Roma 2014: Il mio amico Nanuk, l’incontro con gli autori

Al Festival di Roma abbiamo parlato con il regista Roger Spottiswoode e con lo scrittore Brando Quilici alla presentazione del film Il mio amico Nanuk, proiettato nella sezione Alice nella Città e in uscita il 13 novembre al cinema.

Basato sull'omonimo romanzo dell'esploratore e documentarista Brando Quilici, Il mio amico Nanuk è stato appena presentato alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, nella sezione Alice nella Città: si tratta del racconto del rapporto d'amicizia fra Luke, un bambino che vive nell'estremo nord del Canada, e Nanuk, un cucciolo di orso polare di cui il protagonista si ritrova a prendersi cura.

Questa mattina, al Festival, abbiamo incontrato Brando Quilici insieme al regista della pellicola, il veterano canadese Roger Spottiswoode, uno specialista di film d'azione (nel suo curriculum anche 007 - Il domani non muore mai). Co-prodotto da Medusa, Il mio amico Nanuk uscirà nelle sale italiane il 13 novembre in circa trecento copie.

Un film fra l'Italia e l'America

Il mio amico Nanuk: Brando Quilici, co-regista del film, in una foto dal set
Il mio amico Nanuk: Brando Quilici, co-regista del film, in una foto dal set

Brando, è stato difficile realizzare questo progetto, produttivamente molto ambizioso e complesso?

Brando Quilici: Senza Medusa questo film non esisterebbe, sono stati loro ad offrirci il primo finanziamento; poi abbiamo cercato anche altri fondi, ma con un progetto del genere l'investimento iniziale è sempre quello che comporta i maggiori rischi. Ho presentato a Medusa questo soggetto un po' anomalo per l'Italia, e il contratto con loro è stato fondamentale per ottenere gli altri finanziamenti necessari in America. Medusa ci ha aperto tutte le porte: Hugh Hudson ha curato la sceneggiatura del film ed ha coinvolto Roger Spottiswoode.

È stato difficile gestire sul set Nanuk, il piccolo orso bianco co-protagonista del film?

Il mio amico Nanuk: Dakota Goyo con Nanuk in una tenera scena del film
Il mio amico Nanuk: Dakota Goyo con Nanuk in una tenera scena del film

Brando Quilici: La più grossa difficoltà del film è stata la velocità a cui cresceva il cucciolo... entro due anni peserà cinquecento chili, mentre all'inizio, appena arrivato sul set, pesava appena ventidue chili! Nanuk è nato in uno zoo e perciò non aveva mai visto la neve, quindi sul set si rotolava dalla gioia. Abbiamo dovuto completare le riprese in soli trentadue giorni, e Roger è stato di una bravura straordinaria. È un regista di Hollywood, abituato a lavorare con troupe grandissime, e sul set si inoltrava sul ghiaccio con grande coraggio, nonostante i rischi.

Roger Spottiswoode: Può sembrare strano, ma è stato bellissimo! Sono stato davvero felice di trovarmi su quel set in mezzo al ghiaccio, e l'orso era adorabile. Il piccolo attore Dakota Goyo e Nanuk sono stati insieme per un mese e hanno instaurato un profondo legame fra loro, al punto che il bambino non aveva alcuna paura e Nanuk era molto protettivo nei suoi confronti. In fondo siamo tutti animali, e anche i cuccioli di orso si comportano un po' come dei bambini. A due mesi non puoi insegnare a un orso cosa fare, agisce proprio come un neonato, perciò abbiamo preferito trasportarlo nel suo ambiente naturale e descrivere la realtà, un po' come nel cinéma vérité.

Una fiaba ecologista sull'amicizia

Come è nato il coinvolgimento nella sceneggiatura di Hugh Hudson, il regista di Momenti di gloria?

Il mio amico Nanuk: Dakota Goyo in compagnia del suo tenero amico Nanuk in una scena
Il mio amico Nanuk: Dakota Goyo in compagnia del suo tenero amico Nanuk in una scena

Brando Quilici: Avevamo bisogno di reperire fondi per il mercato internazionale e per la sceneggiatura avevamo due alternative: affidarci a Hugh Hudson, che voleva realizzare una storia alla Jack London, o ad uno sceneggiatore canadese più malleabile e collaborativo. Hudson ha un carattere piuttosto difficile, ma il suo nome ha attirato l'attenzione dei produttori americani. Hudson ha cambiato molto il trattamento sia a livello di trama che di dialoghi, anche se poi non tutto ciò che aveva pensato era realizzabile e abbiamo dovuto apportare delle modifiche.

Secondo voi qual è il messaggio principale del film e quale il suo valore primario?

Il mio amico Nanuk: Dakota Goyo con il co-regista del film Roger Spottiswoode e Nanuk in una foto dal set
Il mio amico Nanuk: Dakota Goyo con il co-regista del film Roger Spottiswoode e Nanuk in una foto dal set

Roger Spottiswoode: L'elemento di azione era già presente nel copione, del resto la pellicola è ambientata in luoghi pericolosi. Questa storia ci ha permesso di affrontare temi molto importanti ma senza doverne parlare in maniera esplicita o ricorrendo a lunghi dialoghi: è la storia molto semplice di un bambino che si adopera per fare ciò che ritiene giusto, e allo stesso tempo questo lo aiuterà a crescere.

Brando Quilici: Si tratta di una grande storia d'amicizia. L'Artico è un mondo poco conosciuto ma meraviglioso e da proteggere, perché a rischio di essere compromesso nell'arco di pochi anni.