Più che un musical, Moulin Rouge è un'opera complessa e grandiosa, non solo per l'influenza esercitata dal teatro lirico sul regista australiano Baz Luhrmann, ma soprattutto per la pregnanza assunta dalle canzoni nel film: un CD indimenticabile per raccontare la tormentata storia d'amore tra l'aspirante scrittore Christian (Ewan McGregor) e Satine (Nicole Kidman), la diva del locale più trasgressivo della Parigi di fine XIX secolo.
La strategia citazionista adottata da Luhrmann per il film, intessuto di richiami e allusioni al melodramma, al musical classico hollywoodiano e al cinema popolare indiano (il film hindi, che ha reso celebre Bollywood, la fabbrica dei sogni made in India), si ripercuote anche nella dimensione musicale, dando vita a una colonna sonora all'insegna del remixaggio di materiale sonoro contemporaneo.
L'archetipica relazione sentimentale instauratasi tra Christian e Satine (che si ispira al mito di Orfeo ed Euridice così come alla Traviata, tratta a sua volta dal romanzo La signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio) procede proprio attraverso le canzoni, costruite a partire da frammenti e refrain di successi pop, rock e dance degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, facilmente identificabili e riconoscibili dal pubblico in sala.
Il geniale regista di Romeo + Giulietta e Ballroom - Gara di ballo ha, infatti, selezionato i brani in modo che i testi si adattassero perfettamente allo scheletro narrativo del film, trasformando - di fatto - i numeri musicali nei dialoghi di Moulin Rouge. La particolare distorsione temporale, generata dall'impiego di musica moderna in un film appartenente a un'epoca storica passata (il biennio 1899 - 1900), rappresenta una strategia comunicativa già applicata in passato da Vincent Minnelli in Meet me in St. Louis (1944), ma che raggiunge in Moulin Rouge una pervasività e una valenza mai toccate in precedenza da nessun musical della tradizione hollywoodiana o da qualsiasi altra opera cinematografica in generale.
Ispirandosi alla corrente della Pop Art, che abolisce qualsiasi distinzione fra arte "alta" e "bassa", Moulin Rouge ricalca la tecnica del collage e del pastiche - che prevede la combinazione, la collisione di materiali eterogenei come mezzi per produrre significato -, privilegiando il medley quale forma di espressione sonora: il testo musicale del film è infatti composto da brandelli di canzoni famose, da pezzi preesistenti che, incuranti della loro appartenenza a generi musicali diversi, concorrono - insieme ai pochi brani originali - a costituire un unico supergenere, un'unica definitiva sinfonia.
Trainata dall'unico hit single Lady Marmelade, cover del classico di Patty La Belle del 1975 - interpretato da Christina Aguilera, Lil'Kim, Mya e Pink , questa colonna sonora è impreziosita dalla partecipazione di voci del calibro di David Bowie, che firma Nature Boy (pezzo che apre il prologo di Toulouse-Lautrec e che chiude il film) e di Bono, accompagnato da Gavin Friday e dal pianista Maurice Seezer in Children of the Revolution, vero e proprio inno degli artisti bohèmien che animano il colorato ed euforico microcosmo del Moulin Rouge.
Sia Rhythm of the Night, scritta da Diane Warren nel 1985 ed eseguita da Valeria, che Diamond Dogs - brano di David Bowie tratto dall'omonimo album del 1974 e qui rivisitato da Beck - confermano il prepotente ruolo della musica nel riprodurre il tono vorticoso delle notti al Moulin Rouge: "le cagne splendenti" del titolo non sono altro che le ballerine/cortigiane del locale, presentate con questo stesso appellativo da Christian, appena sceso nell'"inferno" di Montmartre.
La splendida Your Song di Elton John (1970) - interpretata da Ewan McGregor - e One Day I'll Fly Away, successo di Joe Sample riproposto da Nicole Kidman, assolvono la medesima funzione, andando ad incarnare e identificare, lungo tutto l'arco della pellicola, i tratti distintivi dei due amanti protagonisti. Nell'universo luhrmaniano Christian si svela come neo-Orfeo rappresentando il poeta che, con la potenza e la grazia dei suoi versi, abbaglia e seduce quanti si fermino ad ascoltarlo: la canzone di Elton John sancisce il successo del suo tentativo di sedurre Satine e accompagna il definitivo innamoramento dei due personaggi. D'altro canto One Day I'll Fly Away contribuisce a presentare la seducente cortigiana del Moulin Rouge sotto un'altra veste: non più seducente e aggressiva diva - prostituta, ma un'aspirante attrice, che sogna di abbandonare l'umiliante esistenza nella casa di appuntamenti.
Complainte De La Butte e Hindi Sad Diamonds costituiscono ulteriori tasselli musicali di quel caleidoscopico puzzle estetico e sonoro che è il Moulin Rouge, ritratto non secondo una prospettiva storica ma attraverso le emozioni e le sensazioni provate dai suoi abitanti. Mentre il primo brano si rivela essere una citazione dell'omonima canzone, scritta dal regista Jean Renoir per il suo French Cancan (1955), il secondo è un'orchestrazione che musicalmente esprime la resa della cortigiana al marajà durante lo Spettacolo/spettacolare finale. Il numero traduce dal punto di vista sonoro le due fondamentali influenze cinematografiche della sequenza, sovrapponendo da una parte l'estetica del Masala film, incarnata dal successo hindi Chamma Chamma, dall'altra il musical americano degli anni Quaranta - Cinquanta, rievocato da Diamonds are a Girl's best Friend cantata da Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde (1953). Il celebre pezzo era già stato adottato nel medley Sparkling Diamonds, l'esibizione di Satine di fronte ai clienti, che comprende anche Material Girl di Madonna.
Elephant Love Medley rappresenta la consacrazione del medley a forma artistica compiuta: uno dei capolavori di questo CD. In questa sequenza la colonna sonora giustappone una serie di refrain di celebri motivi, il cui comune denominatore è il tema romantico, che si prestano a tradurre la schermaglia, il duetto amoroso di Christian e Satine: All you Need is Love (di Lennon-McCartney, interpretata dai Beatles per la prima volta nel 1967), I Was Made for Lovin' You (del 1981 di Paul Stanley, Desmond Child e Vini Poncia), One More Night (di Phil Collins del 1985), Pride - In the name of love (U2, 1984), Don't leave me this way (scritta nel 1975 da Kenneth Gamble, Leon Huff & Cari Gilbert), Silly Love Songs (Paul McCartney, 1976), Up Where We Belong (canzone del 1982 di Jack Nitzsche, Buffy Sainte - Maire e Will Jennings, inserita nel film Ufficiale e gentiluomo di Taylor Hackford e premiata con l'Oscar), Heroes (di David Bowie e Brian Eno, interpretata dallo stesso Bowie nel 1977), I will always love you (scritta e cantata nel 1974 da Dolly Parton, ma resa celebre da Whitney Houston che ne ha realizzato una cover, brano portante della colonna sonora del film Guardia del corpo di Mick Jackson del 1992).
El tango de Roxanne è un brano emblematico del lavoro di assemblaggio musicale e culturale compiuto in Moulin Rouge: diventa infatti perfettamente funzionale alle esigenze narrative ed emozionali della trama la fusione di Roxanne, celebre successo di Sting coi Police del 1978, a un classico del tango La Tanguera, entrambi incentrati sulla storia di un uomo perdutamente innamorato di una prostituta. La giustapposizione di questi due temi, i versi di Roxanne e la musica di Marianito Mores, crea un surplus di significato che trascende la semplice funzione di accompagnamento sonoro: nel momento in cui i ballerini danzano nella sala mimando, attraverso i loro movimenti, il corteggiamento che il Duca attua nei confronti di Satine nella torre gotica, la musica ruba la valenza narrativa alle immagini.
Chiudono il resoconto i due brani completamente inediti della colonna sonora di Moulin Rouge: Because We Can, composto per l'occasione da FatBoy Slim, un Can can remixato che contribuisce a caricare le immagini di energia adrenalinica, cogliendo l'atmosfera edonistica e folle del caffè-concerto parigino; poi Come What May, scritta da David Baerwald e interpretata dagli stessi attori Nicole Kidman e Ewan McGregor. È la canzone segreta degli amanti, creata a quattro mani da Christian e Satine ed elevata a simbolo di impegno e promessa reciproca. Per queste ragioni Come What May diventa il leit-motiv della travagliata storia d'amore dei due protagonisti, che ritorna in diverse situazioni del film, sia sotto forma di parole estrapolate dal brano (la scena in cui Christian supplica Satine di non concedersi al Duca, lei lo rassicura con la frase "Come what may"), sia come significativo flusso sonoro e affettivo.