Il 5 luglio 2002 usciva nelle sale americane Resident Evil, adattamento dell'omonimo videogioco e primo capitolo di una saga cinematografica durata sei film, tutti scritti e prodotti da Paul W.S. Anderson (che ha anche firmato la regia di quattro episodi) e con protagonista Milla Jovovich nei panni di Alice, personaggio inventato appositamente per il grande schermo. Per festeggiare la ricorrenza, Infinity+ propone la saga intera, aggiungendo un film al giorno fino al 10 luglio, e noi per l'occasione abbiamo deciso di ripercorrere la storia del franchise con qualche curiosità e retroscena, a cominciare dalle origini del capostipite di vent'anni fa.
1. Una nuova notte dei morti viventi?
Inizialmente Resident Evil doveva essere un film di George A. Romero, reclutato dalla Sony dopo aver diretto nel 1998 un apprezzato spot per il secondo capitolo della versione videoludica. Nelle intenzioni di Romero, il film doveva essere un adattamento fedele del primo gioco, ma il progetto fu accantonato perché tale versione avrebbe rischiato il visto NC-17 (l'equivalente americano del nostro VM18), e si temeva anche che una trasposizione limitata al primo episodio sarebbe risultata datata al momento dell'uscita del lungometraggio. Uno dei motivi per cui fu preferito l'approccio di Paul W.S. Anderson, il quale limitò al minimo sindacale i rimandi al gioco nel primo film. E a tal proposito...
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2. Dall'adattamento farlocco a quello vero
Dopo aver diretto Mortal Kombat, Anderson scoprì il mondo di Raccoon City come giocatore, e intuendone il potenziale cinematografico scrisse un adattamento ufficioso, che riprendeva elementi e stile del videogame ma senza situarsi esplicitamente in quel mondo, per questioni di diritti. Questa sceneggiatura, intitolata Undead, finì nelle mani di Bernd Eichinger, produttore principale della saga, e questi ne rimase colpito al punto da ingaggiare ufficialmente Anderson come regista del progetto. Per questo motivo nel capostipite non appaiono personaggi dei giochi (tranne uno), con l'intenzione di introdurli nei capitoli successivi.
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3. Il dottore assente
Nel primo film, la voce narrante, non accreditata nei titoli di coda e appartenente a un misterioso scienziato che appare brevemente alla fine del lungometraggio, è quella di Jason Isaacs, amico di vecchia data di Anderson che lanciò la carriera hollywoodiana dell'attore con Punto di non ritorno. Era previsto che tornasse nei sequel nei panni del dottor Birkin, ma altri impegni - in particolare la saga di Harry Potter, dove interpretava Lucius Malfoy - gli impedirono di partecipare agli altri cinque episodi. Anziché fare un recasting, Anderson decise di creare ex novo un altro villain, interpretato da Iain Glen, e per omaggiare l'amico lo chiamò Dr. Isaacs.
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4. Affari di famiglia
In Resident Evil - The Final Chapter, ultimo episodio della saga originale, salta fuori che Alice non è una semplice impiegata della Umbrella Corporation a cui è stato somministrato il T-Virus, bensì il frutto di un esperimento di clonazione per allungare la vita di Alicia Marcus, figlia del co-fondatore di Umbrella e affetta da una malattia che causa l'invecchiamento precoce. Nel medesimo contesto scopriamo che la Regina Rossa, l'intelligenza artificiale che controlla gli stabilimenti dell'azienda, è una riproduzione di Alicia da bambina, e per l'occasione ha le fattezze della vera figlia di Milla Jovovich, l'attrice Ever Anderson.
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5. Saga da record
Al netto dell'accoglienza non sempre positiva da parte della critica (e in alcuni casi anche i fan del videogioco), i sei film originali hanno avuto un successo strepitoso al box office, al punto da essere stati in più momenti i maggiori incassi nelle categorie "film di zombie" e "adattamenti di videogiochi". Per l'esattezza, i sei lungometraggi a cura di Anderson hanno incassato in totale, nel mondo intero, 1,2 miliardi di dollari, e con l'eccezione del primo e sesto film hanno tutti debuttato al primo posto nella classifica degli incassi dei rispettivi weekend d'esordio.
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6. Attenti al Canada!
Nei giochi l'ubicazione di Raccoon City è da qualche parte nel Midwest statunitense, ma in realtà nessuno dei film (incluso il recente reboot) è stato girato negli USA. La principale base operativa è stata Toronto, in Canada, città spesso usata per replicare a basso costo location a sud del confine. Fanno eccezione il terzo episodio, girato in Messico, e il sesto, le cui riprese si sono svolte principalmente in Sudafrica e Australia. Inoltre, alcune scene del quinto capitolo sono state girate a Mosca.
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7. Allusione letteraria
Nel commento audio dell'edizione home video del primo film Anderson svela che nelle sue intenzioni l'evoluzione della protagonista doveva essere simile a quella del personaggio principale di Alice nel paese delle meraviglie, ragion per cui la villain sintetica si chiama Regina Rossa, ma la cosa rimase a metà nel corso della saga, con sparuti elementi anziché un vero arco narrativo basato sul romanzo di Lewis Carroll. Tra questi proprio il nome della protagonista, che però non viene menzionato a voce alta prima del secondo capitolo (anche se è citato nei titoli di coda).
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8. Un film con due registi?
Resident Evil: Apocalypse, secondo episodio della saga, è ufficialmente attribuito solo ad Alexander Witt, ma in realtà c'è un secondo regista che ha messo mano a pochi secondi di materiale presente nel film. Si tratta di Marcus Nispel, che nel 2004 ha firmato un teaser del lungometraggio, un finto spot per un prodotto di bellezza che poi diventa breve filmato horror. Parte di quel teaser è poi stato incluso nel film vero e proprio, nella scena mid-credits che pone le basi per il capitolo successivo.
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9. Rischio di interruzione?
Nonostante il grande successo commerciale, il secondo film è considerato una delusione dai più, inclusa Milla Jovovich che inizialmente non voleva più tornare per ulteriori sequel, salvo poi cambiare idea dopo aver letto la sceneggiatura di Resident Evil: Extinction. Quest'ultimo doveva poi essere l'episodio conclusivo della prima incarnazione del franchise, con tanto di materiali pubblicitari che lo vendevano come gran finale, ma in questo caso gli incassi e le reazioni più positive spinsero Anderson e i suoi collaboratori a inventare una seconda trilogia per chiudere la storia di Alice.
10. Spiegazione scartata
Il terzo episodio, in sede di scrittura, conteneva una scena che chiariva la natura del contagio globale legato al T-virus: a portarlo in giro per il mondo sarebbero stati i topi, il cui vivere prevalentemente sottoterra spiegava anche come fossero sopravvissuti a incidenti nucleari e simili. Questo dettaglio fu eliminato dal montaggio finale, ma un'allusione rimane sotto forma di sequenza conclusiva dove vediamo dei topi aggirarsi per le fogne a Tokyo.