Il 22 ottobre 1981 uscì nelle sale italiane I predatori dell'arca perduta, primo capitolo delle avventure di Indiana Jones, uno dei personaggi più popolari ed amati del cinema americano. Grazie alla collaborazione perfetta tra il produttore/soggettista George Lucas, il regista Steven Spielberg e l'attore Harrison Ford, l'uomo noto agli amici come Indy è diventato un'icona dei film d'avventura, inossidabile nonostante il passare degli anni (è stato annunciato un quinto lungometraggio per il 2019, sempre con Ford protagonista e Spielberg in cabina di regia). In attesa del grande ritorno di uno dei nostri eroi preferiti (sperando che il risultato sia nettamente superiore a Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo), ecco alcune curiosità sulla saga.
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1. Magnum Jones?
Sebbene Harrison Ford fosse da sempre la scelta preferita di Spielberg per il ruolo di Indy, Lucas si oppose inizialmente all'idea poiché, avendo già diretto l'attore in American Graffiti e Guerre stellari, non voleva che si instaurasse una partnership più o meno permanente come quella che all'epoca legava Martin Scorsese e Robert De Niro. Furono quindi provinati diversi attori, e a spuntarla fu Tom Selleck. Peccato che lui fosse già sotto contratto per Magnum P.I., il che lo costrinse a rinunciare alla parte (anche se, ironia del fato, le riprese della serie iniziarono dopo quelle de I predatori dell'arca perduta). Lo stesso Selleck ironizzò successivamente sulla situazione proprio in un episodio di Magnum P.I., dove il protagonista si veste esattamente come Indy. Anche Danny DeVito, la prima scelta di Spielberg per il ruolo di Sallah, dovette rifiutare la proposta a malincuore a causa di impegni televisivi (in quegli anni recitava nella sitcom Taxi), ma si rifece alcuni anni dopo con una parte simile in All'inseguimento della pietra verde.
2. L'importanza del nome
Inizialmente il protagonista del franchise doveva chiamarsi Indiana Smith, almeno nelle intenzioni di Lucas, prima che Spielberg suggerisse il cognome Jones. Per il nome di battesimo del personaggio il suo creatore si ispirò al proprio cane, già usato come modello fisico per Chewbacca. Questo dettaglio fu incorporato nella sceneggiatura di Indiana Jones e l'ultima crociata, dove si scopre che Indy in realtà si chiama Henry Jones Jr. e scelse di farsi chiamare come il proprio animale domestico (una rivelazione alla quale Sallah reagisce con una fragorosa risata).
3. Dissenteria, portami via
Durante le riprese del primo capitolo in Tunisia (scelta per rappresentare l'Egitto perché più economica e nel film non si vedono monumenti riconoscibili come le piramidi) praticamente tutti gli interpreti e i tecnici dovettero fare i conti con gli effetti collaterali della cucina locale. È entrato nella storia l'aneddoto secondo il quale la celebre scena di Indy che spara allo spadaccino doveva in realtà essere un duello ad armi pari e fu modificata perché Ford stava troppo male per girarla come previsto, ma anche John Rhys-Davies (Sallah) ha raccontato di come, girando una scena, abbia dato sfogo a certe necessità fisiche davanti a tutti senza preoccuparsi dell'imbarazzo pubblico. Pare che l'unico ad essere uscito incolume da quel periodo di riprese sia Spielberg, il quale si salvò portandosi dall'America lattine su lattine di cibo in scatola.
4. Omaggio reciproco
Tra le varie fonti di ispirazione per Lucas e Spielberg, oltre ai film seriali che guardavano da ragazzi, c'erano anche i fumetti Disney scritti e disegnati da Carl Barks, che spesso e volentieri rendeva Paperino e i nipoti protagonisti di avventure mirabolanti. La major ha ricambiato il favore omaggiando Indiana Jones in ben due delle sue serie televisive animate alla fine degli anni Ottanta: in Cip & Ciop agenti speciali l'abbigliamento di uno dei due scoiattoli si rifà esplicitamente a Indy (l'altro invece si veste come il protagonista di Magnum P.I.) e in un episodio di DuckTales - Avventure di paperi il pilota Jet McQuack esclama "Serpenti! Io odio i serpenti! Ah no, quello è un altro!".
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5. Il saluto difficile
La celebre scena del primo film dove la scimmia fa il saluto nazista fu girata da George Lucas (regista di alcune sequenze della seconda unità) e richiese cinquanta ciak prima che l'animale - che in realtà stava cercando di afferrare della frutta fuori campo - muovesse il braccio nel modo giusto. L'altro momento fondamentale di questa scena, quando la scimmia dice nella propria lingua "Heil Hitler!", fu invece frutto del lavoro di Frank Welker, attore e doppiatore notissimo per la sua capacità di saper imitare perfettamente i versi di qualunque animale (successivamente ha prestato la voce ad altre due celebri scimmie: Abu in Aladdin e, dal 2006, Curious George).
6. Problemi di censura
In due occasioni la saga ha creato problemi alla Motion Picture Association of America, l'organo che, tra le altre cose, decide i limiti di età per i film negli Stati Uniti. La prima volta fu necessario ritoccare leggermente una scena - quella del volto liquefatto al termine del primo episodio - per evitare il visto R (vietato ai minori di 17 anni non accompagnati) e ottenere il PG (sconsigliato ai bambini piccoli). Tre anni dopo, invece, sia Indiana Jones e il tempio maledetto che Gremlins - prodotto da Spielberg - furono criticati per i contenuti inadatti al pubblico più giovane, ma uscirono lo stesso con il visto PG. Una controversia che portò lo stesso Spielberg a suggerire alla MPAA di creare un "divieto" intermedio, per quei film che non sono né per bambini né esplicitamente destinati agli adulti. Nacque così il PG-13 (sconsigliato ai minori di 13 anni), il visto che oggi viene tradizionalmente assegnato alla maggior parte dei blockbuster.
7. Ma che lingua parlano?
Quando I predatori dell'arca perduta uscì per la prima volta in Germania, la versione originale inglese dovette essere parzialmente ridoppiata perché le battute in tedesco dei nazisti erano spesso sgrammaticate (poiché, come spesso capitava all'epoca, nessuno aveva verificato che le lingue straniere fossero usate correttamente), nonché palesemente recitate da attori con accenti americani o inglesi. Una svista corretta per l'edizione DVD e Blu-ray, dove ora tutti i tedeschi parlano nel modo giusto (un errore simile rischiò di verificarsi in un episodio di X-Files, ma uno degli attori fece correggere le parti incriminate del copione).
8. Divorzi e nozze
Per ammissione di George Lucas, l'atmosfera eccessivamente dark del secondo film è dovuta principalmente al fatto che lui in quel periodo stesse divorziando e sfogò le proprie frustrazioni nella realizzazione del lungometraggio. Steven Spielberg, in occasione dell'uscita dei primi tre episodi in DVD, ha dichiarato di non amare particolarmente Il tempio maledetto, ma ne serba comunque un ricordo piuttosto positivo perché durante le riprese conobbe la sua seconda moglie, Kate Capshaw. Da notare che in una versione scartata della sceneggiatura del quarto film c'era un inside joke su che fine avesse fatto il personaggio della Capshaw: sposata con un regista di successo.
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9. Jones, Henry Jones
Steven Spielberg ha ripetutamente dichiarato di aver sempre voluto realizzare un film di James Bond e che la saga di Indiana Jones fu un modo di far avverare il suo sogno. Per il terzo episodio decise di rendere esplicito l'omaggio alla spia inglese scritturando Sean Connery per la parte di Henry Jones Sr., nonostante la differenza di età di appena 12 anni tra l'attore scozzese e Harrison Ford, perché "solo Bond può essere il padre di Indy". Un altro rimando, più sottile, è presente nella parte finale del film, quando Henry viene mortalmente ferito e Indy deve trovare il Sacro Graal per salvarlo: la pistola usata per sparargli è una Walther PPK, l'arma prediletta dall'agente 007.
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10. Dallo squalo al frigorifero
Grazie alla quinta stagione di Happy Days nel gergo televisivo e cinematografico esiste l'espressione jump the shark ("saltare lo squalo"), riferita a quando una serie/saga raggiunge un punto di non ritorno e sprofonda nel ridicolo. Nel 2008 tale espressione è stata aggiornata in nuke the fridge, alludendo al momento (s)cult di Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo in cui Indy, per salvarsi da un'esplosione nucleare, si rifugia all'interno di un frigorifero. Una sequenza discussa e discutibile ma anche con un suo fascino e che Steven Spielberg continua a difendere, per un semplice motivo: a differenza degli alieni e altre trovate, farina del sacco di Lucas, il frigorifero è tutto suo.