuti della premiere della seconda stagione, vediamo Moriarty ricevere una telefonata che mette fine allo standoff lasciando i nostri due beniamini con un'espressione di perplessa gratitudine verso il misterioso interlocutore. La seconda stagione termina con un finale ancora più drammatico, che riprende il fatidico 'salto nel vuoto' delle cascate Reichenbach e ci lascia in attesa della terza stagione che andrà in produzione all'inizio del 2013. Nel frattempo attendiamo l'arrivo sugli schermi americani di Elementary, una nuova versione del detective londinese, interpretata da Jonny Lee Miller, che per la prima volta vedrà Holmes risiedere a New York City invece che a Baker Street e dove il fedele Dottor Watson avrà gli splendidi occhi a mandorla di Lucy Liu.