La fantastica signora Maisel 5, la recensione: bentornata Midge, dobbiamo dirti addio

L'inizio della fine è arrivato su Prime Video per La fantastica signora Maisel, ma non poteva che essere più perfetto. Tutto è al proprio posto nei primi tre episodi della quinta ed ultima stagione, tra dialoghi frenetici, costumi superlativi, il dietro le quinte della tv, uno sguardo al futuro. Tutto racchiuso in una sola parola: "agrospassoso".

La fantastica signora Maisel 5, la recensione: bentornata Midge, dobbiamo dirti addio

"I will not blow this up"

Uno dei motivi per cui il Wizarding World è divenuto famoso è che ha inventato vari neologismi, complice la natura magica e fiabesca del racconto, con buona pace dei traduttori. Uno degli esempi più recenti è "aggiustospazioso" riferito all'Occamy, un animale fantastico che diventa tanto grande quanto piccolo a seconda dell'ambiente in cui si trova. Non avete sbagliato articolo, siamo nella recensione dei primi tre episodi de La fantastica signora Maisel 5, la quinta ed ultima stagione ogni venerdì su Prime Video. Questo preambolo serviva a dire che in un'altra serie magica e fiabesca per motivi diversi come quella creata da Amy Sherman, potremmo inventarci noi un termine che provi timidamente a definirla e a definire questo inizio della fine a cui assistiamo nelle prime tre puntate: "agrospassoso". Agrodolce non rendeva abbastanza l'idea, poiché quando si ride con Midge Maisel, dentro e fuori dal palco, lo si fa di gusto. E altrettanto quando ci si commuove. Ci sembrava quindi giusto iniziare così la nostra recensione.

Un finale agrospassoso

Mrsm S5 Ut 501 220302 Antphi 00298R 3000
La fantastica signora Maisel 5: Rachel Brosnahan in una scena dell'ultima stagione

Come dicevamo, si ride tantissimo con Midge Maisel e tutti gli altri personaggi che popolano il suo coloratissimo mondo, e quest'ultima stagione parte decisamente senza esclusione di colpi. I dialoghi serrati e al fulmicotone che caratterizzano la scrittura di Amy Sherman e Daniel Palladino, insieme alla loro regia dinamica, fin da Una mamma per amica, si fanno sentire ancora una volta e diventano protagonisti della scena. Insieme ai meravigliosi abiti che indossa la protagonista, che parlano di lei anche quando non dice nulla ma entra solamente in una stanza. È tutto surreale eppure profondamente ancorato alla realtà nella fantastica signora Maisel di Rachel Brosnahan, che ritroviamo pronta a riprendersi il proprio posto sul palco dopo il consiglio di Lenny nell'emozionante finale della quarta stagione. Tutti i protagonisti devono affrontare le conseguenze delle proprie azioni, alcune già annunciate altre inedite e che avvengono proprio in queste prime battute: Joel (Michael Zegen) la sua relazione con Mei, Susie (Alex Borstein) la propria attività che decolla definitivamente e i genitori di Midge (due sempre meravigliosi Tony Shalhoub e Marin Hinkle) la situazione delle rispettive professioni. Tutto è sopra le righe nella vita dei personaggi, dalle decisioni che prendono al susseguirsi di colpi di scena che li coinvolgono. Merito in seconda battuta della chimica creatasi in questi anni tra gli interpreti: Rachel Brosnahan e Alex Borstein sono due perfette partner in crime, così come le due coppie di coniugi più avanzate e che sapranno riservarci ancora molte sorprese.

La fantastica signora Maisel 4, la recensione del finale: in assenza di Midge

Stand-up comedian (girls)

Mrsm S5 Ut 501 220225 Antphi 00004R2 3000
La fantastica signora Maisel 5: Rachel Brosnahan e Alex Borstein in una scena dell'ultima stagione

Tutto è costruito ad arte in questi primi episodi e fila liscio come l'olio, confermando il potere della serie fin dal suo esordio: l'essere modernamente femminista senza risultare anacronistica (come ha fatto parallelamente The Great. Per citare un esempio su tutti, in questi primi episodi Midge trova la prima vera occasione lavorativa dopo l'affaire Shy Baldwin, ovvero prima autrice donna nel programma di Gordon Ford (un sempre sottovalutato Reid Scott). La scena del suo primo giorno di lavoro, in cui si ritrova in una writers room tutta maschile, in un vestito scelto accuratamente che finisce per essere dello stesso colore dell'arredamento (!) è uno dei punti più alti raggiunti dallo show, così come il dialogo-specchio tra Miriam e Lenny all'aeroporto, rispetto a quanto si sono detti nel finale precedente. Uno show che - come gli stand-up comedian al centro del racconto - non si ferma mai, senza sentire stanca. Irriverente, caustica, coinvolgente, adorabilmente caotica, La fantastica signora Maisel dà il meglio di sé nelle scene corali in cui sono tanti personaggi a parlare - su tutte citiamo una cena del Ringraziamento malamente divisa tra tavolo dei bambini e tavolo degli adulti.
Non mancano i riferimenti alla pop culture e le battute al fulmicotone per tenere sempre accesa l'attenzione dello spettatore che fin ha seguito le (dis)avventure di Miriam e della sua famiglia. Non si fanno attendere nemmeno i ritorni promessi dai Palladino per l'ultima stagione, che strizzano l'occhio al passato seriale dei due: Benedetta (Kelly Bishop), la signora italo-americana e semi-criminale che cerca di fare terra bruciata all'attività di match making di Rose, e il misterioso uomo (Milo Ventimiglia) che tornerà nella vita di Midge per sconvolgerla ancora una volta. Ovvero gli indimenticabili Emily Gilmore e Jess Mariano di Una mamma per amica.

Un caffè con la fantastica signora Maisel: la nostra intervista a Rachel Brosnahan

Quella strizzata d'occhio agrodolce al futuro

Mrsm S5 Ut 501 220217 Antphi 00052R 3000
La fantastica signora Maisel 5: una scena dell'ultima stagione

La fantastica signora Maisel 5, come dicevamo è agro spassosa, ma la parte "agro" da dove arriva? Da un'idea tanto geniale quanto disturbante che i Palladino hanno tenuto in serbo per l'ultimo ciclo di episodi: mostrare in parallelo due piani temporali, quello degli anni '60 dove si svolgono le vicende di Midge e degli altri, e quello di vent'anni dopo, in cui una sorta di dietro le quinte di un mockumentary ci guida di tappa in tappa, di puntata in puntata, su un diverso aspetto della vita da adulta di Miriam. Questi piccoli frammenti dal futuro ci mostrano però una sorta di disincanto della donna, che non si è mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, ma i cui rapporti con l'altro sesso così come coi figli non sono divenuti esattamente dei migliori. Questa è la parte più scioccante di quest'ultimo giro di boa, che potrebbe lasciare interdetto più di qualche spettatore, perché è come se il sipario dello spettacolo finora messo in scena, sempre propositivo nonostante tutto, volesse prepotentemente scendere per tornare alla vita reale, accendendo le luci su un mondo in cui si ride meno e ci sono più rimorsi e rimpianti. Sarà molto interessante vedere dove questa scelta degli autori andrà a parare e quanto vantaggio acquisterà raccontandoci tanto di ciò che viene dopo a quello a cui stiamo assistendo.

Conclusioni

Dialoghi e regia frizzanti, interpretazioni superlative, caratterizzazione e storyline dei personaggi perfettamente lineari e che in alcuni casi chiudono il cerchio, a partire dalla tematica dell’indipendenza femminile (e femminista). Su questi aspetti ci siamo concentrati nella recensione de La fantastica signora Maisel 5 (i primi tre episodi), tornata su Prime Video in grandissima forma e allo stesso tempo preparando le basi per salutare Miriam e soci. Un inizio della fine estremamente agrodolce, anzi agrospassoso, perché decide di mostrare agli spettatori non solo ciò che sta accadendo ma anche ciò che verrà dopo.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • I dialoghi serrati e la regia dinamica di Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino.
  • I costumi di Miriam e l’atmosfera newyorchese che si respira, anche dietro le quinte della tv.
  • Rachel Brosnahan e Alex Bornstein sono oramai una cosa sola.
  • Il femminismo ante litteram mai anacronistico.
  • Il ritorno di Kelly Bishop e Milo Ventimiglia.

Cosa non va

  • La scene dal futuro in stile mockumentary potrebbero spiazzare più di qualcuno, anche perché regalano momenti maggiormente malinconici.