Le due anime di Norman Bates

Tutto cominciò con la sparizione della proprietaria di un negozio di ferramenta e probabilmente Ed Gein non sapeva che avrebbe ispirato i thriller più famosi della storia del cinema, nonchè la fantasia di Alfred Hitchcock e Robert Bloch.

ll 17 novembre 1957, la polizia di Plainfield, nel Wisconsin fece irruzione nella fattoria di Ed Gein, sospettato della rapina in un ferramenta e della scomparsa della proprietaria, Bernice Worden. Gein era stato l'ultimo cliente del negozio ed era stato visto più volte da quelle parti, nei giorni che precedettero la scomparsa della Worden. La fattoria era immersa nel caos e nel tanfo della decomposizione: i pavimenti erano coperti di immondizia al punto tale da rendere quasi impossibile camminare tra le stanze e quando lo sceriffo Arthur Schley alzò la testa verso il soffitto, nella cucina di Gein trovò il cadavere della Worden appeso al soffitto, decapitato e smembrato. Dopo altre terribili scoperte, tra le quali paralumi e cestini della carta straccia fatti di pelle umana, una cintura di capezzoli, genitali femminili conservati in una scatola da scarpe, i poliziotti trovarono un vestito fatto interamente di pelle umana. Ed Gein divenne una sorta di celebrità e diversi anni dopo ispirerà anche il thriller di Tobe Hooper Non aprite quella porta e il premio Oscar Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme; ma soprattutto lo scrittore Robert Bloch si ispirò a lui per scrivere la storia di Norman Bates da cui Hitchcock trasse il suo Psycho.

Il romanzo di Bloch del quale Hitchcock comprò anonimamente i diritti, pagandoli solo 9.000 dollari e del quale comprò più copie che potè per evitare che il finale della storia fosse noto a tutti, si differenzia poco dal film, ma chiaramente offre un quadro narrativo più ampio. Nel film diretto da Alfred Hitchcock si parla della schizofrenia di Norman solo alla fine; nel libro di Robert Bloch, invece si intuisce da subito che egli abbia problemi di natura psichica: mentre lui e Mary consumano uno spuntino e parlano di sua madre, lei suggerisce di far ricoverare la donna in una casa di cura, ma Norman reagisce violentemente, scagliando una chicchera sul pavimento per poi scusarsi immediatamente.
Bloch rispetto ad Hitchcock realizza un ritratto di Norman più completo e ricco, quello di un uomo di mezza età con i capelli grigi e qualche chilo di troppo appassionato di tassidermia, amante della cultura ed avido lettore di testi di teosofia, occultismo e soprattutto psicologia. Ma soprattutto Norman si rende conto di avere dei disturbi mentali, ma si attribuisce solo una lieve forma di schizofrenia che lo porta a scindere la sua personalità in quella di un uomo maturo ed adulto e quella di un bambino completamente succube del carattere dominante di sua madre. Nel corso del romanzo si racconta, con le sue paure, i suoi sensi di colpa, le sue precauzioni perchè la madre non trovi coltelli o rasoi in giro per casa, la sua ritrosia a specchiarsi, da quando la madre l'aveva sorpreso ad ammirarsi nudo davanti ad uno specchio, quand'era un ragazzino e soprattutto la sua adolescenza. Hitchcock svela il mistero della signora Bates solo gli ultimi minuti del film; mentre nel libro di Bloch, poco prima che Lila trovi il cadavere della signora Bates, Norman si rivela a Sam e gli racconta una storia confusa di quando, vent'anni prima, sua madre e il suo uomo, Joe Considine, avevano bevuto veleno e lui in seguito si era ammalato ed era stato portato in ospedale; una volta uscito era andato a riesumare sua madre per riportarla a casa, perchè non era morta, era solo in trance e lui con la magia l'aveva fatta tornare. In seguito scopriamo che era stato proprio Norman ad avvelenare sua madre e Joe, dopo che un giorno li aveva sorpresi a letto assieme: c'era stato un piccolo festeggiamento in famiglia, forse dovuto all'annuncio del matrimonio imminente tra Norma e Joe e il figlio di lei li aveva avvelenati entrambi con la stricnina nel caffè, poi aveva scritto un finto biglietto di addio in modo da far pensare ad un suicidio, magari dovuto al fatto che Joe era già sposato con un'altra donna che viveva sulla Costa Occidentale.

Gli altri protagonisti del film, Marion, Lila e Sam non sembrano diversi da come li aveva descritti Bloch, ma Hitchcock fedele al suo motto "blondes make best victims fa interpretare Marion Crane, che nel romanzo di Bloch ha i capelli neri, alla biondissima Janet Leigh . Nel libro è assente la parte in cui Marion scambia la propria vettura per un'altra nel tentativo di far perdere le proprie tracce e si accenna solo al fatto che nel corso del viaggio ha cambiato auto ben quattro volte; ma le differenze davvero notevoli sono nell'omicidio sotto la doccia: Marion riesce a vedere quel che le sembra "Il viso di una vecchia pazza" truccato pesantemente con cipria bianca, due pomelli di rossetto sugli zigomi ed una sciarpa sui capelli, poi una coltellata le trancia di netto la testa. Subito dopo Norman mette il suo corpo e la sua testa in un vecchio cesto, assieme ad effetti personali di Marion, tra cui i soldi che ha rubato al suo datore di lavoro: nel film Norman non faceva caso al grosso fascio di banconote nascosto nel giornale, mentre nel romanzo butta via la borsetta di Marion nonostante si renda conto che possa contenere denaro perchè non vuole avere nulla che appartenga a lei. Un'altra scena famosa del film, l'omicidio dell'ispettore Arbogast, è descritta in modo diverso nel libro: non dal punto di vista dell'ispettore, che sale le scale della casa, ma dal punto di vista di Norman e sua madre. Lui gli dice che sta per arrivare un visitatore, lei corre a truccarsi e grida allegramente all'ispettore che sta arrivando. E lo uccide un un rasoio. Ancora differenze nella descrizione della stanza da letto di Norman, nella quale, secondo Bloch ci sono molti libri di psicologia ed occultismo, testi con immagini pornografiche e una brandina tanto piccola che potrebbe appartenere ad un bambino; Hitchcock invece mantiene un certo mistero sulla personalità di Norman ma alla fine mostra la sua stanza piena di vecchi giocattoli e in disordine; e rispetto a Bloch espone con più chiarezza le teorie sullo sdoppiamento di personalità di Norman, che a quei tempi non era un tema molto comune nel cinema. Qualche differenza tra le due opere c'è anche nella conclusione della storia: nel libro, Lila si dice contenta che Norman non sarà processato perchè infermo di mente ed è disposta quasi a capirlo, ma soprattutto intende dimenticare tutto o quasi. E si lascia intendere l'inizio di una storia tra lei e Sam alla quale Hitchcock non accenna.
Ma lo scrittore americano e il regista inglese sono d'accordo almeno su una cosa: che Norman non farebbe del male ad una mosca.