Quando si scrive un pezzo di riepilogo come questo, si cerca sempre di trovare uno spunto, un'immagine che funga da copertina, ma ci risulta difficile identificare un unico nome di spicco nel panorama delle serie TV del 2011 che si è composto di più di una produzione di alto livello. Piuttosto possiamo identificare la conferma di una tendenza, della supremazia della televisione piccola rispetto ai colossi dei network statunitensi.
Eppure piccolo è un aggettivo che va usato con la dovuta cautela, perchè a dirla tutta quella che era una televisione di nicchia, parallela a quella mainstream dei cinque network principali americani, sta affiancando alla consueta qualità anche numeri non indifferenti ed investimenti sempre più ingenti.
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E' un attributo che intendevamo riferire agli scarsi 3 milioni di spettatori che hanno seguito la serie in USA, un numero che sfigura al confronto dei 20 di alcune produzioni CBS e che si può considerare risibile proporzionato alla magnificenza del lavoro seguito da David Benioff e D.B. Weiss.
Ma è questo il mondo delle TV via cavo USA, che vedono il top di spettatori nei 5 milioni racimolati anno dopo anno da True Blood partendo dall'1,5 della sua prima stagione o dagli scarsi 7 raggiunti dalla seconda stagione di The Walking Dead sulla AMC.
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Due serie che confermano il buon lavoro di HBO ed AMC: se la prima raramente sbaglia un colpo, pur nelle minori Bored to Death - Investigatore per noia, Hung - Ragazzo squillo e How to Make it in America, cancellate proprio in questi giorni, la seconda stupisce per la capacità dimostrata negli ultimi anni di affrontare con convinzione e qualità generi diversi, anche in un anno animato da più di un problema sul fronte produttivo, dal già citato abbandono di Darabont alla guida di The Walking Dead alle controversie legate al rinnovo di Mad Men, che ha sì ottenuto altre due stagioni, ma saltando l'anno che sta finendo per un ritorno in onda a marzo 2012.
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I creatori di Glee confermano di sapersi muovere con disinvoltura in ambiti più cupi, dando una propria (re)visione del genere delle case stregate, giocando con le citazioni e mettendo in scena l'altra faccia delle infestazioni: il punto di vista degli spettri che abitano la Murder House in cui si trasferiscono gli Harmon. Tra twist ed un'ottima costruzione, la prima stagione della serie FX entra di diretto tra le piacevoli sorprese della stagione.
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Delusione in ambito cable anche per un cavallo di razza come Dexter, la cui sesta stagione non riesce a mantenersi all'alto livello narrativo a cui la serie ci aveva abituati, vantando però il merito di offrire nel finale uno spunto che potrà rappresentare il fulcro delle prossime due stagioni, già ordinate dalla Showtime.
Intanto la rete si è messa al sicuro ed ha mandato in onda nell'autunno 2011 una nuova produzione di indubbio interesse, anch'essa già rinnovata per il prossimo anno: Homeland. Ispirata all'israeliana Hatufim, la serie si concentra su due protagonisti, l'ufficiale della CIA Carrie Mathison ed il marine Brody, ritenuto parte di una cellula terroristica dormiente, resi credibili ed intensi dalle interpretazioni di Claire Danes e Damian Lewis.
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Meno convincente l'approdo americano di Torchwood per una quarta stagione co-prodotta con la Starz e riuscita solo a tratti, priva com'è della compattezza della precedente Children of the Earth, ma dal Regno Unito arriva la solita conferma di Doctor Who al secondo anno della gestione Moffat: l'autore ha un piano ben preciso che sta sviluppando poco per volta, dando spazio e valore non solo alla Compagna dell'undicesimo Dottore, Amy Pond, ma anche alla sua metà Rory, diventato un vero mito in rete.
Non è stato invece l'anno di Sherlock, la cui seconda stagione è stata posticipata ad inizio 2012, travolta dal vortice di ritardi di The Hobbit, sul set del quale sono impegnati sia Martin Freeman che Benedict Cumberbatch, ma il panorama inglese continua a proporre con successo più di una serie, di genere e non, di indubbio valore o interesse. Pensiamo a Downton Abbey, di cui è in corso la seconda stagione, o di Misfits, che sta soffrendo i cambiamenti occorsi alla terza stagione, pur continuando a piacere al pubblico.
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Ma il vero evento nel mondo delle sit-com è legato all'infinita polemica tra Charlie Sheen e Chuck Lorre, che ha spinto la CBS a licenziare l'attore, sospendere la stagione in corso di Due uomini e mezzo per riprenderla dopo l'estate con un nuovo importante innesto nel cast: Ashton Kutcher al fianco di Jon Cryer per una nona stagione ancora in fase di rodaggio ma che ha già mostrato alcuni momenti degni di nota, tra cui la brillante premiere condita dal funerale di Charlie Harper.
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Relegato proprio sulla CW dalla CBS per la quale era stato prodotto, Ringer per ora vivacchia, ma senza sfondare, reggendosi soprattutto sull'innegabile fascino della sua protagonista.
Di veri fallimenti si può parlare invece per quanto riguarda Charlie's Angels, che non ha superato i sette episodi trasmessi, e Wonder Woman, che non è nemmeno arrivata sugli schermi USA. In casa ABC, però, una serie come C'era una volta sta raccogliendo consensi con furbizia, mentre la NBC ancora stenta a trovare uno show su cui puntare, dopo aver salutato lo scorso febbraio una delle sue produzioni più acclamate dalla critica: High School Team - Friday Night Lights, terminato dopo cinque stagioni.
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