Appuntamenti focosi in ascensore, ballerine di lap dance, orge bacchiche tra creature sovrannaturali, incesto: nel corso degli anni, le serie televisive, e in particolare quelle americane, hanno infranto il tabù del sesso, affrontando l'argomento spesso in modo molto più esplicito e audace di quanto non faccia il cinema. Dai casti baci adolescenziali dati nei corridoi del liceo dei teen drama, si è passati man mano a nudità sempre più esplicite, fino a mettere in scena situazioni opposte, come amplessi violenti che sfociano nel sangue. Che sia funzionale alla storia o che diventi un pretesto per far parlare della serie e sconvolgere lo spettatore, il sesso non lascia indifferenti e la televisione moderna lo ha reso uno dei cardini della narrazione seriale, elemento imprenscindibile se si vuole raccontare una storia, e soprattutto dei personaggi, a tutto tondo.
Quando si parla di sesso in televisione non si può non nominare HBO: il canale via cavo statunitense è stato infatti un pioniere in questo senso, a cominciare da due dei suoi titoli più famosi, come I Soprano e Sex and the City, arrivando alle nudità costanti, e spesso criticate, de Il trono di spade, in cui la sessualità è ormai uno degli elementi distintivi. Il sesso è così presente nei titoli HBO da aver reso il canale protagonista di una famosa parodia, in cui il tormentone è "it's not porn, it's HBO!".
Negli ultimi venti anni lo sdoganamento del sesso in televisione non è servito solamente ad aumentare gli ascolti e stuzzicare il pubblico: serie come Queer as Folk e The L Word hanno affrontato mondi spesso inesplorati come la sessualità omosessuale, mentre Orange Is the New Black e Oz hanno parlato dei rapporti intimi tra detenuti e titoli come Hung - Ragazzo squillo e Secret diary of a call girl sono entrati nell'intimità di professionisti del sesso.
Vediamo dunque come si è evoluta la sessualità in televisione, fino ad arrivare agli studi del dottor William Masters e di Virginia Johnson, i protagonisti di Masters of Sex, che torneranno il prossimo 12 luglio in TV con la loro ricerca scientifica sul mondo del sesso.
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South Park e le lezioni del signor Garrison
Parlare esplicitamente di sesso, almeno fino a venti anni fa, era appannaggio delle serie animate: I Simpson e soprattutto South Park, hanno affrontato l'argomento sempre con ironia feroce, spesso mettendo in scena situazioni al limite della perversione, come la pratica di inserire roditori nel retto raccontata in modo geniale nella puntata di South Park "The Death Camp of Tolerance" (stagione 6, episodio 14). Sempre la serie di Trey Parker e Matt Stone ha creato dei veri e propri "insegnanti del sesso" con le figure del signor Garrison, maestro elementare che, grazie al supporto del suo compagno ha portato il sadomaso in televisione (e in una puntata ha perfino cambiato sesso), e Chef, il cuoco della scuola, che con le sue canzoni ha istruito Stan e gli altri sui fatti della vita. Il fatto di essere serie animate, e quindi non potendo mostrare persone in carne e ossa, ha concesso a South Park, I Simpson e I Griffin una grande libertà, rendendole delle pioniere nel raccontare il sesso in tv.
Sesso criminale in Oz e Orange is the New Black
Ideata da Tom Fontana e prodotta da Barry Levinson, Oz è la prima serie HBO con episodi di un'ora, e una delle prime serie televisive in cui si affrontano in maniera esplicita sesso e violenza, spesso indissolubilmente legati, visto che si parla di un gruppo di detenuti dell'Oswald State Penitentiary, carcere di massima sicurezza in cui gli esponenti dei diversi gruppi, tra cui Gli Ariani, I Latinos e I Centauri, si affrontano ogni giorno e spesso mettono in atto violenze sessuali ai danni degli altri prigionieri. Andata in onda nel 1997, Oz è stata una serie di rottura, una di quelle che ha dimostrato che la televisione poteva essere molto di più che soap opera e drammi adolescenziali. Sedici anni dopo Oz, Orange Is the New Black ha messo in scena i rapporti tra le detenute di un carcere femminile, inserendo tra i personaggi anche una delle prime protagoniste trans della televisione, la Sophie Burset di Laverne Cox.
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Tony Soprano e le ballerine del Bada Bing!
Creata a David Chase, in sei stagioni I Soprano ha esplorato, come se fosse un romanzo, la vita del capo di un clan mafioso del New Jersey, l'immortale Tony Soprano interpretato da James Gandolfini, anti-eroe per eccellenza della televisione. Nel farlo non ha omesso la sessualità del protagonista, fatta di continui tradimenti ai danni della moglie Carmela (Edie Falco) e di infatuazioni per donne spesso di facili costumi, come le ballerine di lap dance del locale Bada Bing!, e a volte difficilmente impressionabili, come la psichiatra Jennifer Melfi (Lorraine Bracco). I corpi nudi delle ballerine del Bada Bing! sono tra i primi mostrati esplicitamente, e con una certa frequenza, in televisione.
Le donne e il sesso in Sex and the City e Girls
Spesso additato dal pubblico maschile come responsabile di aver rovinato un'intera generazione di donne, a fine anni '90 Sex and the City, prodotta da HBO, ha rivoluzionato il sesso in televisione, almeno dal punto di vista femminile: spesso rappresentate come semplici oggetti sessuali attraverso occhi maschili, le donne trentenni di Sex and The City, serie creata da Darren Star a partire dall'omonimo romanzo di Candace Bushnell, sono le protagoniste della loro sessualità, che, per la prima volta in una serie tv, praticano e sperimentano in totale libertà, forti della loro indipendenza economica e libertà sociale. In sei stagioni, Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker) e le sue amiche, tra cui la spregiudicata Samantha interpretata da Kim Cattrall, hanno sperimentato e parlato di tutto, mettendo in scena dialoghi storici come quello sul sesso anale all'interno di un taxi, nella puntata Incontri casuali (Valley of the Twenty-Something Guys) (stagione 1, episodio 4). Quindici anni dopo Girls, creata da Lena Dunham e HBO, ha messo in scena quattro ventenni a New York e la loro vita, anche sessuale, nella città, diventando l'erede di Sex and The City.
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La sesso-dipendenza del dottor Troy e di Hank Moody
Alcune persone non amano semplicemente il sesso, ne sono ossessionate: come il dottor Troy interpretato da Julian McMahon in Nip/Tuck, serie FX creata da Ryan Murphy, e l'Hank Moody di David Duchovny in Californication, ideata da Tom Kapinos per Showtime. Spesso blasfemo, basti pensare alla scena iniziale della serie con protagonista una suora, Californication ha la parola "fornicazione" nel titolo, quindi gli intenti sono ben precisi, così come quelli del chirurgo plastico di Miami: alla ricerca costante della perfezione e perennemente insoddisfatto, il dottor Troy si intrattiene con decine di donne diverse praticamente in ogni puntata di Nip/Tuck, seguendo la sua filosofia di vita, espressa nella puntata "Kurt Dempsey" (stagione 1, episodio 5): "Tutto quanto scompare: amore, alberi, rocce, acciaio, plastica, uomini, donne, bambini, nessuno di noi ne esce vivo. Puoi chiuderti in un gruppo e piangerti addosso giorno per giorno oppure puoi essere riconoscente che il tuo corpo, ogni volta che si strofina su un altro, esploda dandoti un piacere che ti fa dimenticare per un minuto che sei un mucchietto di ceneri ambulante. Per me è questo il succo del discorso. Se sei forte ti renderà libera come me, se sei debole ti renderà... Come te".
I professionisti del sesso: Hung, Secret Diary of a Call Girl, Xanadu e Maison Close
In una panoramica sul sesso in televisione non può mancare chi fa del suo corpo la propria professione: in Hung - Ragazzo squillo, ancora una volta realizzato da HBO, Thomas Jane è Ray Decker, ex stella dello sport che, in seguito a un infortunio che ha interrotto la sua carriera e a un divorzio dispendioso, si trova in piena crisi finanziaria e possiede un'unica risorsa grazie cui guadagnare ingenti somme di denaro, il suo gigantesco pene. Ray decide così di diventare un escort e, con i toni della commedia e tanto sesso, affronta l'inusuale mondo della prostituzione maschile. In Diario di una squillo perbene, tratto dal libro di Belle De Jour, è invece l'attrice inglese Billie Piper a esplorare la prostituzione, interpretando l'escort di lusso Belle e rivolgendosi direttamente al pubblico, abbattendo la quarta parete.
Non solo Americani: in Francia sono andate in onda alcune serie molto sexy, come Maison Close, ambientata nel 1870 in un bordello di Parigi, il Paradis, che segue le vicende di tre prostitute, Rose, Vera e Hortense, e Xanadu, che racconta la storia della famiglia Valadine, clan che possiede una casa di produzione specializzata nella realizzazione di film porno, entrambe portate in Italia da LaEffe.
Adolescenti terribili: Skins, Gossip Girl e Shameless
Per quanto riguarda i teen ager la tv è passata dagli amori lacrimosi e casti di Dawson's Creek all'incubo di ogni genitore, ovvero gli adolescenti scatenati di Gossip Girl, in cui i rampolli di Manhattan fanno sesso per vanità e per complottare, quelli british di Skins, così spregiudicati da aver fatto scalpore in America, e quelli dei bassifondi di Chicago di Shameless, versione a stelle e strisce dell'omonima serie inglese, in cui il sesso è protagonista fin dalla sigla iniziale, in cui la bella e selvaggia Fiona interpretata da Emmy Rossum cerca di controllore i suoi numerosi e disinibiti fratelli, spesso fallendo miseramente nell'impresa, visto che lei stessa si concede molto facilmente e generosamente, spesso accompagnando l'atto a quantità industriali di droga e alcol. Non solo adolescenti però: in Shameless anche gli adulti si danno alla pazza gioia, frequentando minorenni, usando sul proprio partner oggetti erotici di diverse fogge e misure, arrotondando lo stipendio spogliandosi in web-cam e facendo accoppiare il marito con la propria madre per avere un utero in affitto economico.
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Sesso gay: Queer as Folk e The L Word
Se il sesso in televisione era un tabù, quello omosessuale lo è stato forse ancora di più: uno dei primi baci gay della televisione è arrivato solo nei primi anni 2000 grazie a Buffy - L'ammazzavampiri di Joss Whedon, le protagoniste erano le streghe Willow (Alyson Hannigan) e Tara (Amber Benson), mentre una delle prime serie a tema interamente gay è stato Queer as folk, prima nella versione inglese creata da Russell T. Davies, artefice anche del rinnovamento di Doctor Who, andata in onda dal 1999 al 2000, con protagonisti Aidan Gillen e un giovanissimo Charlie Hunnam, e poi nell'omonimo remake americano (2000 - 2005) realizzato da Showtime, in cui il sesso è ancora più esplicito e maggiormente presente. Entrambe le versioni di Queer as Falk esplorano la vita sessuale di un gruppo di amici gay, così come The L Word, creata da Ilene Chaiken per Showtime e con protagonista Jennifer Beals, affronta quella di donne lesbiche di Los Angeles. In entrambi i casi, il parlare apertamente di sesso omosessuale ha creato scandalo, ma il pubblico non si è fatto influenzare dalle critiche dei più conservatori, ed entrambi i titoli hanno avuto un buon successo, anche perché oltre alla sessualità vengono affrontati temi di attualità come il coming out, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, l'adozione da parte di coppie gay, la discriminazione per il proprio orientamento sessuale e l'inseminazione artificiale.
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Sesso storico: Roma, Spartacus, I Tudors, I Borgia e Vikings
Negli ultimi dieci anni le serie ad ambientazione storica sono diventate una costante del panorama televisivo internazionale: basti pensare a prodotti come Marco Polo di Netflix o Vikings, la prima serie tv originale di History Channel. In nome dell'accuratezza storica queste serie esplorano anche i costumi sessuali delle varie epoche, mostrando così come ad esempio i Vichinghi fossero molto disinibiti e liberi con la loro sessualità. Serie come Roma e Spartacus hanno contribuito a sdoganare definitivamente la nudità in tv e I Tudors - Scandali a corte e I Borgia hanno rappresentato, con attori molto più avvenenti di quanto la storia non abbia tramandato, personaggi realmente esistiti e notoriamente con un rapporto particolare con il sesso, come re Enrico VIII.
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Sesso e sangue: True Blood e Game of Thrones
Essendosi guadagnato negli anni la fama di canale coraggioso e sempre in anticipo sui tempi, HBO negli ultimi anni ha realizzato delle serie in cui l'argomento sesso può essere sintetizzato in un "allora vale tutto": con True Blood prima, creata da Alan Ball a partire dai romanzi di Charlaine Harris, e con Il trono di spade, creata da David Benioff e D.B. Weiss ispirandosi alla saga di George R.R. Martin, HBO ha spinto sempre di più il piede sull'acceleratore per quanto riguarda la sessualità mostrata e raccontata. In True Blood la mezza fata Sookie Stackhouse (Anna Paquin) è una vera e propria calamita per vampiri, licantropi e creature sovrannaturali, scaldando le notti della già torrida Louisiana con rapporti carnali al limite della violenza consumati al chiaro di luna e in cimiteri, in cui tra i liquidi corporei scambiati c'è soprattutto il sangue. Orge bacchiche, rapporti in cui un partner per non vedere la vampira con cui sta consumando un amplesso le rigira la testa a 180°, catene e latex: in True Blood si è visto davvero di tutto e la componente sexy della serie è forse la sua caratteristica principale, esplorando il rapporto che c'è tra sesso e morte e come la sessualità sia un impulso imprescindibile della vita, in questo caso non solo umana ma anche sovrannaturale, grazie agli aitanti vampiri Eric Northman (Alexander Skarsgård) e Bill Compton (Stephen Moyer) e al licantropo Alcide (Joe Manganiello).
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Cambia l'ambientazione ma anche ne Il trono di spade se ne vedono di tutti i colori: compresi incesti e violenze, per non parlare della quantità innumerevole di seni e posteriori mostrati praticamente in ogni episodio. Anche qui il sesso è diventato una delle caratteristiche distintive della serie, spesso usato come un vero e proprio mezzo per conoscere e delineare i personaggi.
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Il sesso multisensoriale di Sense8
In un presente televisivo in cui ormai si può vedere di tutto, dall'evirazione all'uso di giocattoli sessuali, i fratelli Wachowski hanno, ancora una volta, portato il racconto in una dimensione totalmente differente e unica: in Sense8, serie sviluppata dagli autori di Matrix per Netflix, un gruppo di otto persone scopre di avere la capacità di poter entrare in connessione l'una con l'altra e di scambiarsi così sensazioni, ricordi, emozioni e abilità. Se l'abilità nelle arti marziali di Sun (Doona Bae) si rivela spesso utile quando gli altri si trovano in pericolo, non passa molto prima che i protagonisti si ritrovino a condividere un amplesso sparsi ai quattro angoli del mondo, in cui i corpi di otto persone diverse per religione, estrazione sociale e orientamento sessuale si fondono insieme in un'orgia multisensoriale incredibile, in cui si ritrovano uomini e donne etero, uomini gay, donne lesbiche e anche una trans, la Nomi interpretata da Jamie Clayton. Un inno all'apertura mentale verso la sessualità, che presenta diverse sfumature e che dovrebbe essere un momento di gioia intima e personale, non fonte di discriminazione.
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Sesso all'italiana: Romanzo Criminale, Gomorra e 1992
In un paese in cui la maggior parte della fiction ha per protagonisti preti, suore e famiglie che si riuniscono a tavola, la sessualità è difficilmente rappresentata, ne è prova il fatto che il nudo degli attori desti ancora scalpore, basti pensare a quello di Alessia Merz in un episodio di Il Commissario Montalbano e a quello recente di Gabriel Garko in Rodolfo Valentino - La leggenda. Per trovare una rappresentazione realistica della sessualità bisogna cercare in prodotti più recenti, e firmati tutti da Sky, come Romanzo criminale - La serie, in cui il triangolo amoroso tra il commissario Scialoja (Marco Bocci), Il Dandi (Alessandro Roja) e la prostituta Patrizia (Daniela Virgilio) è ben rappresentato, così come il linguaggio forte in Gomorra - La Serie. Per scene di sesso esplicito e libertà totale nei confronti di questo argomento bisogna però fare riferimento a 1992, l'ultima nata in casa Sky Atlantic: nella serie ambientata nell'Italia anni '90 il pubblicitario Leonardo Notte interpretato da Stefano Accorsi è una sorta di dottor Troy o Hank Moody italiano: non passa episodio in cui non metta le mani su una bella ragazza, tra cui la showgirl interpretata da Miriam Leone, che non solo si mostra generosamente sullo schermo, ma dà vita a un personaggio, Veronica Castello, che fa esplicitamente del sesso la sua arma per arrivare al successo.
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Masters of Sex: la coppia che ha insegnato il sesso all'America
Infine, non possono mancare in un'analisi sull'evoluzione del sesso in televisione i protagonisti di Masters of Sex, serie creata da Michelle Ashford per Showtime a partire dal libro di Thomas Maier "Masters of Sex - La vera storia di William Masters e Virginia Johnson, la coppia che ha insegnato il sesso all'America", biografia sulla coppia di ricercatori, il ginecologo William Masters e la sua assistente Virgina Johnson, che negli anni '60 ha compiuto uno studio sul campo della fisiologia umana durante l'atto sessuale, analizzando le abitudini sessuali degli americani, contribuendo così alla rivoluzione sessuale che sarebbe avvenuta di lì a poco alla fine del decennio. La coppia di scienziati, interpretati sul piccolo schermo da Michael Sheen e Lizzy Caplan, sta per tornare con gli episodi della terza stagione, che debutterà, in America, il prossimo 12 luglio.