Il trono di spade - Stagione 2, episodi 2 e 3

Prosegue tra giochi di potere la seconda stagione della serie HBO tratta dalla saga fantasy di George R.R. Martin.

Se c'è una cosa che si può affermare con assoluta certezza è che in casa HBO non ci si fanno troppi problemi a mostrare quello che altri evitano accuratamente. Ce lo dicono anni di serie di qualità e coraggiose e ce lo conferma Il trono di spade: dopo il terribile infanticidio della premiere della stagione 2, non possiamo dire che i successivi The Night Lands e What is Dead May Never Die si contengano nel mostrare situazioni scomode: omicidi a sangue freddo, rapporti omosessuali, relazioni ambigue al limite dell'incestuoso e la solita insistenza sull'aspetto sessuale, sia nella messa in scena che nei dialoghi.
Due episodi che proseguono quanto seminato nella premiere, per un intreccio di regni e personaggi meno lineare della prima stagione e più complesso da seguire per chi è a digiuno dei romanzi da cui la serie è tratta.
Le forze in gioco, infatti, sono tante, alcune delle quali con ruoli più che marginali al momento. Per esempio ben poco spazio trova Daenerys, ancora in viaggio nel deserto, uno dei personaggi dai risvolti più interessanti della prima stagione, ma per fortuna i due nuovi episodi danno uno scossone ad almeno alcune delle sottotrame.

Tra e figure più interessanti al momento si conferma Tyrion, personaggio articolato che Peter Dinklage rende alla perfezione. Nell'incarico che fu di Ned Stark si muove con maestria per dirigere le sorti del regno e per controllare Re e Regina. Suoi i dialoghi più interessanti, sempre ottimamente scritti dagli autori (i soliti David Benioff e D.B. Weiss per The Night Lands e Bryan Cogman per What is Dead May Never Die), indipendentemente dai suoi interlocutori, che si tratti di Cersei, Ditocorto o Lord Varys, le conversazioni hanno sempre una marcia in più.
Anche la storyline di Arya arriva ad un punto di svolta importante e la carovana di cui fa parte riceve una doppia visita da parte delle guardie reali: un primo sopralluogo rispedito al mittente sfocia nell'episodio successivo in un attacco in piena regola dalle conseguenze letali per alcuni membri del gruppo. Non è Arya, o dovremmo dire Arry, al centro delle attenzioni delle guardie, ma Gendry, figlio bastardo di Re Robert. Ma la sottotrama introduce anche il personaggio di Jaqen H'ghar, assassino braavosiano liberato dalla ragazzina in seguito all'attacco subito.
Sullo sfondo di questi eventi si muovono le pedine del gioco dei troni, per comporre gli schieramenti che condurranno alla inevitabile guerra; ottenere il potere resta fondamentale e cruciale nel mondo de Il trono di spade, ma anche mantenerlo rappresenta un problema non da poco. Assistiamo alla visita di Catelyn Stark a Renly Baratheon nella sua missione per conto del figlio alla ricerca di alleanze, ed approfondiamo la conoscenza del giovane e della sua consorte, Margaery Tyrell, preoccupata di ottenere un figlio dal compagno, interessato invece a partner dell'altro sesso. E' qui che viene introdotto anche un altro nuovo personaggio, Brienne di Tarth, ben noto a chi già conosce la saga letteraria.
In assenza dei draghi di Daenerys, non mancano gli elementi più propriamente fantasy: continuano i sogni di Bran, in cui il ragazzo sente di diventare letteralmente il suo metalupo, assaporando una magia che dal saggio Luwin ci viene data per sparita dal mondo in cui è ambientata la serie. Come i draghi. E noi sappiamo che almeno quelli ci sono eccome.
E continuano anche i cenni a chi vive oltre la Barriera, qualcuno che sembra legato alla misteriosa sorte dei figli maschi di Craster e delle sue mogli/figlie, presso i quali i guardiani della notte si sono accampati durante il loro viaggio.
Anche nei momenti più propriamente di transizione, che in una serie con una struttura di questo tipo ed una continuità orizzontale elevatissima sono inevitabili, si nota una compattezza in termini di scrittura e messa in scena che rende evidente il grande lavoro fatto a livello produttivo dal team che segue la serie per evitare discontinuità evidenti col cambiare di sceneggiatori e registi dei diversi episodi.
Ma soprattutto resta chiaro anche a chi non conosceva già il materiale di partenza che di idee e spunti ce ne sono a sufficienza per mantenere interessanti anche gli anni a venire, che seguiranno i successivi romanzi della saga dell'autore. Non sorprende quindi il rinnovo annunciato meno di una settimana fa per una terza stagione che rende sicuro anche l'adattamento del terzo romanzo della saga firmata da George R.R. Martin.

Movieplayer.it

4.0/5