M - Il figlio del secolo, recensione: un’operazione ambiziosa che racconta la Storia (parlando del presente)

La serie Sky Original di Joe Wright tratta dal romanzo di Antonio Scurati con Luca Marinelli è un adattamento che funziona e tratteggia con gusto e personalità gli anni dell'ascesa al potere di Benito Mussolini. Prossimamente su Sky e in streaming solo su NOW dopo il passaggio alla Mostra del Cinema di Venezia.

Il banner di M - Il figlio del secolo

Un evento nell'evento. Questa è stata per noi la presentazione di M - Il figlio del secolo durante la Mostra del Cinema di Venezia, perché tra le serie presentate quest'anno (da Disclaimer a Families Like Ours) è senza dubbio quella che ha il maggior appeal, e attira la maggior attenzione, da parte del pubblico nostrano (e internazionale). Il motivo? Un prodotto Sky Original, firmato da un autore come Joe Wright, e perché racconta uno momento significativo della nostra Storia.

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Un primo piano di Luca Marinelli

Tratta dal romanzo omonimo di Antonio Scurati, primo della trilogia dedicata a Mussolini e il periodo che l'ha visto salire al potere, la serie è interpretata da Luca Marinelli nel ruolo del Duce, attorniato da un cast composto da Francesco Russo a dar vita a Cesare Rossi, Barbara Chichiarelli e Benedetta Cimatti rispettivamente nei panni di Margherita Sarfatti e Donna Rachele, e poi Federico Majorana e Lorenzo Zurzolo. Otto episodi che arriveranno su Sky e in streaming solo su NOW nel 2025 dopo la presentazione in anteprima di Venezia 81.

L'ascesa del Duce

Come il primo romanzo di Scurati, M - Il figlio del secolo racconta gli anni dell'ascesa al potere di Benito Mussolini, la storia di un uomo capace di rinascere più volte dalle sue ceneri. Si parte dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919, all'indomani della fine della Prima Guerra Mondiale sullo sfondo di un paese in crisi, fino al discorso al Parlamento del 1925 che gli ha permesso di prendere il potere dopo l'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti.

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Luca Marinelli in una scena

Una storia pubblica che si va a intrecciare con quella privata e con le relazioni intessute dallo stesso Mussolini con la moglie Rachele e l'amante Margherita Sarfatti, sottolineando tutti i rapporti di amicizia, complicità e potere con le figure che lo circondavano e hanno accompagnato il suo percorso verso la resa del paese alla sua dittatura, (ri)costruendo i fatti con accuratezza storica.

Il Mussolini di Luca Marinelli al centro del racconto

È ovviamente centrale la figura del protagonista nella costruzione narrativa immaginata da Joe Wright e mutuata dal romanzo che ne è ispirazione, al punto da renderlo materiale di collegamento tra l'opera e i suoi fruitori con l'espediente della rottura della quarta parete che avevamo già intuito dal primo teaser della serie. È una trovata che funziona, che asseconda l'intento dell'opera e si avvale della prova di Luca Marinelli, capace di incarnare un Duce in evoluzione. Un personaggio complesso e ricco di sfumature, al netto di qualche piccola forzatura di troppo quando si lascia andare al dialetto.

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Un momento di M - Il figlio del secolo

Una figura in evoluzione come la serie che la racconta: se nei primi quattro episodi prevalgono i toni più leggeri, gli ultimi quattro si ammantano di una maggior cupezza e crudezza man mano che procediamo verso gli eventi che hanno portato alla conquista del potere e della dittatura fascista. Un passaggio gestito con naturalezza sia in scrittura, grazie al lavoro di Stefano Bises e Davide Serino che guardando a quel periodo per parlare anche dell'oggi con riferimenti più o meno evidenti, che nella solida e potente regia di Wright.

Valori produttivi importanti per M - Il figlio del secolo

Se funziona la scrittura, puntuale e diretta nell'adattamento dall'originale cartaceo, pur nel suo essere elaborata e ricca, altrettanto è riuscita tutta la costruzione visiva adottata da Wright, che sfrutta a dovere gli elevati valori produttivi dell'opera: M - Il figlio del secolo è una serie ad alto budget, e si vede. Si vede nelle scenografie degli anni '20 ricostruite a Cinecittà e nei costumi, così come nella confezione generale che rende giustizia alla portata di un'opera capace di fornire uno spaccato importante di una figura complessa e delicata e del momento storico che ne ha ospitato l'ascesa.

On The Right Joe Wright Ph Credits Andrea Pirrello
M - Il figlio del secolo: Joe Wright in uno dei ricchi set della serie Sky

A fine visione, e consigliamo di guardarla nell'interezza dei suoi otto episodi per avere una visione completa dell'operazione messa in piedi da Joe Wright, ci rendiamo conto che l'opera ci ha condotto in un viaggio di consapevolezza importante, prendendoci con i toni più leggeri della prima parte per poi avvolgerci in un'angoscia crescente e opprimente, fino a lasciarci con pensieri, riflessioni e la voglia di approfondire ulteriormente l'argomento per quelle lacune che ci rendiamo conto di avere sul tema. Per sapere e immunizzarci, e per poter fare la nostra piccola parte, evitando che possa accadere ancora. Oggi più che mai.

Conclusioni

È un’opera imponente e importante M - Il figlio del secolo, per i valori produttivi di cui si avvale e per la costruzione narrativa e visiva condotta da Joe Wright per rendere giustizia su schermo al romanzo di Antonio Scurati a cui si ispira. Buono il lavoro di Luca Marinelli sul personaggio, al centro di un cast che riesce a proporre uno spaccato completo e sfaccettato del momento e delle figure che l’hanno animato. Una serie che evolve nei suoi otto episodi per lasciarci con spunti di riflessione importanti e un sottile senso di inquietudine che fatichiamo a scrollarci di dosso. Come le grandi storie sanno fare.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il lavoro di adattamento, diretto, complesso, efficace.
  • I valori produttivi messi in campo, tra scenografie, costumi e un impianto visivo notevoli.
  • La regia di Joe Wright, che evolve con il personaggio e ne asseconda lo spirito.
  • Tutto il cast, che propone uno spaccato riuscito del contesto in cui si muove il Mussolini di Marinelli.
  • La prova del protagonista...

Cosa non va

  • ... al netto di qualche piccola forzatura che ci è parso di cogliere quando scivola nel dialetto.