John Wick 4, analisi del finale: perché è una conclusione perfetta

Analizziamo il finale di John Wick 4, il nuovo film con Keanu Reeves diretto nuovamente da Chad Stahelski, efficace per 5 motivi in particolare.

John Wick 4, analisi del finale: perché è una conclusione perfetta

John Wick è in giro da ben 9 anni e, come tutte le cose più interessanti e affascinanti, prima o poi doveva finire. Nonostante, nei precedenti 3 lungometraggi della saga, avevamo avuto l'illusione che il freddo e violento killer interpretato da Keanu Reeves (Matrix, Constantine) potesse combattere e uccidere all'infinito, accompagnandoci per almeno un'altra decade, sembra che l'avventura brutale ed epica del personaggio sia giunta alla fine. Non tutte le chiusure, nel mondo del cinema, sono ugualmente centrate e coerenti per quello che rappresentano, visto che non è sempre facile recuperare tutti gli snodi narrativi rimasti aperti e, soprattutto, azzeccare il timing giusto per giungere ad un epilogo dignitoso. Con John Wick 4, per fortuna, non solo tutti i nodi vengono al pettine, ma ciò accade in perfetta continuità con quello che dovrà arrivare in futuro. Andiamo a scoprire i 5 punti principali che dimostrano l'attenzione e la cura riservate alla fine della storia di Baba Yaga, ma occhio agli spoiler.

1. Una coerente chiusura dell'arco narrativo del protagonista

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John Wick: Chapter 4 - Keanu Reeves in una scena

John Wick, nel corso della saga, dice molto poco della sua vita, è poco incline alle parole e parlano maggiormente le sue spettacolari acrobazie e uccisioni, oltre che le amicizie che ha stretto durante gli anni di "carriera". In primis capiamo che, nonostante sia un assassino veterano, John trova sempre il tempo per imparare qualcosa di nuovo, che sia utilizzare nunchaku o affettare i suoi avversari con una katana. In seconda battuta, avere così tanti legami, in particolare la relazione stretta con Winston (Ian McShane), Charon (Lance Reddick) e il Bowery King (Laurence Fishburne), tradisce, alla base, un sentimento di fedeltà e affetto che vanno al di là del suo ingrato mestiere. Tutto questo per dire che, in John Wick 4, Baba Yaga arriva ad un punto della sua esistenza in cui ha già imparato tutto e i suoi alleati, alla fine, si ritrovano insieme per aiutarlo e dargli una degna sepoltura. Tutto perfettamente in linea con quanto costruito dal 2014 in poi.

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2. Alzare su tutti i fronti la posta in gioco

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John Wick 4: Keanu Reeves in una scena d'azione

Abbiamo già detto in precedenza che, per chiudere degnamente una storia, bisogna riprendere in mano gli elementi rimasti in sospeso e, nel caso di John Wick 4, ciò accade in modo ancora più raffinato. La pellicola, infatti, inizialmente si appoggia a tutti i punti saldi del franchise, con una riproposizione di alcuni dettagli chiave del personaggio e del suo background. Nel lungometraggio, però, non assistiamo ad una mera ripresentazione di quanto accaduto nei capitoli precedenti, né osserviamo passivamente una ripetizione narrativa e registica, ma, di fronte ad un riepilogo dei punti di forza della saga, parallelamente veniamo bombardati da inediti stimoli che siano nuovi stunt, location, personaggi e scene action. Il risultato è stupefacente perché da un lato, in prossimità di un epilogo, viene ripreso tutto quello che ha reso iconica la serie cinematografica, ma al tempo stesso, proprio perché si sta chiudendo un cerchio, si alza in modo sfrenato la posta in gioco, da ogni prospettiva possibile.

3. Un canto d'amore e di redenzione

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John Wick 4: Bill Skarsgård in una scena del film

La prima volta che il pubblico conosce il protagonista lo vede fragile e ferito, deluso dalla vita e addolorato per la morte prematura della moglie. Una caratterizzazione che, nei primi minuti diJohn Wick, stona moltissimo con quanto vediamo di lì a poco, con un uomo apparentemente mite e distrutto che improvvisamente rivela una personalità bestiale. Ebbene, in John Wick - Capitolo 2 e in John Wick 3: Parabellum progressivamente questo contrasto viene assottigliato, con il personaggio che, mano a mano che la storia avanza, si riappropria di quel suo ritratto romantico che abbiamo conosciuto nel prologo del primo film, avvicinandosi ad una riconciliazione serena. Di fatto, la quarta pellicola rappresenta il più compiuto ed elegante canto del cigno di John perché, in un colpo solo, nelle battute finali del lungometraggio, lo stremato e dolorante killer ottiene due importanti riconoscimenti. Per prima cosa la redenzione - che tra l'altro non aveva ottenuto nemmeno quando si era ritirato - con l'uccisione del Marchese (Bill Skarsgård), ma anche il tanto agognato confronto con la sua amata, anche se nell'al di là.

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4. La morte squarcia il velo dell'immortalità

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John Wick 4: Keanu Reeves in un'immagine

Il trapasso e il sacrificio, come nelle migliori tragedie, rappresentano il punto d'accesso verso il perdono. Una chiave di lettura molto classica, ma che in John Wick 4 tocca un altro tasto che potrebbe passare facilmente sottotraccia. L'epilogo dell'Uomo in Nero, per come è stato rappresentato all'interno del film, dimostra che, finalmente, la morte rompe quel velo d'immortalità e freddezza che per tre lungometraggi ci ha tormentato. Scopriamo che non solo gli antagonisti di questa storia possono morire, ma anche gli eroi: prima Charon (e considerando la recente scomparsa di Reddick, assume un tono ancora più poetico) e poi Wick stesso. Non solo: la morte non è più espressione quotidiana e semplice biglietto da visita, ma un cambiamento importante e risolutivo che rivela l'umanità dei personaggi. Lo vediamo con la commozione di Winston alla scomparsa del suo fidato concierge, ma anche con il protagonista stesso che, avvertendo la sua fine, scherza ironicamente sull'epitaffio della sua lapide. Baba Yaga non vuole essere ricordato come un brutale assassino, ma come un marito amorevole.

5. Spalancare le porte al Wickverse

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John Wick 4: Donnie Yen in una scena del film

Oramai non si parla di altro: il Wickverse è alle porte e la serie The Continentale lo spin-off Ballerinanstanno per arrivare. Data la presenza ingombrante di John Wick stesso, un personaggio che da solo, fino ad ora, ha retto un'intera saga, non deve stupire che la fine stessa della sua storia è una conclusione perfetta perché apre al futuro. Nonostante sia già confermato che il il killer di Keanu Reeves apparirà proprio in Ballerina (ma probabilmente anche nello show sopracitato), dobbiamo tenere conto che finalmente i tempi sono maturi non solo per parlare più approfonditamente dell'ambientazione e del worldbuilding del franchise, ma anche di introdurre nuovi volti. Non è un caso, quindi, che il quarto capitolo si espanda così tanto a livello narrativo e che arrivi ad una fine "lapidaria" per John Wick, almeno apparentemente. L'immagine delle due tombe dei coniugi Wick rappresenta sia la morte serena del nostro eroe, ma anche la rinascita di questo universo.