L'eredità, o heritage come la chiamano gli inglesi, è la storia, il vissuto, la tradizione che un brand, cioè una marca si porta dietro. Nella recensione di Maleficent 2 - Signora del Male, il film con Angelina Jolie in uscita il 17 ottobre, vi raccontiamo uno dei modi in cui una casa di produzione come la Disney può valorizzare e portare avanti la sua Storia, e anche i rischi che questo comporta. La Disney, lo sappiamo, ha un infinito archivio di grandi storie e grandi personaggi, quelli dei grandi film d'animazione che ci hanno fatto compagnia quando eravamo bambini e ora incantano, ancora, i nostri figli.
Da qualche anno Disney ha cominciato a riscrivere queste storie, a raccontarle con i mezzi che oggi abbiamo a disposizione. Una delle strade scelte è fare dei remake live action (che poi sono in realtà in computer grafica realistica) di storie come Il libro della giungla o Il Re Leone, tanto perfetti quanto piuttosto freddi. L'altra è provare a raccontare le storie da un altro punto di vista, come nel Dumbo di Tim Burton, un remake ma anche un sequel del Dumbo a cartoni, o Maleficent: un film che, nel 2014, aveva raccontato la storia de La bella addormentata nel bosco, ma dal punto di vista della cattiva, la strega Malefica, trovando una certa originalità. Vista la buona idea, e il successo del film, la Disney ci riprova con questo sequel, aggiungendo nuove idee, provando a trarne un messaggio attuale, e portando la storia verso nuovi territori. Ma il rischio è quello di andare troppo lontano, e di snaturare la favola di partenza.
La trama: la storia di Malefica prende strade nuove
Avevamo lasciato Aurora (Elle Fanning) e Malefica (Angelina Jolie) piuttosto unite, dopo che l'incantesimo del fuso era stato sconfitto. Maleficent: Signora del male inizia con il principe Phillip che chiede ad Aurora di sposarla. Lei accetta immediatamente, convinta di coronare non solo il suo sogno d'amore, ma anche quello di unire i due regni, quello del suo principe e quello di cui è regina, la Brughiera. Prima delle nozze, però, i genitori si dovranno conoscere. E così Malefica viene invitata alla corte, dove di fatto a comandare è un'altra donna, la regina Ingrith (Michelle Pfeiffer). Sin dalle prime scene capiamo come sia interessata alle armi: crede che, per risolvere i problemi tra i due regni, la soluzione sia la guerra. E, nella sera in cui incontra Aurora e Malefica, dice qualcosa che fa infuriare quest'ultima.
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Malefica? Non è cattiva, la disegnano così...
Già nel primo Maleficent avevamo visto che quella che avevamo conosciuto come la strega Malefica non era poi così cattiva. È che la disegnavano così. Scherzi a parte, avevamo visto la storia da un altro punto di vista, avevamo capito che il maleficio era nato a causa di un equivoco e che Malefica aveva provato a salvare la figlia adottiva. Ora, per un sequel, serviva trovare un vero villain, un avversario all'altezza. La regina Ingrith di Michelle Pfeiffer, in questo senso, è una vera sorpresa: ambigua, affascinante, poi perfida, è un personaggio molto attuale, una persona che odia l'altro, il diverso, ma perché non lo conosce e ne ha paura. Sappiamo bene che, mettendo accanto a un "cattivo", se di questo si può parlare, uno ancora più cattivo, il primo ci sembrerà quasi buono (vedi cosa accade con Hannibal Lecter ne Il silenzio degli innocenti). Malefica che, certo, mantiene una certa minacciosità e un carattere non proprio facile, da subito ci appare il personaggio positivo del film. Siamo dalla sua parte, e questo toglie un po' dell'ambiguità e della sorpresa del primo film.
Siamo streghe o Avatar?
Ma per costruire un sequel da una storia che, tutto sommato, sembrava autoconclusiva e compiuta come quella di Maleficent, è stato scelto di ampliare l'orizzonte, di spostare la storia verso altri territori. Parliamo di territori fisici, come il luogo da dove viene Malefica e dove vivono i suoi simili, e di territori filmici, visto che Maleficent - Signora del Male, andando a cercare le origini di Malefica e introducendo non solo nuovi personaggi, ma un intero nuovo popolo, dalla favola si sposta verso il fantasy action alla Avatar o quello più epico de Il Signore degli Anelli.
Ma è soprattutto il film di Cameron ad essere vistosamente ripreso, anche a livello visivo, mentre il personaggio di Malefica, volante e in grande sfoggio di poteri, più che la strega di una favola di Perrault sembra un supereroe da cinecomic, alla stregua di una Captain Marvel.
Il trattamento, insomma, è molto ardito, e rischia di snaturare il mondo da cui partiva, un mondo incantato e fiabesco che il primo Maleficent, pur innovando molto, rispettava. Angelina Jolie, a Roma, ci ha raccontato che si era pensato anche di far diventare Aurora una guerriera, in stile Giovanna D'Arco. Per fortuna in questo caso ci si è fermati. Ma è un esempio dei rischi che si possono correre spingendosi troppo in là con adattamenti troppo arditi.
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Siamo nel 2019: si parla anche di guerre e ambiente
Maleficent - Signora del Male ha anche un bisogno di essere attuale. Al centro ci sono ovviamente i temi del rispetto dell'ambiente e quello della guerra, o meglio del partito, che, in ogni stato, si adopera per procurare guerre più che di evitarle (ogni riferimento alle amministrazioni repubblicane americane non è puramente casuale). Potrebbe essere quasi un pamphlet anti trumpiano, visto che mette in agenda, a volte rimarcandolo anche troppo, la difesa dell'ambiente, la condanna delle guerre e delle discriminazioni verso chi è diverso. Tutto questo, sia chiaro, va bene. Ma non dobbiamo dimenticarci che dovremmo pur sempre essere in una favola.
Conclusioni
Nella recensione di Maleficent 2 - Signora del Male, vi raccontiamo come, vista la buona idea e il successo del primo film, la Disney ci abbia riprovato con questo sequel, aggiungendo nuove idee, provando a trarne un messaggio attuale, e portando la storia verso nuovi territori. Ma il rischio è quello di andare troppo lontano, e di snaturare la favola di partenza.
Perché ci piace
- La regina Ingrith di Michelle Pfeiffer è una vera sorpresa: ambigua, affascinante, perfida.
- Angelina Jolie è perfetta nel ruolo.
Cosa non va
- Dalla favola ci si sposta verso il fantasy action alla Avatar o quello più epico de Il Signore degli Anelli, rischiando di essere derivativi.
- Il trattamento è molto ardito, e rischia di snaturare il mondo da cui partiva.