Lo Squalo - la saga: un terrore lungo 45 anni

Torna su Netflix la saga de Lo Squalo, che nel 1975 terrorizzò il mondo e fece riemergere paure sopite e dimenticate; una saga che tra alti e bassi ha cambiato per sempre le nostre vite e il nostro rapporto con il mare.

Lo Squalo - una scena del film di Spielberg
Lo Squalo - una scena del film di Spielberg

20 Giugno 1975. I cinema di tutto il mondo sono scossi da Lo squalo, diretto da un semi-sconosciuto regista chiamato Steven Spielberg, dove una tranquilla isola a largo della costa dell'Atlantico statunitense, veniva messa sotto assedio da un gigantesco predatore marino, che portava morte e terrore tra gli inermi cittadini.
Primo film ad essere distribuito in modo massiccio e con una campagna pubblicitaria che sancì un punto di svolta a livello di marketing cinematografico, l'opera di Spielberg ebbe un successo incredibile, che generò ben tre sequel, un numero sterminato di imitazioni, e riscrisse il concetto stesso di thriller avventuroso.
Ma ora che l'intera saga de Lo Squalo torna su Netflix, ora che gli spettatori potranno riassaporare le atmosfere di un film diventato leggenda, questo film va analizzato, va compreso, va individuato quell'insieme di fattori che ne fa ancora oggi un qualcosa di unico nella storia del cinema.

Perché se prima e dopo de Lo squalo, vi sono stati molti film di maggior successo tra il pubblico e la critica, questo affascinante e terribile racconto della lotta tra uomo ed animale, ha avuto un impatto unico nel suo genere sulla società, sul cinema, sul rapporto tra uomo e mare.
Nulla fu più lo stesso da quel giorno in poi.

I 12 Giorni di Terrore

Lo squalo: una scena di paura collettiva
Lo squalo: una scena di paura collettiva

Spielberg rimase molto colpito da un romanzo scritto dall'autore Peter Benchley, giornalista del Washington Post e National Geographic, che aveva confezionato un fascinoso ed oscuro racconto, circa la comparsa di un ferocissimo Squalo Bianco al largo di un'isola turistica. Benchley era rimasto impressionato da un gigantesco Squalo Bianco pescato dal famoso cacciatore Frank Mundus a Long Island dieci anni prima, che gli aveva dato lo spunto per la storia.
Ma poi, da buon giornalista, si era anche ricordato di alcuni terribili giorni d'estate del 1916, in cui le spiagge del New Jersey erano state il teatro di sanguinose uccisioni nelle acque lunga la costa.
Quattro persone erano state uccise in acqua. Da un solo squalo? Da altre creature marine? Ancora oggi è un mistero, ma non è un mistero l'ondata di panico, la fobia che da quel momento si impadronì dell'opinione pubblica, dei media, persino dei politici.
Il fatto sedimentò nella mente degli americani (e non solo, vista l'eco che ebbe l'evento nonostante si stesse combattendo in Europa) il ricordo di un terrore connesso a paure ataviche, primordiali, pronte a risvegliarsi alla prima occasione. E quell'occasione fu il film di Steven Spielberg.

I 26 migliori film horror tratti da storie vere

L'Incubo dei Sette Mari

Lo Squalo, una delle scene clou del film
Lo Squalo, una delle scene clou del film

Fernando Savater ha scritto: "Una storia senza un cattivo è come un hamburger senza patatine fritte". Ma se c'è una cosa che Lo squalo donò al mondo, nel 1975 e anche (pur se in misura minore) negli altri film della saga, fu un cattivo davvero fantastico. E che ancora oggi rappresenta una meraviglia a livello di concezione e realizzazione, dal punto di vista visivo, psicologico e persino sonoro.
La fantastica soundtrack di John Williams, il famoso motivo che sullo schermo accompagnava l'arrivo del terribile predatore assetato di sangue, ancora oggi è insuperata come efficacia, come capacità di elevarsi e creare una perfetta simbiosi con il suo soggetto.
Ma lui, la Morte Bianca, il Carcharodon Carcharias, si aggirò per tutti i 124 minuti del film come un perfetto assassino, un sicario venuto dal mare, intelligente, forte, coraggioso e spietato.
In lui, rivivevano le antiche fole, i miti, le leggende che le bocche dei marinai fin dai tempi antichi narravano di ciò che il mare poteva fare all'uomo, in cui superstizione, paura e il fatto di essere sostanzialmente indifesi dentro quella superficie azzurra, nei secoli avevano dato all'uomo la certezza che lì, nel profondo si celavano fauci, tentacoli, pronti a distruggerli.
Dal leviatano al kraken, dai draghi ai serpenti marini, lo Squalo di Spielberg risvegliò il mito della Natura che si ribellava all'uomo, le sanguinose leggende di tigri mangiatrici di uomini, di leoni carnefici, di lupi malvagi.
Ma, e qui già Jung lo capì molto tempo prima di quel 1975, ciò che fa ancora oggi di quello squalo un cattivo inimitabile, fu il fatto che come ogni mostro, rappresentava anche il "Drago", la feroce meraviglia proveniente da quell'ignoto degli abissi che era il nostro inconscio.
Ma era anche tra i protagonisti di tremendi massacri, come quello della USS Indianapolis, narrato nel film dal pescatore Quint, uno dei momenti più memorabili della cinematografia di Spielberg, che ancora oggi fa quasi più paura dello squalo stesso.

Steven Spielberg: da Indiana Jones a Jurassic Park, le 10 sequenze più spettacolari dei suoi blockbuster

Un impatto senza precedenti

Lo squalo: una drammatica scena del film
Lo squalo: una drammatica scena del film

Già nel 1975, il film ebbe enormi conseguenze sul turismo, creò una fobia tutta nuova: quella degli squali.
Gli attacchi (o meglio i presunti tali) crebbero a dismisura, e aumentò la fama degli squali come assassini e feroci macchine di morte, e le conseguenze per gli animali furono atroci.
Da quel 1975, decine di migliaia di squali furono uccisi da cacciatori, reti, trappole, fiorì un turismo tutto particolare nell'uccidere squali in speciali tornei.
Mai nessun film aveva scatenato conseguenze di tale portata. Benchley stesso disse che se lo avesse saputo, non avrebbe mai scritto il romanzo.
Ma dal punto di vista produttivo ed organizzativo, Lo squalo fu anche un punto di svolta incredibile nella storia del cinema, dimostrò come si potesse creare un fenomeno culturale senza precedenti, a patto di usare gli strumenti giusti.

Squalo
La fila al cinema per vedere Lo squalo

Pubblicità su ogni canale televisivo, enfasi sulle reazioni del pubblico (piuttosto che su quelle della stampa specializzata), racconti di spettatori svenuti...tutto questo da quel momento divenne il blockbuster.
E l'estate, di solito riservata ai film minori in favore del Natale, diventò da quel momento il periodo migliore per le Major per rastrellare soldi dalle tasche degli spettatori.
Il suo successo secondo molti, sancì anche la fine di una "carestia" economica che stava opprimendo Hollywood da più di cinque anni, ridando fiducia al settore ma anche mettendo da quel momento all'angolo il cinema d'autore, in favore di quello molto più commerciale. Era la fine della New Era di Hollywood e l'inizio dell'era dei sequel, delle saga commerciali cinematografiche.

Discepoli e Proseliti

Daniel Travis e Blanchard Ryan in una scena del film Open Water
Daniel Travis e Blanchard Ryan in una scena del film Open Water

Il successo del film Lo squalo e del sequel, Lo squalo 2, uscito tre anni dopo (ancora oggi uno dei sequel con il miglior incasso di sempre), non solo convinse i produttori ad insistere fino allo sfinimento nel progetto, ma creò un modello che divenne imitatissimo. Lo squalo 3 e Lo squalo 4: la vendetta, furono due film abbastanza scadenti, per quanto l'uso di animazioni 3D e di un cast di alto livello facessero sperare in qualcosa di migliore.
Ma il testimone fu portato avanti da una marea di altre produzioni, basti pensare a Il cacciatore di squali o L'ultimo squalo, entrambi di Enzo Castellari, oppure a Tentacoli di Ovidio Assonitis.
Vanno menzionati anche Sangue negli abissi di Aristide Massacesi e lo sgangherato (e controverso) Fauci crudeli di Bruno Mattei, tra i casi di remake (forse plagio la parola più esatta) più assurdi di sempre. Il tema del mostro marino che cercava di distruggere l'umanità fu ripreso anche da Lamberto Bava in Shark - Rosso nell'Oceano, o nel mitico Piranha di Joe Dante (a detta di Spielberg il migliore tra i ripoffs) che dimostrarono che la struttura di Lo squalo era utilizzabile anche al di fuori del suo iter narrativo.
Proprio al film di Spielberg in fondo, dobbiamo un capolavoro come Alien di Ridley Scott, che più volte disse di voler creare la stessa atmosfera, anzi di voler fare una sorta di "Lo squalo nello spazio profondo".
Orsi, lupi, alieni, barracuda, persino coccodrilli come in Lake Placid... da quel giorno parve che la natura non avesse altro da fare che massacrarci in lungo ed in largo.

Sharknado - una scena del film
Sharknado - una scena del film

In tempi recenti il fenomeno non si è fermato, anzi una sua decontrazione e parodia evidente è arrivata dalla serie Sharknado, mentre anche in numerosi cartoni, film animati, la saga iniziata da Spielberg è stata perfetto spunto per numerose parodie e omaggi.
Molto più serioso e dark fu l'omaggio presente in Open Water, The Reef, e 47 metri.
A livello di botteghino e critica, per ora i migliori risultati ci sono stati con il cult Blu profondo (sorta di mix tra Lo squalo e Jurassic Park), e molto più recentemente grazie a Paradise Beach - Dentro l'incubo e Shark - Il primo squalo.
Quest'ultimo, soprattutto, si è collegato al capolavoro di Spielberg con ironia ma anche con l'umiltà di chi sa di non poter assolutamente superare il maestro.

Sharknado: La trilogia-fenomeno all'insegna del trash