Mayor of Kingstown, la recensione: Jeremy Renner per una serie tv di altissima qualità

La recensione di Mayor of Kingstown: affari criminali, affari famigliari e una società sull'orlo del caos per la straordinaria serie tv di Taylor Sheridan e Hugh Dillon. Protagonista Jeremy Renner. Dieci episodi in streaming su Paramount+.

Mayor of Kingstown, la recensione: Jeremy Renner per una serie tv di altissima qualità

In questo inarrestabile flusso di prodotti, veicolati tramite streaming o tramite sala, molti titoli finiscono purtroppo per perdersi, sovrastati da uno schema distributivo che non conosce pause. Dunque, l'informazione cinematografica, crediamo, debba quando possibile selezionare e consigliare anche quei titoli lontani dal mainstream. O, come in questo caso, quei titoli arrivati abbastanza in sordina, nonostante sia rintracciabile in essi un'altissima qualità. Chiudendo questo veloce preambolo, e cavalcando l'entusiasmo, vi diciamo subito nella nostra recensione che la serie Mayor of Kingstown potrebbe essere tranquillamente annoverata come una delle migliori del 2022, e più in generale potremmo considerarla come uno dei migliori crime thriller visti recentemente. È innegabile che gli ultimi tre, quattro, cinque anni abbiamo sofferto di una specie di crisi di idee, coinvolgendo anche la serialità, ma se la Golden Age degli show tv (aperto da House of Cards e True Detective) è tramontato, serie come Mayor of Kingstown possono essere considerate una sorta di esempio rinascimentale.

Mayor Of Kingstown Kyle Chandler Jeremy Renner
Mayor of Kingstown: una scena della serie

Prodotta da MTV Entertainment Studios, e disponibile su Paramount+, lo show è stato letteralmente costruito da due fuoriclasse: Taylor Sheridan (che firma la regia del pilot) e dall'attore Hugh Dillon, che debutta come showrunner. Non solo, nella schiera dei produttori esecutivi ci sono anche due esperti di genere: Antoine Fuqua e Bob Yari. Se l'assetto creativo funziona, facendoci immergere in un'atmosfera densa e torbida, in cui si mischiano il giusto dallo sbagliato e il caos dall'ordine, funziona straordinariamente bene l'ambiguo protagonista della serie, talmente bravo e talmente eccessivo da sembrar scritto sulle corte attoriali di Jeremy Renner.

Affari criminali con Jeremy Renner

Attore raffinato ma fisico, Jeremy Renner tiene sulle spalle l'intero racconto, tenendo unite le fragili redini che legano il mondo criminale da quello poliziesco, gestendo l'equilibrio che mantiene in stato di pace il carcere maschile e il carcere femminile di Kingstown, un'immaginaria cittadina del Michigan che si rifà a sua volta a Kingston città dell'Ontario in cui è cresciuto il co-creatore Hugh Dillon. Nella serie, Renner interpreta Mike McLusky che, come vediamo nel folgorante episodio iniziale, diventa "sindaco" dopo la morte di suo fratello Mitch (Kyle Chandler). Pur non detenendo alcun titolo ufficiale, è un (ex) fuorilegge talmente ammanicato che diventa l'ago della bilancia per i problemi tra gli agenti, le guardie carcerarie e i criminali e chiunque altro. Una schiera di figure al limite degli archetipi western, che includono il terzo fratello McLusky, ovvero il metodico detective Kyle (Taylor Handley), poi Deverin Bunny Washington (Tobi Bamtefa), ozioso leader di una gang, Ian Ferguson (Hugh Dillon), risoluto detective, e il super criminale russo Milo Sunter (Aidan Gillen) che, da dietro le sbarre, tenta di incastrare Mike tramite un gioco pericoloso e violento che coinvolge la giovane e impaurita escort Iris (Emma Laird).

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Fuori e dentro il carcere

Al netto dei molti personaggi e del complesso script, la storyline di Mayor of Kingstown non scricchiola mai, e anzi tiene altissimo il ritmo per tutte e dieci le puntate. Sono tante, è vero, ma la sceneggiatura marmorea, unita ad uno scenario urbano, rendono la serie perfetta sia per il binge-watching sia per una degustazione più rilassata. Non è mai facile mantenere alto l'umore, ed è ancora più difficile quando i temi in questione meriterebbero svariate digressioni. Il senso della famiglia, l'intolleranza razziale, la giustizia sociale e la giustizia privata, la precarietà politica che si riversa sugli ultimi, rendendo le carceri dei pollai in cui restano solo dei galli lottatori in perenne guerra. Un thriller ma anche un prison drama, che alterna il "dentro" ed il "fuori" in una messa in scena che non scorda mai il senso spettacolare e squisitamente narrativo.

Una cifra stilistica, questa, cara a Taylor Sheridan, che in Mayor of Kingstown destruttura il suo caro western - fatto di paesaggi e nuvole basse - attraverso il cemento, l'acciaio, gli uffici, i night club, le automobili e, naturalmente, gli spazi chiusi. Un confine urbano per una concezione che si riversa sul profilo di Mike, fuorilegge dall'etica pragmatica ed energica (il classico antieroe dal cuore buone), che trova gli unici barlumi di bontà in un orso che ogni tanto gli fa visita nella sua casa nel bosco. Una casa lontana da tutto e da tutti, distante dal trambusto criminale e famigliare. Insomma, una geografia umana non da poco, che diventa una coesa e coerente sceneggiatura. Del resto, la forza dello show è basata proprio sui conflitti interiori (facendo leva sull'immedesimazione del pubblico), che diventano pura dinamite in funzione di quello storytelling seriale ormai sovrapponibile a quello cinematografico. Perché l'unica cosa che conta è la qualità, e in Mayor of Kingstown ce n'è a bizzeffe.

Conclusioni

Prision drama, western, thriller e dieci puntate che non perdono mai di mordente. Concludiamo la recensione di Mayor of Kingstown sottolienando la sua qualità visivia e narrativa. A conti fatti, una delle migliori serie del 2022. Strepitoso Jeremy Renner.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Jeremy Renner.
  • L'ambientazione.
  • Il tono, tra western urbano e prision drama.
  • Il ritmo sempre alto.

Cosa non va

  • Alcune sottotrame sono abbastanza superflue.