Mercoledì sta rapidamente scalando le classifiche Netflix, superando la finora imbattibile Stranger Things proprio nei due target dedicati, tanto quello dei giovani curiosi quanto quello degli adulti nostalgici. La Jenna-mania è esplosa e la piattaforma è riuscita a creare un nuovo fenomeno tra le proprie hit, che sono sempre meno o stanno per lasciarci (come ad esempio lo stesso Sottosopra). Ora che è passata qualche settimana e abbiamo avuto tutti il tempo di digerire la serie, abbiamo pensato di fare il punto analizzando cosa secondo noi ha funzionato nel nuovo cult Netflix (ancora non rinnovato per una seconda stagione) e cosa invece no.
1. Jenna Ortega
Anima, corpo, cuore di questa nuova versione di Mercoledì Addams, la giovane attrice protagonista è stata sicuramente uno dei punti di forza, se non IL punto di forza dell'intera serie. È riuscita a dare una caratterizzazione carismatica e respingente allo stesso tempo al personaggio, elemento non scontato. Un personaggio che ha un'evoluzione e in un certo qual modo si "edulcora" e ammorbidisce un po' nel corso degli eventi, ma forse è anche giusto così dato che si tratta pur sempre di un romanzo di formazione, anche se soprannaturale. Affascinante, dallo sguardo che colpisce subito, Jenna Ortega si è fatta portavoce di un tipo di personalità dark che veniva vista come stramba a scuola, bullizzata e ostracizzata. Un po' come è accaduto all'Eddie Munson di Joe Quinn nella quarta stagione di Stranger Things.
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2. Da un'idea di... Tim Burton
Parafrasando il tormentone con protagonista Stefano Accorsi, Mercoledì è stata fin dalle prime news sul progetto pubblicizzata da Netflix come "la prima serie di Tim Burton" ma in realtà ad essere showrunner sono Alfred Gough e Miles Millar, coloro che hanno raccontato l'adolescenza di Superman per dieci stagioni in Smallville. Infatti si vede l'impronta estremamente teen (forse troppo) data allo show, ma del resto era stato presentato fin da subito come un serial sull'adolescenza di Mercoledì e non sulla famiglia Addams. Chi si aspettava una serie più dark e matura sarà rimasto deluso. Tim Burton ha però curato la regia di metà della serie (quattro episodi su otto) e supervisionato la direzione artistica per le altre puntate. Il suo stile, per qualcuno in stanca, possiamo dire che si è comunque visto chiaramente, immediatamente riconoscibile. Forse avrebbe potuto dirigere il serial per intero e curarlo maggiormente. Al momento non si sa se tornerebbe dietro la macchina da presa per un'eventuale stagione 2.
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3. Non è Harry Potter e non è Sabrina
A proposito di associazioni e delusioni, Mercoledì ha avuto chiaramente varie ispirazioni di genere fantasy, non solo burtoniane. Due sono balzate subito agli occhi degli spettatori: Harry Potter e Le terrificanti avventure di Sabrina. Se del primo è andato ad omaggiare l'atmosfera scolastica, il concetto di mezzosangue, le Case con colori e stemmi simili, le lezioni di Erbologia, un match che sembrava davvero il Torneo Tremaghi, non ci sentiamo di dire che abbia saccheggiato troppo dal Wizarding World: in fondo, ben prima della serie, gli X-Men avevano fatto letteralmente scuola col Prof. X, già rivisitata da Burton tra l'altro sotto diversa forma in Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali. Ci sentiamo invece di accostare meno Wednesday al remake dark di Sabrina, Vita da Strega e ispirato ai più recenti fumetti dello stesso Roberto Aguirre-Sacasa. Questo perché Sabrina è stato abbastanza disonesto fin da subito nel proporsi come un prodotto maturo e dark quando strizzava continuamente l'occhio ad atmosfere da sitcom, però irrealizzabili. Mercoledì è sempre stata trasparente nell'essere una serie indirizzata ad un tipo di target "generalista" e con mix di luce e buio voluto per accontentare un po' tutti i palati seriali.
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4. So chi è stato
È sicuramente invece dal lato Riverdale (che fa parte dello stesso universo narrativo della nuova Sabrina) che la serie Netflix ha preso l'elemento crime, che è anche ciò che da Pretty Little Liars in poi ha colorato i teen drama e le storie di formazione per renderle più accattivanti per la Generazione Z. Questo è sicuramente l'aspetto, a nostro parere, meno riuscito della serie perché appare davvero come un'aggiunta funzionale all'algoritmo di Netflix e non alla trama, ma allo stesso tempo è ciò che muove la protagonista e riempie gran parte delle storyline. Sicuramente il minutaggio è elevato e anche il numero di episodi, per quanto esiguo, pesa sulla visione. Certo, il riuscire da spettatori a indovinare i due colpevoli nel giro di una manciata di episodi (senza dover essere super esperti di gialli, sia ben chiaro), non aiuta la causa voluta dagli showrunner. Anche perché, Mercoledì fa una pessima figura pur vantandosi delle proprie doti di acuta osservatrice e deduttrice, nel non riuscire a indovinare nulla fino all'ultimo... se non fosse per le visioni e quindi le sue capacità soprannaturali e non investigative.
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5. Addams... poco Addams
Parte della storia crime è legata al passato familiare degli Addams, per permettere alla tematica di tradizione antica "le colpe dei padri ricadono sui figli" di essere inserita nello show. Una scelta che abbiamo trovato azzeccata e non ridondante, soprattutto nel rapporto tra Mercoledì e Morticia. Abbiamo anche apprezzato il poco coinvolgimento su schermo della famiglia, nonostante nomi come Catherine Zeta-Jones e Fred Armisen (due casting davvero ottimi), dato che la serie doveva concentrarsi sulla primogenita e non sul nucleo familiare: anche in questo caso gli autori e Netflix non sono stati disonesti, utilizzando troppo il lato familiare a dispetto di quello scolastico. D'altronde i vari genitori dei compagni della protagonista sono altrettanto importanti nell'equazione e nella risoluzione del caso.
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6. Enid & Friends
A colpire però non sono solamente gli Addams a livello di casting. Tra gli adulti continua a dare buone conferme dopo Il Trono di Spade e The Sandman, Gwendoline Christie nei panni della preside della Nevermore Academy. Ma anche Christina Ricci ex Mercoledì dei film anni '90 si è rivelata una scelta vincente, anche se arrivata all'ultimo a sostuire la precedente interprete, nei panni della professoressa di botanica dell'accademia per reietti. D'altronde l'attrice ha sempre avuto familiarità per ruoli inusuali: quello con Burton ne Il mistero di Sleepy Hollow e più di recente una delle superstiti nella serie Yellowjackets. Tra i più giovani invece segnaliamo la coinquilina di Mercoledì, la lupacchiotta non ancora mannara Enid, la cui interprete Emma Myers è destinata a fare strage di cuori al pari (se non addirittura più) della collega.
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7. A Classic Romance Story
L'episodio più riuscito della stagione è sicuramente il quarto, l'ultimo diretto da Tim Burton e dedicato al ballo scolastico. Non solo perché permette al lato più romantico della storia di emergere, con i "giochi delle coppie" tipici dei teen drama di farsi largo, ma anche perché è quello che più di tutti, insieme al terzo, riesce a presentarci meglio e più a fondo, i personaggi e i loro rapporti, oltre alla protagonista. La puntata contiene anche il ballo iconico di Jenna Ortega - oramai virale, imitato e ripreso da tutti, compresa Lady Gaga, paladina dei freak da sempre - che l'attrice ha ammesso di aver inventato quasi sul momento e con il Covid. L'episodio in cui forse Mercoledì si lascia un po' più andare, che omaggia un cult come Carrie - Lo sguardo di Satana e che permette anche a Hunter Doohan di destreggiarsi in un'altra interpretazione più complessa dopo Your Honor.