Robot 'spaziali', i primi minuti di Transformers 3

Sono all'insegna della meraviglia stereoscopica i primi minuti del terzo Transformers mostrati in anteprima ai giornalisti, sorta di stuzzicante aperitivo tecnologico del blockbuster che uscirà il 29 giugno. Sembra imporsi un nuovo indiscusso protagonista in questo terzo capitolo della serie dedicata ai giganteschi robot: il 3D.

"Tre" come "terza dimensione" si potrebbe dire. Perché senza dubbio la novità più rilevante del terzo capitolo della saga macina-incassi di Michael Bay dedicata ai robot automobilistici targati Hasbro è rappresentato proprio dal massiccio apporto della tecnica stereoscopica, impiegata per rendere ancora più "plastici" i giganteschi giocattoloni cibernetici e per avvolgere lo spettatore dentro le roboanti e sofisticate coreografie d'azione cui da sempre ci ha abituato il regista. Per Bay si è trattata questa volta di un'autentica sfida, dato il suo proverbiale amore per i frenetici movimenti di macchina e per le vorticose traiettorie dei suoi carrelli e delle steadycam, che finiscono inevitabilmente per essere limitati dalle ingombranti apparecchiature 3D.

Tanto che il regista veterano dei blockbuster inizialmente era stato parecchio restio nell'accettare la nuova tecnologia. A convincerlo però è stato il re dei kolossal James Cameron, verso il quale Micheal dimostra un atteggiamento di grande ammirazione quasi reverenziale: "Beh, tu hai affondato il Titanic, io no, quindi ho ancora molto lavoro da fare davanti a me", gli confessa durante una divertente chiacchierata sul 3D. D'altronde come è possibile rifiutare quando è proprio la stessa troupe tecnica che ha realizzato il capolavoro stereoscopico Avatar a mettersi a servizio anche dell'avventura Transformers 3?

La sfida titanica di Transformers arriva in un momento critico per la tecnologia tridimensionale. Dopo il pionieristico film di Cameron, che ha fornito il banco di prova in cui sperimentale le potenzialità anche espressive e linguistiche della profondità di campo, infatti, sono state realizzate numerose produzioni in terza dimensione dal carattere posticcio e accessorio, del tutto insignificanti dal punto di vista estetico, che hanno finito per disaffezionare il pubblico cinematografico. I recenti insuccessi ai botteghini hanno dimostrato come gli spettatori sono divenuti ormai dei consumatori esigenti, che non si fanno abbindolare da produzioni realizzate con un 3D raffazzonato, spesso aggiunto maldestramente in fase di post-produzione. Le grosse major come la Paramount stanno dunque tentando di investire massicciamente nella nuova tecnologia, con lo scopo di dimostrare come l'apporto della terza dimensione, se introdotto in maniera significativa, possa fornire una nuova esperienza sensoriale, in grado di incrementare qualitativamente la spettacolarità dei blockbuster.
E la sequenza di montaggio di alcuni minuti che è stata presentata in anteprima alla stampa dal direttore generale di Universal Pictures Italia Richard Borg aveva proprio l'intenzione di porre in risalto l'aspetto puramente tecnico del film. La sequenza, infatti, esordisce con un breve estratto della discussione tra Michael Bay e James Cameron sulla terza dimensione al cinema, nella quale i due entusiasti registi esprimono l'eccitazione dovuta all'impiego di apparecchiature ancora pionieristiche e in continua fase di sperimentazione (che Micheal definisce apertamente come "dei nuovi giocattoli" con cui divertirsi).
Segue l'incipit del film vero e proprio, ovvero i primi minuti che compaiono prima dei titoli di testa, che si aprono subito all'insegna di una spettacolare battaglia sul pianeta natale dei Transformers, Cybertron, dove la fazione degli Autobot sembra soccombere contro i crudeli Decepticon. La sequenza si segnala per maestose scene di massa e soprattutto per i vorticosi e immersivi combattimenti aerei che sfruttano in maniera totale e pervasiva la profondità di campo. Lo scenario successivo è invece il suolo della nostra Luna, dove approda con un atterraggio di fortuna una nave spaziale in cui si è rifugiato Sentinel Prime, il leader degli Autobot, che rappresenta l'unica speranza per far risorgere il suo popolo. Siamo nel 1961 e, come ci hanno già abituato i precedenti capitoli della saga, viene ancora una volta riletta la Storia del genere umano: la corsa spaziale intrapresa dal Presidente John Fitzgerald Kennedy, e culminata con lo storico approdo sulla Luna nel 1969, infatti nasce proprio con l'intenzione di esplorare il "Dark side of the Moon", dove è piombata la navicella aliena.
Dopo l'incipit viene dunque presentato un montaggio di alcune delle migliori scene action del film - una sorta di "best of" - che ha l'obiettivo di mostrare all'opera la stereoscopia nelle situazioni più dinamiche e ipercinetiche. Nulla è dato di capire della trama - anche se va detto che l'intreccio non rappresenta di certo l'elemento chiave di una saga come quella di Transformers... - ma sono visualizzati solamente in fugaci attimi alcuni personaggi chiave del film. Oltre ovviamente al protagonista Sam (Shia LaBeouf), di nuovo invischiato nel conflitto tra le fazioni rivali dei robot cibernetici, anche Simmons (John Turturro), che pare essere divenuto una specie di celebrità dopo aver raccontato ai media l'avventura capitatagli nel precedente episodio. Appare in alcune pose statuarie anche la nuova diva Rosie Huntington-Whiteley: in queste prime immagini non fa di certo rimpiangere esteticamente la precedente Megan Fox, anche se dal punto di vista espressivo il risultato pare più o meno analogo... In questi frammenti, invece, non c'è nessuna traccia delle altre new entry di questo terzo capitolo: John Malkovich, Frances McDormand e Patrick Dempsey.
Ma ciò che conta è, naturalmente, ben altro: la pura frenesia delle corse, degli scontri, degli inseguimenti, della cadute a precipizio nel vuoto, delle esposizioni mozzafiato, delle raffiche di proiettili, delle distruzioni di palazzi, per la gioia degli adolescenti amanti dei videogames e per il solluchero gli adulti nostalgici dei loro giocattoloni d'infanzia.
Bisognerà attendere il 29 giugno per avere una visione complessiva del film, ma sin d'ora si può dire con sicurezza che la troupe di Avatar ha assicurato una resa qualitativa e una gestione delle riprese tridimensionali ben al di sopra dei normali standard cui siamo abituati. Anche se probabilmente Transformers: The Dark of the Moon (questo il titolo originale) non rivoluzionerà le frontiere espressive della stereoscopia, sarà forse in grado di costituire un esperienza ludica e sensoriale non comune, come dimostrano alcune adrenaliniche sequenze, in particolare quella straordinaria in cui una truppa di paracadutisti si getta nel vuoto, planando attraverso i grattacieli.
Quando il gioco si fa duro, i robottoni cominciano a giocare...