Ci siamo anche quest'anno. Con l'annuncio delle nomination agli Academy Awards, inizia il mese più intenso della awards season, quello che culmina con la stellare notte degli Oscar, quest'anno fissata per il 22 febbraio. Come sempre, si gioisce per chi finisce nel glorioso novero, e ci si rammarica per chi non ce l'ha fatta, ma forse questa volta c'è più spazio per qualche recriminazione particolarmente giustificata. La presente commentatrice, per lo meno, può muovere all'Academy of Motion Picture Arts and Science grosso modo le medesime obiezioni avanzate con le nomination ai BAFTA. Lasciare fuori dalle categorie più importanti un film - Il cavaliere oscuro - che ha box office da record, recensioni estatiche e il sostegno dei precursori, Guild incluse, per fare spazio a una pellicola - The Reader - che ha lasciato tiepidi critica e pubblico non è una mossa che possa avvicinare l'AMPAS al popolo degli appassionati. E' anche vero che l'Academy dimostra una certa personalità: il benservito al film di Christopher Nolan le costerà caro in termini di ascolti il prossimo 22 febbraio, è cosa nota. E anche la candidatura a Kate Winslet per l'evidentemente apprezzatissimo The Reader è un gesto deciso, considerata la campagna degli studios che la sostenevano e la spingevano come protagonista in Revolutionary Road e come non protagonista nel film di Daldry; lei avrebbe voluto vincere per il primo, girato con suo marito Sam Mendes e con l'amico Leonardo DiCaprio; vincerà per il secondo, perché, essendo nominata in una sola categoria, potrà capitalizzare i consensi.
Tra gli attori protagonisti la gara rimane aperta, anche se Sean Penn appare avvantaggiato per i maggiori apprezzamenti a Milk rispetto a The Wrestler, mentre nelle altre due categorie attoriali, Penelope Cruz sembra avere la strada spianata grazie alla sparizione della rivale più titolata (sempre la Winslet), mentre il compianto Heath Ledger, che ieri sembrava una certezza quasi assoluta, a questo punto ci preoccupa un filino.
A fargli da contorno, oltre a Button, ci sono i telefonati Frost/Nixon - Il duello e Milk, e appunto la sorpresa The Reader. Il film di Stephen Daldry (un regista per il quale l'Academy ha, a quanto pare, una infatuazione portentosa e assolutamente inspiegabile: tre lungometraggi in carriera, tre nomination all'Oscar come miglior regista), un sommesso dramma sul tema dell'Olocausto, deve ancora arrivare da noi, ma non ha entusiasmato gli addetti ai lavori in USA. Ovviamente non parte in pole position agli Academy Awards, ed è probabile che dovrà accontentarsi del premio alla Winslet dopo il passaggio del ciclone Danny Boyle.
Per il resto, nonostante abbia mancato le categorie più prestigiose, resta entusiasmante l'affermazione di WALL·E, che viene onorato di ben sei nomination, tra cui quella per il miglior film d'animazione e quella per la sceneggiatura originale. La tentazione di parlare di questo, come de Il cavaliere oscuro, come del film per cui davvero sarà ricordato il 2008 cinematografico, è davvero molto forte.
Un altro film che, anche se in misura minore, ha lasciato il segno per originalità e poesia è il documentario animato israeliano Valzer con Bashir: l'AMPAS ha pensato bene di lasciarlo fuori dalla categoria per i film d'animazione, inserendolo in quella per i film non in lingua inglese. Qui se la giocherà con la Palma d'oro di Cannes, La classe, e forse con il tedesco La banda Baader-Meinhof, che potrebbe risultare un insospettato favorito considerato il successo del cinema teutonico presso l'Academy negli ultimi anni e le sue caratteristiche più AMPAS-friendly rispetto agli anticonvenzionali Bashir e La classe.
Ci attende dunque il 22 febbraio una cerimonia in stile Bollywood, che permetterà forse all'AMPAS di rimediare alla perdita di ascolti domestici con la conquista di un pubblico oceanico in India. Ma quanto a suspence, exploit sosprendenti e partecipazione popolare, la gara sembra già finita. Speriamo davvero di essere smentiti.