L'uscita nelle sale di The Batman ha confermato ancora una volta che, oltre alla figura di Batman stesso, il fascino delle trasposizioni delle avventure del personaggio di punta della DC Comics è sovente legato ai suoi avversari, al punto che nientemeno che Christian Bale, interprete del vigilante di Gotham City dal 2005 al 2012, ha commentato che nei film precedenti i cattivi erano spesso molto più interessanti dell'eroe. E siccome in questo momento al cinema il pubblico ha modo di scoprire nuove incarnazioni di figure note dell'universo batmaniano, abbiamo voluto stilare la nostra personale graduatoria dei vari villain cinematografici del franchise. Con alcune restrizioni: abbiamo iniziato dal 1989 in poi, essendo il film del 1966 sostanzialmente un episodio esteso della serie televisiva che andava in onda all'epoca, e ci siamo limitati al live-action. Inoltre, per essere considerati, i personaggi devono essere apparsi in progetti incentrati su Batman, motivo per cui non troverete in questa classifica il Joker interpretato da Joaquin Phoenix o i membri della Suicide Squad che sono principalmente avversari dell'Uomo Pipistrello. Ecco quindi i nemici cinematografici di Batman, dal peggiore al migliore.
18. Due Facce (Batman Forever, 1995)
È ormai leggendario l'aneddoto secondo il quale Tommy Lee Jones, durante le riprese di Batman Forever, espresse apertamente il proprio disprezzo nei confronti del collega Jim Carrey dicendo "Non posso approvare la tua buffonaggine". Una frase alquanto ironica, dato che lo stesso Jones è di gran lunga il più eccessivo e caricaturale dei due, nei panni di un Harvey Dent/Due Facce che gioca tutto sull'eccesso, senza mai far trasparire il lato umano e tragico che è parte integrante del personaggio. D'altronde, pare che l'attore abbia accettato la parte, dopo aver detto di non capirci nulla, solo dopo che il regista Joel Schumacher gli disse "Immaginalo interpretato dal premio Oscar Tommy Lee Jones".
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17. Mr. Freeze (Batman & Robin, 1997)
Nei primi anni Novanta, la serie animata di Batman diede nuova dignità a Mr. Freeze, trasformandolo in una magnifica figura tragica. Qualche anno dopo è arrivato Batman & Robin, e con esso la distruzione provvisoria di tale dignità (al punto che un film d'animazione, ambientato nello stesso universo della serie e anch'esso con Freeze come cattivo principale, fu rimandato di un anno per non uscire nello stesso periodo della controparte live-action). L'arco narrativo giusto c'è, ma è completamente sprecato nel momento in cui si è deciso di affidare il ruolo a un Arnold Schwarzenegger tutto giochi di parole e niente cuore, con un potere contrattuale tale da poter scippare il primo posto nei titoli di testa al Batman di turno, George Clooney. Pare, tra l'altro, che la sua principale motivazione per partecipare al film fosse per evitare che offrissero la parte al rivale Sylvester Stallone...
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16. Talia al Ghul (Il cavaliere oscuro - Il ritorno, 2012)
A detta di chi scrive, Il cavaliere oscuro - Il ritorno è il capitolo più debole della trilogia di Christopher Nolan, e uno dei motivi è la presenza di Talia al Ghul, ridotta a mero colpo di scena e privata del fascino letale che caratterizza il suo rapporto di amore/odio con Bruce Wayne. Un ruolo insolitamente anonimo per Marion Cotillard, penalizzata anche da un'uscita di scena che da dieci anni suscita lo stesso interrogativo, sulla falsariga della scena del bacio nel quinto Harry Potter: ma è possibile che quello fosse il ciak migliore a disposizione?
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15. Poison Ivy (Batman & Robin)
Se Mr. Freeze è una zavorra di non poco conto, ben diverso è il discorso per la collega Poison Ivy, la cui interprete Uma Thurman ha perfettamente colto lo spirito del film ed è in costante bilico tra serio e faceto, usando il suo sex appeal per aggiungere un po' di pepe a quello che, al netto di un po' di dettagli deliziosamente kitsch (i capezzoli sui costumi di Batman e Robin, le inquadrature delle chiappe dei due quando si preparano a combattere il crimine), rimane un film paradossalmente casto, ai limiti dell'asessuato.
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14. L'Enigmista (Batman Forever)
Jim Carrey, all'epoca in pieno periodo Ace Ventura/The Mask, non è un attore che uno tende a ingaggiare affinché vada per il sottile, e questo è evidente nella sua versione dell'Enigmista, un delizioso omaggio all'interpretazione di Frank Gorshin per il piccolo schermo con l'aggiunta di quel pizzico di follia tipico del repertorio di Carrey. Una presenza caotica che a oggi è l'elemento più memorabile dell'altalenante dittico di Schumacher. D'altronde parte avvantaggiato, essendo il cattivo in un film dove lo stesso Batman (Val Kilmer) funziona solo a intermittenza.
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13. Carmine Falcone (The Batman, 2022)
Essendosi ispirato in parte a Il lungo Halloween per il suo The Batman, poteva Matt Reeves esimersi dall'includere Carmine Falcone? Ovviamente no, e John Turturro, penalizzato solo da una presenza ridotta per motivi di trama (il suo Falcone è parte della vecchia guardia che deve cadere per consentire l'ascesa di una nuova generazione di villain), dà al gangster un'eleganza molto vecchio stile, l'avatar del passato in un film che guarda al futuro.
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12. Max Schreck (Batman - Il ritorno, 1992)
Nel momento in cui dai a uno dei cattivi il nome dell'attore che fu Nosferatu sul grande schermo, è abbastanza palese che Batman - Il ritorno non sarà il solito sequel. Impressione accresciuta dal fatto che Tim Burton ha preso per quel ruolo Christopher Walken e poi lavorato di sottrazione, volutamente rendendo l'umano più sottotono rispetto agli animaleschi Pinguino e Catwoman. Una figura affascinante, quasi fuori posto eppure perfettamente integrata nel meccanismo grottesco e gotico della Gotham immaginata da Burton.
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11. Carmine Falcone (Batman Begins, 2005)
Ancora Falcone, ma questa volta con una valenza ben diversa: in Batman Begins, dove ha le fattezze di Tom Wilkinson, il boss della malavita di Gotham ha un ruolo leggermente più attivo, più minaccioso, imponendosi come principale fonte di preoccupazione e paura per i cittadini nella prima parte del film. Insieme ai due colleghi di cui parleremo altrove in questa classifica, forse l'esempio migliore di come usare villain multipli in un film di supereroi.
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10. Bane (Il cavaliere oscuro - Il ritorno)
Come rendere giustizia a Bane, una figura che, anche nei fumetti, è stata ridotta un po' a macchietta, nota per una cosa sola (ha spaccato la schiena di Batman)? Trasformandolo in un terrorista che smaschera le ipocrisie contemporanee, un personaggio fisicamente inquietante ma anche temibile per il suo prodigioso intelletto, che lo rende l'avversario più pericoloso che Bruce Wayne abbia affrontato nel corso dei tre film di Nolan. Peccato solo che esca di scena in modo un po' gratuito.
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9. Il Pinguino (The Batman)
Difficile dare un giudizio completo, siccome dobbiamo ancora assistere alla sua vera ascesa (in una miniserie che verrà realizzata per HBO Max), ma già nei pochi minuti in cui appare il Pinguino interpretato da Colin Farrell si percepisce il grande piacere dell'attore nel dare vita a quel personaggio. Una figura istrionica in quello che generalmente è un mondo più misurato sul piano della recitazione, ponte perfetto tra le atmosfere verosimili di questo primo film dedicato al Batman di Reeves e le probabili incursioni in territori più fumettosi nei sequel.
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8. Ra's al Ghul (Batman Begins)
Spogliato dell'immortalità che lo caratterizza nell'universo DC fumettistico, Ra's al Ghul resta comunque una minaccia prodigiosa, uno stratega che può essenzialmente essere sconfitto solo da uno dei propri allievi, in questo caso Bruce Wayne. La sua efficacia nel contesto della trilogia di Nolan è legata anche a un uso sapiente del colpo di scena: dopo avercelo presentato (sotto falso nome) come un mentore severo ma giusto, non dissimile dai ruoli che Liam Neeson era solito accettare ai tempi, trasformarlo in antagonista privo di scrupoli nella parte finale è stato un discreto pugno nello stomaco per le aspettative del pubblico.
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7. Lo Spaventapasseri (Batman Begins)
Sulla carta un galoppino, sia di Falcone che di Ra's al Ghul, lo Spaventapasseri è in realtà l'antagonista più interessante del primo capitolo della trilogia di Nolan, grazie a un fascino (troppo) inquietante che costò a Cillian Murphy il ruolo di Bruce Wayne e al suo essere l'incarnazione fisica, terrificante, del tema principale del film: la paura. È anche, all'interno di un filone che tende a far fuori i cattivi dopo un solo lungometraggio, una rara presenza ricorrente, promossa a beffardo giudice dei peccati di Gotham nel terzo episodio.
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6. Due Facce (Il cavaliere oscuro, 2008)
"O muori da eroe, o vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo." La celebre frase di Harvey Dent riassume il nucleo morale del secondo capitolo della trilogia nolaniana, e con il senno di poi l'indizio che ti fa capire come finirà il film: lui, roso dal dolore e dalla follia, muore con la reputazione intatta grazie all'insabbiamento per mano di Jim Gordon, mentre Batman accetta di fare da capro espiatorio per tutte le malefatte di Due Facce. Un nome, quest'ultimo, che in mano a Nolan non è solo un nomignolo da supercriminale, ma anche un appellativo che racchiude in sé tutta la corruzione di Gotham, essendo un soprannome che Harvey ha ricevuto durante i suoi trascorsi in seno agli Affari Interni della polizia.
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5. Il Pinguino (Batman - Il ritorno)
Talmente brutto e deforme che i genitori lo hanno abbandonato in fasce, il Pinguino immaginato da Tim Burton è un freak ai massimi livelli, al quale Danny DeVito conferisce una ferocia che si discosta dall'eleganza un po' camp precedentemente associata al personaggio. Un'operazione che ha funzionato: anche se dipende un po' dalle annate e dai singoli autori, dal 1992 a oggi anche il Pinguino fumettistico tende a replicare il look cinematografico, entrato con volgare tracotanza nell'immaginario collettivo.
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4. Joker (Batman, 1989)
"Danzi mai col diavolo nel pallido plenilunio?", dice il Joker di Jack Nicholson quando affronta seriamente per la prima volta il Batman di Michael Keaton. Un emblema di follia pura, come aveva intuito Bob Kane quando, chiedendosi chi potesse interpretare il perfido pagliaccio, disegnò le classiche fattezze del clown sopra un'immagine promozionale di Nicholson tratta da Shining. Istrionismo di grande livello, di pari passo con il potere contrattuale di Nicholson ai tempi: non solo fu menzionato per primo nei titoli di testa, ma ebbe anche diritto a una percentuale sugli introiti del merchandising (guadagnando almeno 90 milioni di dollari, stando agli esperti in materia), e ottenne l'autorizzazione per non girare le sue scene nei giorni in cui c'erano le partite dei suoi amati Los Angeles Lakers.
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3. L'Enigmista (The Batman)
Traendo ispirazione dal serial killer noto come Zodiac, Matt Reeves ha reinventato l'Enigmista come terrorista moderno, uno psicopatico dietro i cui indovinelli si cela la volontà di mettere in ginocchio un'intera città e metterne a nudo l'anima putrefatta. Altrettanto vincente la scelta di farlo interpretare da Paul Dano, il cui volto ancora segnato da una certa innocenza giovanile cela una grande capacità di scavare nei recessi più disturbanti dell'animo umano.
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2. Catwoman (Batman - Il ritorno)
Reinventata come antieroina nelle sue apparizioni successive, nel film di Burton l'alter ego di Selina Kyle è ancora una vera e propria villain, al punto da allearsi con Schreck e il Pinguino (anche se il finale, che doveva porre le basi per uno spin-off mai realizzato, allude a una possibile redenzione). Bella e letale, con un costume che piacerebbe a Christian Grey e una personalità perfettamente in linea con l'immaginario burtoniano, interpretata da una Michelle Pfeiffer in stato di grazia.
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1. Joker (Il cavaliere oscuro)
Non ci credeva praticamente nessuno, incluso Michael Caine, troppo legato alla performance di Jack Nicholson. Poi tutto il mondo ha visto la performance postuma di Heath Ledger, il primo attore a vincere un Oscar per un film tratto da un fumetto, e c'è stata solo ammirazione nei confronti del suo lavoro. Evitando ogni forma di emulazione, il suo è un pagliaccio votato al caos e all'anarchia, con gli istrionismi ridotti al minimo (anche il tradizionale costume e trucco sono volutamente sottotono). Un Joker più "reale", e per questo più inquietante, una figura a 360 gradi che paradossalmente è priva di particolare approfondimento psicologico, avendo la famosa backstory a scelta multipla.
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