2012, esce in sala Magic Mike di Steven Soderbergh. Grande successo, ma un equivoco: il pubblico lo scambia per un film superficiale, tutto muscoli e poco cervello. Buono per intrattenere a buon mercato, con le banconote da cinque dollari pronte per essere sventolate sotto il naso (anzi, sotto gli slip). Un equivoco madornale, perché quel film, dietro l'apparenza (insomma, gli addominali di Channing e Matthew meriterebbero capitolo a parte), nascondeva un profondo e dolente spaccato sul sogno americano. Non solo, era la parafrasi esatta della fragilità maschile nascosta dai glitter, dal sudore, dai fisici scultorei. Poi un sequel, Magic Mike XXL uscito nel 2015: Gregory Jacobs alla regia e un on the road chiassoso, strampalato e un po' fuori tempo. Niente a che vedere con i fasti del primo film ma, tutto sommato, godibile. Il tempo, però, passa per tutti. E allora, in un mondo "stropicciato e intorpidito", bisogna sapersi re-inventare. Bisogna saper cogliere le opportunità.
Ancora, bisogna saper scendere a compromessi, tornando su una pista scricchiolante che sembrava appartenere ad un lontano e sbiadito passato. Da questo concetto, strapazzando la saga, Steven Soderbergh torna alla regia su sceneggiatura di Reid Carolin (grande amico di Tatum, i due hanno girato insieme il tenero Io e Lulù), dirigendo Magic Mike - The Last Dance. E lo diciamo subito nella nostra recensione: se sono pochi i personaggi cinematografici capaci di fomentarci come il magico Michael "Mike" Lane di Channing Tatum, il terzo capitolo è molto diverso da ciò che potete immaginare. Un male? Non per forza. Anzi, può essere lo specchio diretto dei nostri tempi stridenti e afoni (già fotografati da Soderbergh nell'ottimo Kimi - Qualcuno in Ascolto, come scritto nella nostra recensione), in cui tendiamo a rifugiarci nei ricordi, nelle piccole certezze, nei giorni di gloria. In questo caso la traslitterazione è il ballo. Una danza sexy, erotica e forsennata, che (ci) riavvicina ai concetti perduti di amore, di unione, di condivisione.
Magic Mike - The Last Dance, e una trama che ci porta a... Londra!
Gli affari, dopo la pandemia, sono saltati un po' per tutti. Figuriamoci se non sono saltati per chi è abituato a lavorare immerso nel pubblico. Anzi, per chi è abituato ad infiammare le fantasie femminili, recondite e nascoste. Ad un centimetro dalle vibrazioni corporee, in un ballo furioso e sincronizzato: faccia a faccia con una sconosciuta, che per un momento si è sentita davvero una regina. Insomma, Mike (Channing Tatum) ha abbandonato il palco ed è finito a fare il barman. I pettorali sono però gli stessi, così come il suo spirito nobile. I suoi vecchi compagni di spettacolo? Li sente ancora, sono amici, ma sembra che ognuno di loro abbia ormai preso strade diverse.
Casualmente, incontra l'affascinante Maxandra Mendoza (Salma Hayek) che gli offre un lavoro. Dove? A Londra, lontano dalla Florida, lontanissimo dagli strip club maschili di una decadente e folgorante provincia americana. Mike accetta, ma l'Inghilterra, per lui, è una terra decisamente nuova. In più, il lavoro che dovrà svolgere è di quelli impegnativi: direttore artistico dello storico teatro Rattigan del West End (inutile googlarlo, non esiste), che appartiene all'ex marito di Maxandra. La donna, infatti, vorrebbe stravolgere l'impacchettato spettacolo in calendario per dare al teatro un tono più libero, colorato e soprattutto molto più incandescente.
Una rom-com per un sequel che non ci aspettavamo
Ecco, rafforzando il concetto: se credete di trovare un sequel in pieno stile enfatizzante, che gioca sui concetti del ritorno, della reunion e della riscossa, Magic Mike - The Last Dance potrebbe essere invece la prima spiazzante rom-com di Steven Soderbergh. Il regista premio Oscar per Traffic si distacca totalmente dalle regole dei "sequel legacy" de-costruendo addirittura il mito scultoreo di Mike. Lo ritroviamo abbattuto, disilluso, spiegazzato. Ha smesso di credere nella danza e si arrabatta come può, nonostante la danza sia la sua religione pagana e, di conseguenza, il legame che tiene unita la storia. Uno schiocco, però, scalda lo script (e scalda i muscoli di Mike) regalandoci un inizio bollente, mettendo in scena un ballo appassionato tra Channing Tatum (diventato un attore maturo e reale) e Salma Hayek che, scena dopo scena, prende immediatamente le redini del film. Come ogni commedia romantica che si rispetti, il lato femminile è nevralgico e canoni del genere salgono sul palco: accade che l'approccio maschile della saga si avvicina in modo fluido e marcato al senso stretto della femminilità, in uno scambio relazione in cui è l'amore il vero movente e la vera ispirazione, diventando la benzina sul fuoco anche per il lato maschile.
Del resto, lo standard reale di Magic Mike è (di)mostrare quanto anche gli uomini siano fragili, celando la stessa fragilità dietro un'apparenza stordente e ridondante. Una carica emozionale che, quando può e come può, prova a sopperire alla sensazione straniante di un marchio mitico che ha mutato pelle: non c'è più l'orgoglio a stelle e strisce (forse perché l'American Dream è definitivamente morto?), le camice non si sbottonano (vabbè, alcune sì, dai) e non c'è l'umorismo guascone di un gruppo di stripper muscolosi e malinconici. Dall'altra parte, non mancano (alcuni) guizzi tipici di Soderbergh: le immagini sbieche, il montaggio serrato, i personaggi di contorno sapientemente indirizzati (come il maggiordomo Victor, interpretato da Ayuk Khan Din). Per questo, nella sua naturale incoerenza e nel suo epilogo arrangiato, e al netto dello spassionato affetto nei confronti di Channing Tatum, Magic Mike - The Last Dance è sicuramente il sequel che non ci aspettavamo, benché sia anche l'unico sequel possibile.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di Magic Mike - The Last Dance rimarcando quanto Steven Soderbergh abbia stravolto il concetto dietro la saga, concentrandosi invece sui toni più vicini alle commedie romantiche. Il risultato? Complessivamente coinvolgente, nonostante sia un sequel diverso rispetto alle potenziali aspettative. Capitolo a parte: Channing Tatum e Salma Hayek, insieme, sono pura dinamite.
Perché ci piace
- Channing Tatum
- Salma Hayek.
- Channing Tatum + Salma Hayek.
- La regia di Soderbergh, sempre un plus.
- Il ritorno di Magic Mike...
Cosa non va
- ... che si distacca dai sequel legacy, e dunque dai retaggi dei grandi ritorni.
- La parte finale è sconnessa.
- Chi si aspetta il "solito" Magic Mike rimarrà forse deluso.