Con la sua lavorazione travagliata, non sorprende che il nuovo film Warner ispirato ai fumetti DC Comics sia circondato da gran curiosità. Diretto originariamente da Zack Snyder, infatti, Justice League è stato poi completato (con tanto di abbondanti reshoot per aggiustare il tiro) dall'ex Marvel Joss Whedon e il risultato finale non può che mostrare i segni di una doppia mano al comando, oltre che un cambio di registro rispetto ai lavori precedenti del DC Extended Universe che sembra confermare un cambio di rotta spesso annunciato e del quale si ravvisavano segnali anche in Suicide Squad e Wonder Woman.
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Come sempre capita in casi del genere, una fetta di spettatori si può dimostrare favorevole a questo cambiamento, mentre altri potrebbero continuare a preferire la strada battuta da L'uomo d'acciaio e Batman v Superman: Dawn of Justice. Per questo è quantomai importante proporvi una varietà di opinioni anche da parte nostra e così abbiamo raccolto dei brevi commenti dei redattori di Movieplayer.it, in modo da garantirvi la pluralità di giudizio necessaria a farvi un'idea più precisa di un film del genere. Quello che possiamo sin da subito anticiparvi è che nessuno è stato convinto al 100% dal Justice League arrivato in sala, a cominciare dalla recensione firmata dal nostro direttore Luca Liguori.
Justice League: Warner e DC provano a rifare gli Avengers, ma riescono solo in parte (Luca Liguori)
Justice League riesce di fatto a dare uno slancio, anche entusiasmante, al proprio franchise, ma al tempo stesso mostra ancora una volta tutti i limiti di un progetto artistico incoerente, frettoloso e privo di una direzione ben precisa. Continua a leggere
Voto ☆☆☆
Le altre opinioni della redazione
Justice League: un importante passaggio di testimone (Valentina Ariete)
Superman è morto e la speranza dell'umanità con lui. Se anche un eroe alieno dalla forza sovrumana può morire, figuriamoci un milionario con giocattoli costosi e il pallino della giustizia: in Justice League Batman è l'ultimo baluardo di cosa voglia dire essere umani. Stanco, fatto di ossa e carne, l'Uomo Pipistrello sanguina davvero e capisce che deve cominciare a pensare a un futuro che possa fare a meno di lui. Per questo si circonda di persone dai poteri straordinari, Aquaman, Flash e Cyborg, e cede il comando a Wonder Woman, a una semidea che crede nella vita e nel salvare tutti, senza dover azzerare l'universo. Grazie alla consapevolezza di un Cavaliere Oscuro mai così crepuscolare, che trova però finalmente il coraggio di sorridere, la speranza non muore. Così come il DC Cinematic Universe, che cambia passo e tono: ora deve solo trovare il giusto equilibrio.
Voto ☆☆☆
Giustizia per tutti! (Max Borg)
Un film ibrido, a tratti schizofrenico (a causa dei problemi verificatisi durante la realizzazione), ma divertente dall'inizio alla fine e capace di segnalare un futuro promettente per l'universo cinematografico della DC. Tra approfondimenti mitologici e analisi di ciò che significa essere un eroe (imprescindibili le conversazioni tra Bruce Wayne e Wonder Woman), Zack Snyder e gli sceneggiatori Chris Terrio e Joss Whedon firmano un'avventura dove forse manca un po' l'epica (una ventina di minuti in più non avrebbero guastato), ma l'atmosfera nel complesso è quella giusta. Tra le nuove reclute spiccano per simpatia e carisma Jason Momoa ed Ezra Miller, deludono invece il cattivo Steppenwolf e la musica di Danny Elfman. E una volta arrivati fino in fondo (anche in questo film ci sono dei post-credits) la voglia di scoprire dove si andrà a parare prossimamente aumenta. Peccato che si debba aspettare 13 mesi per rivedere questi personaggi al cinema...
Voto ☆☆☆ ½
Morte o rinascita? (Antonio Cuomo)
Ho letto più di una persona dire "meglio di Batman v. Superman" ed in una certa misura è vero, nel senso che Justice League è film più snello, più leggero, più godibile nel complesso. Ma anche, va detto, più innocuo e dimenticabile, con inevitabili problemi nel gestire personaggi multipli, alcuni dei quali al loro debutto su grande schermo come Cyborg o Aquaman, e bilanciare un tono diventato per necessità più ironico. Il vero problema, infatti, è che gran parte del girato era stato realizzato per fare un film come Batman v. Superman, non The Avengers, e questo è purtroppo evidente in molte sequenze. Il Justice League che arriva in sala non è un film di Snyder, a dispetto di quanto dicono i credits, ma la tappa finale di un percorso travagliato, di un progetto che nasceva come doppio film, veniva corretto in un unico corposo lungometraggio che alcune voci davano sui 170 minuti e finiva per diventare un leggero blockbuster da due ore scarse. E questa continua metamorfosi è evidente in un risultato finale che sancisce la morte del DC Extended Universe così come era stato concepito, sperando che ne possa diventare anche la rinascita.
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Voto ☆☆ ½
Il superpotere dell'altruismo (Giuseppe Grossi)
Dietro all'ennesimo cattivo banale, dietro a sequenze pasticciate, sotto l'ovvia difficoltà di gestire così tanti personaggi con il giusto equilibrio, dentro Justice League batte un cuore. Nelle sue vene pulsano una genuina voglia di eroismo e la paura di non capire più il mondo in cui siamo. Cosa stiamo salvando? Per cosa combattiamo? La gente merita speranza? Zack Snyder ha paura del mondo. Non a caso un piccolo e impaurito Clark Kent diceva a sua madre "il mondo è troppo grande, mamma", e lei gli rispondeva "tu fallo diventare più piccolo". Il mondo è impazzito, il mondo non è più semplice come un fantasy dove i cattivi vogliono una cosa e i buoni ne vogliono un'altra. Tutto è liquido, indecifrabile, grigio. Così gli eroi sembrano quasi riluttanti. C'è chi si nasconde, chi annega, chi fugge, chi si rintana, chi ha paura di guardarsi allo specchio. Justice League è soprattutto questo: la fuoriuscita di cinque persone dalle prigioni in cui si erano rinchiuse. Se è vero che il mondo deve diventare più piccolo, Batman è il primo a capirlo, e inizia a guardarsi dentro, a capire i propri limiti, a delegare, a fare ancora una volta delle proprie debolezze la propria forza. Ecco, l'eroismo genuino di questo film risiede più nell'ammissione del limite che nell'esplosione dei propri poteri. Il superpotere non è un pugno atomico, un alluvione, un lampo o due avambracci incrociati. No. Il superpotere è un rimprovero, è una pacca sulla spalla, è un passaggio di testimone, è un atto di fede negli altri. Ammettere che qualcuno sia migliore di noi. Un atto eroico di questi tempi. Il mondo afflitto dal narcisismo forse diventa più piccolo così. Più piccolo e migliore.
Voto ☆☆☆
Una Lega che non rende giustizia ai propri supereroi (Stefano Lo Verme)
Se Batman v Superman, pur con le sue (numerosissime) imperfezioni, sprigionava comunque un cupo e apprezzabile fascino, e se quel risibile pasticciaccio di Suicide Squad dimostrava tuttavia qualche guizzo e qualche discreta intuizione, Justice League segna probabilmente il punto più basso di questa nuova epopea dei supereroi della DC sul grande schermo. Perché, a dispetto di un potenziale a dir poco notevole, quello di Zack Snyder si rivela un film di sconcertante piattezza e superficialità: una cacofonia narrativa e visiva che tenta di mescolare toni e registri diversi senza però farli confluire in un'identità ben definita. La scelta di affastellare in meno di due ore troppi personaggi e troppe storyline penalizza inevitabilmente le new-entry, mentre interpeti quali Amy Adams, Jeremy Irons e Robin Wright devono accontentarsi di fare da tappezzeria. E se a regalare una salutare dose di vivacità al racconto ci pensa il Flash scanzonato di Ezra Miller (senza dubbio il migliore in campo), a fare da contrappeso c'è purtroppo una Gal Gadot che sembra mantenere la stessa, identica espressione per l'intera durata del film.
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Voto ☆☆
Un film spettacolare ma in crisi di identità (Beatrice Pagan)
I primi minuti di Justice League, con un Henry Cavill ritoccato in postproduzione e in modo fastidiosamente evidente, non aiutano ad avere delle aspettative positive nei confronti del film diretto da Zack Snyder e completato, con degli interventi sostanziosi, da Joss Whedon. Durante la visione diventa però chiaro si tratti di un progetto strutturato male cercando di unire due visioni quasi parallele. La sceneggiatura con più di un passaggio a vuoto non sembra il problema principale di fronte a un eccessivo uso delle scene al rallentatore, effetti speciali fin troppo in stile videogioco, momenti ironici forzati, emozioni ridotte al minimo e affidate solo alla coppia Cavill-Adams, e un villain dimenticabile. La spettacolarità e la capacità di intrattenere, grazie in particolare alle new entry Jason Momoa ed Ezra Miller, non mancano, ma i tagli della trama originale enfatizzati dal montaggio fanno rimpiangere lo spazio limitato dato a Superman, il cui scontro con gli altri eroi appare più credibile e intenso rispetto a quello finale con Steppenwolf, e all'interazione tra i personaggi. Una natura ibrida, quella del progetto, confermata tristemente dalle due scene post titoli di coda che sembrano ricordare come l'universo DC sia ancora incerto sulla strada da intraprendere.
Voto ☆☆☆