Si è fatto un gran parlare della Ariel di colore nella nuova versione de La Sirenetta, e della 007 afroamericana e donna del prossimo Bond. In questa recensione di Men In Black International, in uscita il 25 luglio, vi racconteremo della svolta del franchise Men In Black, sulla quale è stato fatto, in confronto, molto poco clamore. Un personaggio afroamericano nei film originali c'era già, era quello interpretato da Will Smith. Nella nuova versione, al suo posto, c'è invece una donna, Tessa Thompson, che fa il suo ingresso in questo nuovo franchise dopo essersi già fatta notare in Creed e in Avengers, dove è Valchiria, un personaggio chiave del mondo di Asgard (che, come ha appena dichiarato la stessa Thompson al comic-con, sarà il primo personaggio LGBT dell'universo Marvel).
Proprio dal mondo di Asgard arriva il suo partner in Men In Black International, è quel Chris Hemsworth che, per tutti, è ormai solo Thor. Sulla presenza della Thompson in questo film si sono soffermati in pochi: pur andando nella direzione ormai consolidata ad Hollywood di portare in scena eroi al femminile, donne forti e determinate come Captain Marvel e Wonder Woman, la scelta della Thompson (insieme a quella di Hemsworth) apre alla saga anche nuove possibilità narrative. Vediamo come, ma sopratutto vediamo di capire com'è questo nuovo episodio di Men In Black.
La trama: Tessa Thompson è l'agente M
Ma partiamo dalla trama di Men in Black International: il film si svolge in un mondo dove ormai, da anni, umani e alieni convivono. Non tutti gli alieni, però, sono pacifici, tra loro ci sono anche elementi pericolosi. Per questo esiste l'agenzia governativa Men In Black, che comunica con loro, concede licenze, monitora gli alieni sulla Terra, gestisce gli alieni rifugiati. Nell'agenzia entra una ragazza di nome Molly (Tessa Thompson) che, da giovane, insieme ai suoi genitori, aveva avuto un incontro ravvicinato con degli extraterrestri. Di solito i Men In Black usano un neutralizzatore che fa sì che gli umani dimentichino questi incontri: Molly però è riuscita ad evitarlo, e, dopo vent'anni, si presenta all'agenzia chiedendo di diventare una di loro. Dopo un incontro con l'agente O (Emma Thompson), Molly diventa l'agente M e viene mandata a Londra a lavorare insieme all'agente H (Chris Hemsworth), uomo affascinante e arrogante che già una volta ha salvato il mondo. Si trovano a proteggere Vungus, un alieno reale, diventato il bersaglio di due mutaforma, capaci di assumere le sembianze di chiunque.
Se la strana coppia diventa la Guerra dei Sessi...
L'arrivo di un personaggio femminile nell'universo Men In Black, dicevamo, apre il franchise a nuovi scenari. A parte un paio di battute, fulminee ma significative, in cui il personaggio di M, giustamente, rivendica il diritto a un nome più consono per l'agenzia, che dovrebbe essere Men And Women In Black, sono proprio le dinamiche tra i personaggi, ovviamente, a cambiare. Se nei primi tre film di Men In Black l'idea era quella del buddy movie, ora la "strana coppia" è composta da un uomo e una donna: giovani, attraenti, brillanti. È naturale che tra loro si sviluppi una sorta di attrazione, mista a quella diffidenza e competizione che può scattare tra due colleghi di lavoro, e che lo schema in cui ricade la loro storia sia quello dei film della Guerra dei Sessi anni Quaranta. L'attrazione tra i due personaggi è latente, accennata, suggerita nel finale. Sarà, ne siamo sicuri, materiale per i sequel del film che potrebbero arrivare. In ogni caso, il casting è la cosa migliore del film.
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Tra James Bond, la fantascienza e la commedia
La Guerra dei Sessi anni Quaranta è una novità, un altro (sotto)genere che va a unirsi a quel mix di generi che è, da sempre, Men In Black: un misto tra fantascienza, spy-story, action e commedia. Per quanto riguarda la spy-story, trasferendoci a Londra, e con un protagonista cool come Chris Hemsworth, ci avviciniamo ulteriormente al modello di Bond, e in questo senso il film è tutto un fiorire di trovate, passaggi segreti, gadget, che tengono sempre desta la nostra attenzione. La fantascienza, per chi ancora non sapesse in che mondo ci troviamo, è quella del film sugli alieni, ma non è niente di spaventoso (finale, forse, a parte) e si punta tutto sul sorprendente e sul curioso: gli alieni sono infatti più simili a un personaggio di Monsters & Co. che a quelli della taverna di Mos Eisley di Star Wars, alcuni sono molto riusciti e le gag decisamente non mancano.
Storia debole e grande cast
Ma il problema di Men In Black International è proprio questo. È un film che va avanti soprattutto accumulando gag (la migliore è di un piccolo alieno, Steve, che, durante un dialogo sdolcinato tra i due protagonisti, fa "Che cos'è? Il remake de Le pagine della nostra vita?") più che puntando su una storia avvincente. La trama del film è davvero troppo esile, e anche la trovata principale, quella dell'alieno che cambia forma, è già vista. Il tono scanzonato del film non può aiutare a creare una suspense e un senso di pericolo che ci facciano seguire il film con sufficiente partecipazione: l'elemento commedia, inevitabilmente, alla fine prevale sugli altri del mix.
Il cast di tutto rispetto (Emma Thompson e Liam Neeson sono gli agenti in capo alle sedi di New York e Londra, Rafe Spall è un agente rivale di H, che si troverà dalla sua parte, e Rebecca Ferguson è un'aliena affascinante e pericolosissima) conferma come il quarto capitolo dei Men In Black faccia parte di un franchise unico nel suo genere, continuamente in bilico tra adulto e infantile, tra serio e faceto, molto più di quanto può esserlo oggi un cinecomic, spostato decisamente verso il cinema più adulto.
Conclusioni
Nella recensione di Men In Black International vi spieghiamo come questo sia un film che va avanti soprattutto accumulando gag più che puntando su una storia avvincente. Nel mix di action, fantascienza, spy-story e commmedia è quest'ultima a prevalere. Il casting, però, è molto azzeccato, e la chimica tra i due attori protagonisti funziona.
Perché ci piace
- La “strana coppia” è composta da un uomo e una donna, e le dinamiche sono quelle della Guerra dei Sessi anni Quaranta.
- Gli attori, Chris Hemsworth e Tessa Thompson, funzionano.
- I personaggi sono curiosi e le gag divertenti.
Cosa non va
- Il film procede più per un accumulo di gag che per un racconto avvincente.
- La trama è troppo esile per appassionare, e il tono scanzonato non aiuta.
- L'idea degli alieni che prendono le sembianze altrui sa molto di già visto.