Matteo Corradini, Luca Vecchi e Luigi Di Capua ne hanno fatta di strada in cinque anni, da quando, nel 2011, sulle pagine di Dude Magazine, grazie anche al contributo del fondatore della rivista Andrea Pergola, pubblicarono il loro primo video in bianco e nero: solo loro tre, un tavolo, tazze di caffè e sigarette a fiumi, calata romana e umorismo spontaneo, proprio delle conversazioni tra amici. Nato quasi per gioco, The Pills, questo il nome che il trio ha scelto, è diventato presto uno dei collettivi di videomaker più amati del web: grazie al pillole di vita vissuta come "L'amore ai tempi dell'Erasmus", perle su tormentoni della cultura pop quali "Anche le colline hanno le Hogan" e la parodia dei libri di Fabio Volo, il gruppo si è trasformato presto in un fenomeno virale, da migliaia di condivisioni su YouTube, prima nella capitale e poi in tutta Italia, nonostante il forte accento romano.
Il bianco e nero, inizialmente scelto semplicemente per la mancanza di un direttore della fotografia, è rimasto il loro marchio di fabbrica, ma i temi, mescolati a una base inossidabile di cultura pop, citazioni cinefile e rimandi a serie tv, si sono fatti più complessi, come in "La tipa wild" e "Il bagno okkupato". A evolversi è stato anche il reparto tecnico: originariamente autosufficienti, Luca, Matteo e Luigi hanno presto assunto un'intera squadra creativa, con finalmente un direttore della fotografia, attori e truccatori, quasi tutti amici, per arrivare infine a inanellare diverse collaborazioni famose, come quelle con i protagonisti di Romanzo criminale - La serie e con icone dello spettacolo italiano quali Gianni Morandi e Giancarlo Magalli.
La fama ottenuta grazie al web ha permesso al trio di spaziare in diversi campi: Di Capua, sceneggiatore di molti dei video dei The Pills, ha scritto uno spettacolo teatrale, Il più bel secolo della mia vita, e diversi spot pubblicitari, Luca Vecchi ha sceneggiato il corto su Dylan Dog, Vittima degli eventi, diretto dal collega youtuber Claudio Di Biagio, e Corradini ha cominciato a scrivere di videogiochi su diverse riviste nazionali. Come The Pills sono inoltre sbarcati in televisione, con lo show Non ce la faremo mai: non restava dunque che il cinema, arrivato grazie alla fiducia e al fiuto di Pietro Valsecchi, già produttore del fenomeno Checco Zalone, e Matteo Rovere, che hanno prodotto la loro prima pellicola, intitolata The Pills - Sempre meglio che lavorare.
Oggetto misterioso tenuto segreto fino all'ultimo, inizialmente intitolato Mezzogiorno meno un quarto, Sempre meglio che lavorare è un concentrato di The Pills all'ennesima potenza, un cocktail esplosivo di gag incatenate in una struttura portante che parla dei trentenni di oggi, cresciuti a pane e televisione, cartoni animati giapponesi, film di Quentin Tarantino (come testimonia il pacchetto di sigarette Red Apple immortalato con loro sul poster) e un'ingombrante sindrome di Peter Pan.
Abbiamo incontrato Luca, Matteo e Luigi a Roma, all'anteprima stampa del film: tra momenti al cardiopalma sul set con la guest star internazionale Giancarlo Esposito, il Gus Fring di Breaking Bad, e cicoriette ripassate in padella che sostituiscono l'ovetto fresco di Woody Allen, il trio romano ci ha rivelato, con grande autoironia, che: "Fare i coglioni è una cosa seria".