Taxi Driver, Il silenzio degli innocenti, Contact: la carriera d'attrice di Jodie Foster è costellata di collaborazioni con grandi registi, un percorso di successo che non le ha impedito di cimentarsi con altre sfide, come produzione e regia, sua grande passione fin da giovanissima, che, come ci ha detto a Cannes, dove l'abbiamo incontrata, proprio nei giorni del Festival del cinema, rispecchia molto di più la sua personalità. Bionda, occhi chiari e intelligenti, minuta e sempre molto concentrata, Jodie Foster è una donna e un'artista che sa quello che vuole e si impegna per ottenerlo, come ci ha detto serissima: "Ora che sono vecchia nessuno è più interessato alla mia vita privata: sono noiosa. Credo che se oggi avessi 18 anni e dovessi cominciare questo lavoro ci penserei due volte: non so se avrei la forza di resistere nel mondo che devono affrontare i giovani attori. Il panorama è totalmente cambiato da quando ho cominciato io e non so se, vista la mia personalità, riuscirei a resistere. I social non fanno parte della mia personalità: chi fa marketing sostiene che ormai siano l'unico mezzo per fare carriera, ma non sono d'accordo. Per me un buon lavoro è un buon lavoro: credo nel fatto che sei fai un buon lavoro sarai ricompensato. Non credo in molto altro che non sia lavorare sodo: forse sono una romantica, ma per me non conta nient'altro. Non faccio mai scelte pensando ai profitti o alla reazione del pubblico: in genere quelle sono le decisioni peggiori".
Arrivata a Cannes per presentare Money Monster - L'altra faccia del denaro, sua quarta regia, in cui dirige la coppia di divi formata da George Clooney e Julia Roberts, Foster si è raccontata in una lunga intervista, affrontata con la determinazione di una vera macchina da guerra. Il film, in sala dal 12 maggio, racconta la storia di Lee Gates (Clooney), presentatore di un programma di economia che dà dritte sugli investimenti agli spettatori. Sbruffone ed egoista, Lee non si cura delle conseguenze dei suoi consigli: è Kyle (Jack O'Connell) a farlo riflettere, sequestrandolo durante la registrazione del programma, Money Monster appunto, mentre Patty (Roberts), regista e produttrice esecutiva, cerca di salvarlo dalla cabina di regia.
Money Monster: un'opera complessa da girare e produrre
Alla sua quarta regia, Foster si è cimentata con un film dal budget maggiore, che inizialmente sembrava impossibile da fare: "Questo è il mio film da regista dal budget più elevato, non sono una persona ansiosa, in genere sono piuttosto calma, se ho avuto ansia nella realizzazione di questo film è stata sicuramente di tipo positivo. Sono brava a prendere delle decisioni e una volta che le ho prese non mi preoccupo più. Non so se il pubblico lo noterà, ma questo è un film tecnicamente difficile: succede tutto in tempo reale, ci sono quattro differenti telecamere nello studio televisivo, venticinque monitor nella cabina di regia, gli schermi in giro per il mondo, ognuno trasmette una cosa diversa e non sai mai quale sarà la reazione. È come un puzzle!", ci ha detto soddisfatta del suo lavoro, che ha seguito per due anni: "Ho deciso di realizzare Money Monster quando ho letto la prima sceneggiatura e, benché fosse solo lo scheletro abbozzato del film, mi ha subito intrigato: abbiamo sviluppato lo script con i due produttori e un nuovo sceneggiatore. Il problema è stato trovare i soldi, è un film difficile da realizzare, sia tecnicamente che emozionalmente, e non volevamo che ci facessero pressioni. È stato complesso bilanciare tutte le idee del film. Tutto si è risolto quando si è saputo che George Clooney sarebbe stato il protagonista: da quel momento ci sono voluti circa cinque minuti per trovare i finanziamenti. Oggi non è semplice fare film del genere: questo è un thriller ma è anche intelligente: oggi li studios preferiscono investire in film più commerciali che non spingono lo spettatore a riflettere".
Trasformare George Clooney in uno "stronzo"
Nel ruolo del protagonista, Clooney interpreta un personaggio inizialmente squallido, molto diverso dagli eroi fascinosi cui ci ha abituato: "George ha capito perfettamente il personaggio, ha abbracciato il suo percorso: era consapevole che avrebbe dovuto essere coraggioso, perché Lee è uno stronzo, non si cura delle altre persone, non si prende responsabilità, nè come giornalista né come persona, beve di primo pomeriggio ed è un codardo. Tutto questo si vede fin dall'inizio del film e dura per un buon 75% della pellicola: per un attore come lui interpretare un personaggio del genere richiede coraggio, perché soltanto verso la fine comincia a mostrare un po' di umanità e a far capire che questo comportamento deriva da un sentimento di autodistruzione, che deriva dall'odio personale. Solo quando vediamo la sua vergogna ci appare come un vero essere umano".
La sgradevolezza del personaggio interpretato da Clooney è bilanciata da Patty, la donna cui dà volto Julia Roberts: "Cerchiamo la verità solo quando una tragedia ci riguarda perché siamo tutti degli egocentrici: pensiamo solo a noi stessi. La tragedia nasce quando ci rendiamo conto che una minaccia può toccarci o riguardare persone che amiamo. Il personaggio di Clooney è quello che cresce di più durante il film: comincia che è quasi come un bambino e piano piano capisce chi è veramente e per poi scoprire la sua umanità. Patty, il personaggio interpretato da Julia Roberts, è più interessante perché è una persona sorprendentemente calma e competente, che sta letteralmente producendo la sopravvivenza di Lee: lo fa perché ci tiene a lui, anche se è un coglione e la delude continuamente. In lui lei vede la possibilità di fare la cosa giusta ed essere, per una volta, un eroe; la cosa bella è che, attraverso lei, ci riesce".
Crisi economica, trasparenza e Donald Trump
Uno dei temi principali del film è la complessità dell'economia moderna, diventata un vero e proprio rompicapo comprensibile solo da chi trae beneficio direttamente dal sistema: "Tutti siamo stati colpiti dalla crisi economica del 2008: ci ha fatto aprire gli occhi, abbiamo capito che nessuno aveva veramente compreso il mondo della finanza, abbiamo delegato tutto alla tecnologia chiudendo gli occhi. Oggi la tecnologia è ancora più complessa rispetto al 2008 e i mercati che danno grandi profitti si sono spostati fuori dagli Stati Uniti, i confini sono sempre meno rigidi: il mercato globale oggi è davvero pericoloso. Fino a che ci è convenuto abbiamo tutti fatto finta di niente: credo che sia una caratteristica molto umana fare finta di non vedere. Dianne, il personaggio interpretato da Caitriona Balfe, crede a quello che le dice Walt (Dominic West), si fida del suo voler essere trasparente. Questa parola, trasparenza, nel mondo della finanza si sente pronunciare centinaia di volte e non vuol dire nulla, è solo uno slogan, è propaganda, che si rispecchia anche nell'architettura di queste strutture finanziarie: ci sono pareti di vetro dappertutto, proprio per dare l'idea della trasparenza, quasi come volessero urlare al mondo "siamo puliti!", ma in realtà non è così. Viviamo in un sistema complesso, che nessuno capisce a pieno tranne i pochissimi che dettano le regole e beneficiano direttamente da esso".
Secondo Foster è proprio la crisi economica che ha contribuito a far emergere in politica un personaggio come Donald Trump: "Donald Trump per me è un mistero: dobbiamo sembrarvi così stupidi da fuori! La sua ascesa è dovuta alla rabbia delle persone, quelle persone che non hanno voce: negli Stati Uniti ci sono milioni di persone arrabbiate, lavorano sodo, sono oneste, cercano di risparmiare e nonostante tutto non sono incluse del sistema, non hanno nulla. Dobbiamo ascoltarle, anche perché questa realtà non riguarda solo gli Stati Uniti, c'è anche in Europa: anche qui le persone arrabbiate e non rappresentate trovano un bullo che parli per loro".
Televisione e nuove generazioni
Dominic West di The Wire e The Affair, Giancarlo Esposito di Breaking Bad, Caitriona Balfe di Outlander e Jack O'Connell di Skins, questi i protagonisti di Money Monster: Jodie Foster sembra amare molto la tv e gli attori che la popolano, come ci conferma di persona: "In televisione ci sono attori eccezionali, alcune delle migliori interpretazioni degli ultimi anni le abbiamo viste in tv. Inoltre attori di talento come Dominic West e Caitriona Balfe riescono a passare da cinema a televisione con disinvoltura: ormai non ci sono più confini netti tra questi due mezzi, le regole sono totalmente cambiate. Quando la gente va al cinema oggi va a vedere soprattutto grandi franchise, come i film sui supereroi, mentre quando vuole vedere una bella storia segue le serie tv. Ho fatto tv per molti anni, ma allora era un'epoca diversa: allora non si realizzavano prodotti di qualità come oggi, inoltre c'erano interruzioni pubblicitarie ogni cinque minuti e lo stile di recitazione era completamente diverso. Oggi grazie alla cable si fa cinema anche in tv e soprattuto vera narrativa".
Non solo tv: Jodie Foster guarda con attenzione anche alla carriera delle giovani colleghe, indicandone alcune come i maggiori talenti delle nuove generazioni: "Mi piace molto Jennifer Lawrence, sono sempre incuriosita dal suo lavoro, anche la carriera di Kristen Stewart è interessante: ha un atteggiamento nei confronti del suo lavoro totalmente diversa da quella di ogni altra giovane attrice oggi. È bello vederla passare da film dal budget importante a pellicole indipendenti. Inoltre trovo Natalie Portman meravigliosa".
Leggi anche:
-
Emma Watson e Kristen Stewart, i 25 anni di due ragazze fantastiche
-
Jennifer Lawrence: i 25 anni della star di Hunger Games fra premi, successi e "scivoloni"
Passato, futuro e nuovi progetti
Inevitabile chiedere a Jodie Foster del suo primo film da regista, realizzato ben 25 anni fa: "È molto dura riguardare il proprio primo film da regista, è sempre un processo unico, ed è per questo che ci sono premi speciali per le opere prime: sono il risultato del tuo istinto, vengono letteralmente dal tuo stomaco, sono imperfetti. Rivedendo Il mio piccolo genio vedo la sua immaturità: tutto è bianco o nero, allora non avevo una visione complessa della natura umana, in quel film non ci sono sfumature. A mia discolpa posso dire che avevo solo 26 anni! Per fortuna però è un film con protagonista un bambino, quindi mi salvo parzialmente perché, se si guarda il film dal punto di vista di un bimbo, non è una cosa negativa il fatto che tutto sia così netto".
Tutta un'altra cosa rispetto a Money Monster: "I miei primi tre film sono personali, questo è più mainstream, ma l'impegno è lo stesso, voglio che comunque abbia un significato: non saprei lavorare in un altro modo. Per me è un'esperienza nuova fare un film destinato al grande pubblico: vedremo come andrà. In ogni caso sono orgogliosa di questo film. Per il futuro sono pronta a diverse cose: potrei fare un film indipendente o uno per la tv. Ora che mi sono messa alla prova con un film dal budget alto e difficile da realizzare, che ha richiesto parecchie decisioni importanti, che ho preso in prima persona perché non avevo soldi da dare a qualcun altro, ora so che posso affrontare imprese del genere, ed è molto bello. Qualsiasi cosa mi venga proposto ora so che posso farcela: adesso posso assumermi dei rischi con una maggiore consapevolezza".
I 40 anni di Taxi Driver e i 25 di Il Silenzio degli Innocenti
Infine non potevamo non chiedere di Taxi Driver e Il Silenzio degli Innocenti, che quest'anno hanno compiuto rispettivamente 40 e 25 anni: "Ripensare a questi film mi fa sentire molto fortunata: ho avuto la possibilità di partecipare a film incredibili, soprattutto tra gli anni '60 e '70, la golden age del cinema americano. Anche gli anni '80, '90 e i 2000 mi hanno dato grandi soddisfazioni: mi sembrano esperienze così lontane eppure così vicine. Guardando indietro alla mia carriera posso dire di aver realizzato grandi cose".
Leggi anche:
Il silenzio degli innocenti: un'indagine da brivido negli abissi dell'anima
Sulle strade di New York con Robert De Niro: i 40 anni di Taxi Driver