L'icona glam per antonomasia e l'artista elusivo dedito alle sperimentazioni; il divo maudit dal fascino androgino e l'idolo delle folle sempre pronto a rinnovarsi: il ritratto di David Bowie tracciato in Moonage Daydream è come un prisma che, da una sequenza all'altra, ci presenta i volti e le maschere dell'indimenticata rockstar britannica, in un travolgente, allucinato viaggio nel tempo della durata di oltre due ore. Centoquaranta minuti nel corso dei quali il regista Brett Morgen incasella spezzoni di interviste, filmati di repertorio, materiale inedito tratto dagli archivi personali di Bowie e, ovviamente, performance dai suoi concerti. Accolto con entusiasmo al Festival di Cannes 2022, Moonage Daydream arriva per tre giorni al cinema, offrendo l'opportunità di tornare a immergersi nel variopinto universo di uno dei massimi artisti del ventesimo secolo.
Un universo a tinte lisergiche, quello di David Bowie, in cui "suono e visione" si combinano all'interno delle melodie che ne hanno scandito la carriera: dai grandi cavalli di battaglia alle perle estratte dalle tracklist di una serie di album in grado di rivoluzionare la storia della musica. In Moonage Daydream riascoltiamo dunque molti fra i successi intramontabili di Bowie, spesso in nuovi mixaggi realizzati appositamente per il film di Brett Morgen, e lo rivediamo esibirsi sul palco nelle diverse fasi del suo percorso. Dalla colonna sonora di Moonage Daydream (che sarà pubblicata su doppio CD il 18 novembre) abbiamo selezionato pertanto cinque canzoni proposte nel documentario: cinque tasselli che definiscono altrettanti momenti dell'evoluzione di David Bowie attraverso i decenni.
1. Moonage Daydream
Risale al 1971 il pezzo che dà il titolo al documentario di Brett Morgen, Moonage Daydream, incisa da David Bowie prima con i suoi Arnold Corns (una band creata come una sorta di progetto parallelo) e inclusa un anno più tardi, in una nuova registrazione, nel suo disco-capolavoro The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars. L'importanza di Moonage Daydream nell'iconografia bowiana è fondamentale: terzo titolo della tracklist dell'album, la canzone introduce ufficialmente l'alter ego di Bowie, Ziggy Stardust, figura messianica approdata dallo spazio sul nostro pianeta alla vigilia dell'apocalisse. "I'm a mama-papa comin' for you/ I'm the space invader/ I'll be a rock 'n' rollin' bitch for you", dichiara fieramente Bowie/Ziggy, sottolineando la propria ambiguità sessuale ed esortando gli spettatori a non staccare lo sguardo da lui ("Keep your 'lectric eye on me, babe"). La fama di Moonage Daydream è stata rilanciata ulteriormente nel 2014, quando la canzone è stata utilizzata in una scena del film Guardiani della Galassia.
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2. All the Young Dudes
Tra le performance dal vivo mostrate in Moonage Daydream vi è quella di un giovanissimo David Bowie che galvanizza il proprio pubblico sulle note della splendida All the Young Dudes, considerata uno dei brani-simbolo del glam rock, nonché uno dei suoi titoli che hanno avuto l'onore di essere inseriti dalla rivista Rolling Stone nella classifica delle cinquecento migliori canzoni di tutti i tempi. Composta nel 1972 per la band inglese Mott the Hoople, All the Young Dudes sarebbe poi stata interpretata da Bowie stesso durante il suo fortunatissimo tour nel ruolo di Ziggy Stardust. Il brano, che parla di tendenze suicide e vita da strada, è una vivida incursione nel malessere giovanile, ma anche un richiamo al potere salvifico della musica: nei versi vengono citati infatti i Beatles, i Rolling Stones e i T-Rex, idoli di quegli young dudes al centro della canzone.
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3. Heroes
Dall'epoca d'oro del glam rock, passando per le successive incarnazioni bowiane (Aladdin Sane, Halloween Jack, il Thin White Duke), Moonage Daydream dedica ampio spazio alla trilogia berlinese, che al tramonto degli anni Settanta ha visto David Bowie dar vita ad alcuni fra i suoi dischi più audaci e all'avanguardia. Il periodo trascorso a Berlino e la collaborazione con Brian Eno sono simboleggiati - e come poteva essere altrimenti? - da Heroes, lo struggente brano che dà il titolo all'omonimo album del 1977 e che ha consolidato il proprio posto nell'immaginario collettivo anche mediante il cinema: da Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, cult del 1981 con la partecipazione dello stesso Bowie nella parte di se stesso, al recente Jojo Rabbit. Heroes, cronaca di un amore vissuto all'ombra del muro di Berlino, è il classico irrinunciabile riproposto nel film di Morgen come una delle vette creative del canzoniere di Bowie.
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4. Let's Dance
Nel 1983, un David Bowie scatenato e dalla sgargiante eleganza si esibisce al cospetto di una folla oceanica, sull'onda del nuovo picco di popolarità legato alla sua svolta mainstream: la cornice di questa sezione del documentario è il Serious Moonlight Tour e il brano-simbolo del corrispondente capitolo della sua carriera è, manco a dirlo, Let's Dance, brano prodotto da Nile Rodgers degli Chic e adoperato come singolo di lancio del suo omonimo album. Trascinante pezzo funk-rock che quell'anno avrebbe dominato le classifiche mondiali, riportando Bowie al primo posto sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, Let's Dance viene presa da Brett Morgen come spartiacque tra la prima fase della produzione del Duca Bianco e quella degli anni a venire, caratterizzata da dischi dagli alterni risultati.
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5. Hallo Spaceboy
In Moonage Daydream, questa fase più tarda del percorso musicale di David Bowie trova espressione anche attraverso una canzone che, nel corso del film, viene fatta ascoltare addirittura in due versioni. Il titolo in questione è Hallo Spaceboy, composta nel 1995 da Bowie e Brian Eno per l'album Outside: in origine un pezzo di genere industrial rock, in linea con la durezza delle sonorità del suo disco di appartenenza, Hallo Spaceboy sarebbe stata pubblicata come singolo nel 1996 in un remix in chiave dance elettronica ad opera dei Pet Shop Boys. Ed è proprio questa seconda versione, in duetto con la voce robotica di Neil Tennant, a costituire il primo momento musicale del film di Morgen, con l'allusione al personaggio di Major Tom e a quell'angosciante "odissea nello spazio" già narrata in passato in due capolavori del calibro di Space Oddity ed Ashes to Ashes.
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