Il 7 giugno 2013, Universal Pictures distribuiva in oltre duemilacinquecento sale negli Stati Uniti The Purge, ovvero un tipico esempio di quelli che, una volta, sarebbero stati definiti B-movie: un budget estremamente ridotto, appena tre milioni di dollari, e la supervisione di uno specialista del cinema di genere, Jason Blum, il super-produttore dietro alcuni fra i più importanti titoli horror dell'ultimo decennio, da Paranormal Activity al recente Scappa - Get Out.
Scritto e diretto da James DeMonaco, appena alla sua seconda prova dietro la macchina da presa, The Purge (approdato in seguito in Italia con il titolo La notte del giudizio) avrebbe esordito in cima alla classifica del box office USA, con quattro milioni di spettatori nel weekend di debutto e una strepitosa media di oltre tredicimila dollari a sala. Ciò nonostante, quello di DeMonaco sarebbe potuto restare un successo isolato: recensioni piuttosto tiepide, un passaparola non troppo positivo (nel secondo weekend, gli incassi sarebbero diminuiti di ben tre quarti) e risultati abbastanza modesti sul mercato internazionale. Oggi, invece, La notte del giudizio può essere considerato uno dei franchise più conosciuti e proficui dell'ultimo lustro.
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Lo Sfogo, ieri e oggi: anatomia di un successo
Il presupposto al cuore del capostipite, così come dei capitoli seguenti, è ormai ben noto: un'America in cui il potere è nelle mani di una fazione politica ultraconservatrice, i Nuovi Padri Fondatori, che per catalizzare e tenere sotto controllo la frustrazione e la rabbia collettive hanno istituito una terribile ricorrenza, il cosiddetto "Sfogo". Un giorno all'anno, esattamente per dodici ore, dal tramonto all'alba, la legalità cessa di funzionare e qualunque delitto, incluso l'omicidio, diventa lecito: un "carnevale della morte" nel corso del quale i peggiori istinti dei cittadini statunitensi possono scatenarsi a briglia sciolta, in un'apoteosi di violenza che, generalmente, si consuma contro le fasce sociali più deboli, tanto da far somigliare lo Sfogo ad una sorta di atroce repulisti.
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Ne La notte del giudizio, il meccanismo dello Sfogo si rovescia però contro una famiglia dell'alta borghesia losangelina, quella dell'imprenditore James Sandin (Ethan Hawke). Sull'onda del buon risultato commerciale del primo film, dunque, a tempo di record veniva messo in cantiere un sequel, distribuito nell'estate 2014: Anarchia - La notte del giudizio, ancora con DeMonaco in cabina di regia. Stavolta, la focalizzazione del racconto si spostava verso la working class e le minoranze; allo stesso tempo, dal taglio da tipico home invasion de La notte del giudizio si passava ai territori del thriller metropolitano, con una serrata 'caccia' compiuta fra le strade di Los Angeles. Anche in questo caso, la formula dell'horror estivo avrebbe funzionato a dovere: oltre centodieci milioni di dollari incassati in tutto il mondo, a fronte dei novanta milioni del film precedente.
Due anni fa, il tiro si è alzato ulteriormente con La notte del giudizio - Election Year: sempre tenendo fede ai principi cardine della saga, ma riuscendo a evitare l'effetto fotocopia, DeMonaco e il suo team hanno cavalcato l'onda di una campagna elettorale in pieno svolgimento (quella che nel novembre 2016 avrebbe portato Donald Trump alla Casa Bianca), puntando l'attenzione sulla sfida fra due candidati fittizi e sul dibattito fra una visione progressista e una visione conservatrice della politica. Rassicurati dai buoni risultati (centoventi milioni di dollari) di questo terzo capitolo, eccoci giunti all'inevitabile "asso nella manica" di ogni saga a rischio di stallo creativo: il prequel. Ne La prima notte del giudizio, la cui uscita è programmata emblematicamente per l'Independence Day, verrà narrata infatti l'origine dello Sfogo: un'occasione, o almeno così ci si auspica, per costruire un altro serratissimo thriller ispirato alle tensioni dell'America contemporanea. E nell'attesa, andiamo ad analizzare cinque aspetti particolari legati alla saga de La notte del giudizio...
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1. L'origine dello Sfogo
L'idea per La notte del giudizio è arrivata a James DeMonaco in maniera casuale, ma pure piuttosto drammatica. All'origine, secondo quanto dichiarato dal regista stesso, vi è infatti un incidente che ha visto coinvolti lui e sua moglie durante un tragitto in autostrada, quando il guidatore di un altro veicolo, ubriaco, li fece sbandare; fra l'uomo e DeMonaco scoppiò una violenta lite, sedata solo dall'intervento della polizia. In seguito a questo episodio, sua moglie osservò con ironia che sarebbe stato grandioso avere la possibilità di compiere un omicidio all'anno facendola franca: un commento che colpì DeMonaco, stimolandolo a riflettere su come, perfino nelle persone più 'tranquille', potesse svilupparsi un feroce desiderio di rivalsa contro altri esseri umani.
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2. Conto alla rovescia
Nel futuro distopico della saga, le fatidiche dodici ore dello Sfogo hanno inizio, ogni anno, alle sette di sera del 21 marzo, per concludersi alle sette del mattino del 22 marzo. La scelta di queste giornate non è casuale: nei paesi anglofoni, infatti, il 21 marzo viene indicato in forma abbreviata come il 3/21, con una disposizione numerica (tre, due, uno) che richiama un conto alla rovescia, e quindi l'attesa di un evento particolare.
Ma il 21 marzo possiede anche una valenza ulteriore: secondo la tradizione del calendario gregoriano, infatti, corrisponde all'equinozio di primavera, e quindi al principio di una stagione che simboleggia la rinascita. Un elemento collegato al significato dello Sfogo, concepito come una forma di "catarsi sociale" dopo la quale l'America può risvegliarsi in una rinnovata purezza.
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3. Un patricidio 'censurato'
Nel capostipite della saga la figlia primogenita di James Sandin, la diciassettenne Zoey (Adelaide Kane), è fidanzata con un ragazzo più grande, Henry (Tony Oller), che si introduce di soppiatto nella loro casa e, durante la serata dello Sfogo, tenta di eliminare James, il quale a sua volta gli spara, uccidendolo. James DeMonaco ha ammesso di non essere mai stato particolarmente convinto della coerenza di questa parte della trama, dal momento che in origine il suo copione prevedeva uno sviluppo ben diverso: avrebbe dovuto essere Zoey, infatti, a provare ad assassinare il padre. Questo tentato patricidio, tuttavia, apparve come un elemento troppo controverso ai produttori del film, che rifiutarono l'idea e costrinsero DeMonaco a riscrivere quella parte della sceneggiatura e ad inserire la figura di Henry.
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4. Bloody stranger
C'è un unico personaggio che compare in tutti i primi tre film della serie: si tratta di Dante Bishop, il senzatetto interpretato in ogni occasione dall'attore Edwin Hodge. Nel primo film l'uomo viene aggredito in strada durante lo Sfogo e, inseguito da una banda di assassini, trova rifugio in casa dei Sandin. Ne La notte del giudizio il personaggio non ha un nome preciso, e nei titoli viene identificato semplicemente come bloody stranger. In Anarchia lo ritroviamo con il nome di Dwayne all'interno di un gruppo di resistenza contro i partecipanti allo Sfogo, e compare all'improvviso durante uno dei momenti cruciali del film, come un provvidenziale - e sanguinario - deus ex machina. Il suo ruolo acquisirà maggior rilievo in Election Year, in cui viene rinominato Dante Bishop: fa sempre parte di un movimento di resistenza e sostiene la candidata alla Presidenza Charlie Roan (Elizabeth Mitchell), la quale ha promesso di abolire lo Sfogo.
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5. Lo Sfogo sul piccolo schermo
Mentre è in arrivo il quarto capitolo cinematografico della saga, La notte del giudizio si prepara a invadere anche il piccolo schermo: un anno fa, infatti, Jason Blum ha annunciato la realizzazione una serie televisiva legata ai film, nella quale saranno raccontati gli eventi dell'annata che precede la notte dello Sfogo. Messa in cantiere da USA Network e Syfy, la serie The Purge, la cui prima stagione sarà suddivisa in dieci episodi, è attualmente in lavorazione, benché non si conosca ancora la data della messa in onda; il cast, del tutto nuovo rispetto a quello delle varie pellicole, vedrà come protagonisti Gabriel Chavarria e Jessica Garza nei ruoli di due fratelli, Miguel e Penelope.