Oscar 2007: il fascino dell'incertezza

Come mai negli ultimi anni, è difficile prevedere a chi andrà la statuetta più ambita. Ma anche negli altri ambiti le certezze sono ben poche; sarà davvero l'anno di Scorsese?

E' partito il countdown: una manciata di ore ci separa dal momento più atteso e glamorous della stagione cinematografica stelle e strisce, la cerimonia di consegna dei leggendari e ambitissimi Academy Awards. Questa corsa agli Oscar sarà ricordata come una delle più incerte e appassionanti degli ultimi anni, almeno per quanto riguarda la statuetta più importante, quella per il miglior film. I cinque candidati hanno tutti punti di forza ed evidenti debolezze; sono piaciuti ai membri dell'Academy of Motion Picture Arts and Science ma ciascuno ha tra sé e la vittoria finale ineludibili ombre.

Babel, forse il film che finora ha mietuto più successi nelle più varie competizioni internazionali (ha agguantato, tra le altre cose, il Golden Globe per il miglior film drammatico) ha un identikit perfetto per il Best Picture agli Oscar: è un film ambizioso, complesso, con un messaggio "importante". Ma è anche un film che ha deluso gran parte della critica USA e non, e ha difetti di sceneggiatura evidenti anche al profano. Little Miss Sunshine, che ha vinto il premio per l'intero cast ai SAG e il PGA, precursori di rilievo, sembra poco attrezzato per la bisogna perché è una commedia, un film leggero nei toni e nel budget, ma pieno di cuore: basterà? The Departed - Il bene e il male ha dalla sua gli incassi (è nettamente il film più fortunato al botteghino della cinquina), il plauso di certa critica e il DGA, il principe dei precursori. Ma è un film violento e caustico, che non contiene una condanna abbastanza ferma delle azioni criminali che ritrae, e, cosa ancor più grave, è un remake. Il contendente britannico The Queen è, per l'appunto, inglese, e questa sembrerebbe essere la sua principale debolezza. C'è poi il fatto che è ciò che i commentatori definiscono performance-driven, ovvero deve molto della sua riuscita all'interpretazione della sua protagonista Helen Mirren - l'AMPAS potrebbe pensare che un Oscar a lei basterà a riconoscere i meriti del film. Resta Lettere da Iwo Jima, lasciato a mani vuote dalle Guild e entrato a sorpresa in nomination (ai danni di Dreamgirls, che sarebbe oggi il favorito per la vittoria finale se non fosse stato per la clamorosa esclusione). Ha dalla sua il fatto di essere firmato da Clint Eastwood, regista venerato dai suoi pari (e c'è anche Steven Spielberg alla produzione), e l'ammirazione unanime della critica. E il candidato a sorpresa, guardando alla storia degli Academy Awards, sembra partire in pole position.

Possiamo dunque aspettarci di tutto, anche se l'Academy ci ha insegnato l'anno scorso, premiando Crash - contatto fisico invece dell'applauditissimo - e favoritissimo - I segreti di Brokeback Mountain, che in fondo è sempre così. Resta il fatto che, su cinque film candidati, ci sono cinque possibili vincitori.
Di contro, in ambito attoriale, i giochi sembrano già fatti. Le bianche mani della divina Dame Mirren sembrano già cingere un Oscar meritatissimo, così come sembrano già assegnati i premi a Forest Whitaker, Jennifer Hudson e Eddie Murphy. A offrire una parvenza di concorrenza alla Mirren c'è praticamente la sola Judi Dench, altra veterana e altra Dame formidabile in Diario di uno scandalo, che non sarà nemmeno a Los Angeles domenica (deve subire una piccola operazione). Whitaker deve vedersela con Peter O'Toole, apparentemente destinato a lasciare il Kodak Theater ancora a mani vuote dopo l'ottava nomination - è un record - e con Leonardo DiCaprio - per lui c'è tutto tempo di collezionare numerose candidature a vuoto, dopotutto è diventato un feticcio scorsesiano.

A proposito di Scorsese, un'altra statuetta particolarmente preziosa è quella per la regia, che, dopo il Directors Guild Award, potrebbe finire in mano proprio al regista newyorkese, che per The Departed ha centrato quasi tutti gli allori possibili in questa categoria. Si sono sprecati, in questi mesi, gli articoli sul tema e gli appelli all'AMPAS perché incoroni finalmente l'American Treasure Martin Scorsese. Ora, si sa che all'AMPAS piace fare di testa sua, ma tutto sembrerebbe indicare un assenso da parte dei membri dell'associazione che hanno voluto rivelare il loro voto. Se l'Academy dirà sì a Scorsese, sarà una lunga e sentita standing ovation. Se dirà no, sarà sommossa popolare?

Se per quanto riguarda la sceneggiatura non originale William Monahan per The Departed sembra avere qualche lunghezza sugli avversari, è interessante la sfida nella categoria Miglior sceneggiatura originale, dove si fronteggiano Michael Arndt per Little Miss Sunshine, Peter Morgan per The Queen e Guillermo Del Toro per Il labirinto del fauno. La pellicola messicana ha ottenuto un consenso incredibile in USA, ed è infatti favoritissima per l'Oscar al Miglior film straniero, e questo ne fa un contendente temibile anche in altre categorie: oltre alla sceneggiatura, le scenografie, la colonna sonora, il make up e la fotografia (qui però il film di Del Toro ha un rivale, I figli degli uomini, che ha appena incassato il premio della Guild dei direttori della fotografia per l'indimenticabile lavoro di Emmanuel Lubezki).
Anche Dreamgirls sembra destinato a conquistare più di una statuetta: oltre alla canzone, che difficilmente gli sfuggirà con tre candidature, il film di Bill Condon può seriamente ambire alle statuette per il Miglior Suono e i Migliori costumi.

Un enigma è l'Oscar per il miglior montaggio, tradizionalmente assegnato al film che va poi a conquistare il premio finale: era suonato un campanello d'allarme per i fan di Brokeback Mountain, lo scorso anno, quando il film di Ang Lee aveva mancato la nomination in questa categoria (in cui infatti si affermò Crash). Solo due dei titoli candidati come miglior film sono candidati per il montaggio, Babel e The Departed. La Guild dei montatori ha complicato le cose, due giorni fa, consegnando il suo premio a pari merito ai film di Iñárritu e Scorsese.
Anche per quanto riguarda le categorie Miglior documentario e Miglior film di animazione ci sono degli innegabili favoriti: rispettivamente, Una scomoda verità, un pugno allo stomaco ambientalista sferrato dall'ex vice-presidente USA Al Gore, e l'ennesima delizia Pixar Cars - motori ruggenti.

Questa la situazione a pochi giorni dalla Notte delle stelle, ma, come detto, le sorprese possono arrivare da diverse direzioni; e, grazie all'incertezza sul premio principale (e, perché no, grazie alla simpatia della novella hostess Ellen DeGeneres), questa cerimonia sarà uno show da gustare fino all'ultimo istante.