Chris Evans tornerà a recitare nel Marvel Cinematic Universe nel 2026 in Avengers: Doomsday, a otto anni di distanza dalla sua ultima volta nei panni di Steve Rogers in Avengers: Endgame. O, se preferite, a due dalla sua ultima incursione in questo mondo e dal suo cameo in Deadpool & Wolverine come Johnny Storm AKA la Torcia Umana, ruolo che ha interpretato nei due film dei Fantastici 4 prodotti all'epoca della 20Th Century Fox per la regia di Tim Story. È notizia recente quella data dall'Hollywood Reporter che abbiamo già avuto modo di segnalarvi ed è, soprattutto, una notizia che non deve stupire più di tanto considerato il contesto in cui devono operare, oggi, i Marvel Studios.
Chris e Robert: No School Like the Old School
Il covid di sicuro non ha aiutato, ma, di certo, neanche i Marvel Studios hanno aiutato loro stessi. A fare cosa? A creare un ricambio generazionale di star capaci di "tenere botta" con tutto quello che la squadra di Kevin Feige and co è riuscita a fare fra il 2008 e il 2019, creando un franchise che pareva inaffondabile, capace di prendere personaggi sconosciuti al grande pubblico (che non legge i fumetti) trasformandoli in icone pop planetarie. Pensiamo ai Guardiani della Galassia di Star-Lord, la cui prima incursione sul grande schermo risale a un periodo in cui il marchio di fabbrica Marvel era sinonimo di grandi incassi e repentina trasformazione in star per gli attori e attrici scelti per interpretare i vari supereroi e villain.
Ma, a conti fatti, un discorso valido anche per il film che ha dato il via a tutto, Iron Man. Un lungometraggio epocale quello di Jon favreau per come ha preso un'icona dei fumetti esponenzialmente meno nota di uno Spider-Man o dei vari X-Men (che all'epoca non potevano essere "toccati" dalla Marvel) rendendola un patrimonio dell'immaginario collettivo.
Un patrimonio così indissolubilmente legato a colui che l'ha reso vivo al cinema, Robert Downey Jr.. Una scelta che, all'epoca, è stata una scommessa per i nascenti Marvel Studios. Downey Jr si era già ripulito, ma, ancora, era ricordato più per i suoi turbolenti trascorsi con droga e alcolici che per la candidatura all'Oscar di Charlot. Quello che ci ha fatto versare litri e litri di lacrime col coronamento di uno splendido arco narrativo che, da egoista egoriferito, l'ha visto diventare il salvatore dell'universo (il nostro che, per la Casa delle Idee, è solo uno dei tanti) in Avengers: Endgame.
Forse solo Tom Hiddleston col suo Loki può vantare qualcosa di analogo. Ma tant'è: in 11 anni, i Marvel Studios hanno preso ex star cadute in disgrazia e in fase di risalita come RDJ, attrici e attori in ascesa come Scarlett Johansson e Jeremy Renner, chi veniva visto solo come un bel ragazzo e nulla di più, Chris Evans, o perfetti sconosciuti come Chris Hemsworth e Tom Hiddleston e, in cambio, hanno ricevuto delle performance capaci di far breccia nei cuori di decine e decine di milioni di persone.
Ed è proprio quello che, eccezion fatta per il beniamino di tutti Sebastian Stan, per l'amatissimo Hiddleston e per la sfavillante Kathryn Hahn, è mancato ai e alle nuove protagoniste del Marvel Cinematic Universe. Se ai Marvel Studios speravano davvero di ottenere un analogo effetto col soporifero Eternals, con lo stucchevole She Hulk, l'anonima Ms Marvel e quel disastro su tutta la linea intitolato Secret Invasion vuol dire che la moda del peccare di hybris è attuale oggi come nella Grecia antica. E la festa di camei di Deadpool & Wolverine può solo confermare tutto ciò.
Come nell'Uomo dei sogni
"Se lo costruisci, lui tornerà" diceva "Shoeless" Joe Jackson a Ray Kinsella ne L'uomo dei sogni. Col Marvel Cinematic Universe potremmo riadattare la citazione in "Se riassumi i fratelli Russo, loro torneranno". Quando si è capito che i due nuovi film di Avengers erano arrivati a un punto morto anche per una serie di sfortune non indifferenti e esterne al volere della Marvel e della Disney - dalla prematura scomparsa di Chadwick "Black Panther" Boseman ai problemi con la legge dell'attore (Jonathan Majors) che avrebbe dovuto incarnare la nemesi principale (Kang) della Saga del Multiverso - lo studio ha intrapreso una strada che per molti doveva essere battuta fin dal principio: hanno richiamato i fratelli Russo, gli artefici di Avengers: Infinity War ed Endgame. Alzi la mano chi non ha pensato che, in seguito a questa cosa, avremmo iniziato a rivedere altri volti noti dei primi undici anni di corsa dell'MCU.
Cosa che si è verificata con puntualità svizzera. A cominciare da Robert Downey Jr che, fresco di Oscar per Oppenheimer, è apparso a sorpresa al Comic-Con di San Diego dichiarando "new mask, same task". Nella Saga del Multiverso il suo Tony Stark resta defunto, ma chi siamo noi per impedirgli d'indossare la nuova maschera di Victor Von Doom e di avere lo stesso compito di prima, ovvero tenere in piedi la baracca? E per quante decine di milioni di dollari potrà guadagnare grazie ad Avengers: Doomsday e Secret Wars, il sorriso di soddisfazione sfoggiato dalla star sul palco della Sala H era quello di chi è davvero contento e orgoglioso di stare dove sta.
Ora, non a caso, anche il ritorno di Chris Evans è già ipotecato. Quel Chris Evans che, proprio grazie ai Captain America dei fratelli Russo, ha potuto cominciare a brillare di vita propria. Trattandosi di film corali che si prennunciano già pieni di una certa gravitas per così dire, viene naturale ipotizzare che lo ritroveremo come Steve Rogers più che come Torcia Umana. D'altronde in Endgame non era morto come Tony Stark: aveva solo optato per il recupero del tempo perso con la sua amata Peggy Carter. E di fronte a qualche causa di forza maggiore, chissà...
C'è chi accusa la Marvel di pigrizia creativa, chi addirittura il pubblico di scarso interesse verso le novità, ma la realtà dei fatti è solo una: che quando costruisci un progetto cinematografico come il Marvel Cinematic Universe in cui chi nel 2008 andava a vedere Iron Man con gli amici e ora guarda o riguarda quei film con i propri figli che, nel mentre, hanno imparato ad amare certi volti, che quando le persone passano dall'avere 8 anni nel 2008 ad averne 19 il giorno in cui va al cinema a gustarsi Endgame... le operazioni di rimpiazzo sono complicate e possono riuscire solo se, come nel recente caso di Agatha All Along, si dà vita a qualcosa di valido, capace di creare empatia. Non con gli spot in cui l'inclusività diventa un mero strumento di marketing (che neanche ripaga come abbiamo visto) come per Eternals.
Quello che Robert Downey Jr e Chris Evans sono riusciti a instaurare con il pubblico di ogni angolo del globo è indipendente da qualsiasi piano marketing elaborato dagli appositi dipartimenti della Disney. È qualcosa di non nenessariamente prevedibile o misurbile. Nel momento in cui la corazzata Marvel ha cominciato a dare segni di cedimento facendo entrare acqua da qualche falla di troppo, ricorrere a certe toppe è perfettamente logico. E se verrà fatto all'insegna della "pigrizia creativa" sarà qualcosa che potremo valutare solo a tempo debito.