Sono passati cinque anni da quando Il trono di spade debuttò in America su HBO, l'emittente cable che, negli anni precedenti, si era imposta come la sede della narrazione seriale di qualità grazie a I Soprano, Six Feet Under, The Wire e Deadwood. Ultimamente la qualità media dei programmi originali del canale non è più la stessa, e anche a livello di ascolti l'unico vero campione rimane l'adattamento della saga fantasy di George R.R. Martin. Un autentico fenomeno che ha conquistato il pubblico mondiale, andando ben oltre la già nutrita schiera di fan dello scrittore, attualmente impegnato nel tentativo di completare la componente cartacea della saga (mancano due volumi, che verranno parzialmente "spoilerati" dagli episodi rimanenti della serie televisiva). Ma cosa si cela dietro questo successo strepitoso? Vediamo insieme qualche retroscena curioso. Per l'esattezza sette, come i regni di Westeros e il numero di romanzi previsto da Martin.
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1. Amore a prima vista
La genesi della serie risale esattamente a dieci anni fa, quando David Benioff, dopo aver letto il primo romanzo della saga, chiamò l'amico e collega D.B. Weiss per condividere il proprio entusiasmo. Weiss ha poi divorato il libro in poco più di un giorno, e i due hanno poi convinto la HBO a dare il via ad un adattamento televisivo, con il benestare di Martin. L'approvazione ufficiale è arrivata alla fine del 2008, in parte a causa di ritardi provocati dallo sciopero degli sceneggiatori dell'anno precedente. Le riprese del pilot originale, diretto da Thomas McCarthy, hanno avuto luogo nel 2009, mentre la serie vera e propria è stata girata a partire dall'estate del 2010.
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2. Questioni materne
Sin dall'uscita del primo libro, i fan della saga si sono chiesti chi sia la madre di Jon Snow, il quale è ufficialmente il figlio illegittimo di Ned Stark. In particolare, esiste una teoria molto popolare di cui preferiamo tacere i dettagli per non rovinare la sorpresa a chi non è un appassionato dell'opera omnia di Martin (ci limitiamo a dire che alcune scene della serie televisiva sembrano appoggiare la teoria in questione). Lo stesso scrittore ha usato questo mistero come criterio per decidere se Benioff e Weiss fossero all'altezza del compito di portare il mondo di Westeros sullo schermo. Evidentemente, la loro risposta è stata ritenuta soddisfacente, e considerando che la serie dovrebbe finire prima della pubblicazione degli ultimi due volumi, ciò non può che essere un bene...
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3. Casting incontestabili
La maggior parte del cast - il più vasto della televisione americana - è stata scelta tramite provini. Solo due attori sono stati scelti senza che ci fossero altri candidati per i loro ruoli. Uno è Sean Bean, scritturato per la parte di Ned Stark soprattutto in base alla sua esperienza ne Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello (e probabilmente, per la sua fama di attore che muore spesso al cinema e in TV). L'altro è Peter Dinklage, da anni l'attore preferito dai fan - e da George R.R. Martin in persona - per il ruolo di Tyrion Lannister. La sua presenza nella serie è talmente fondamentale che a partire dalla seconda stagione, dopo l'addio di Bean, è stato promosso a primo nome che appare nei titoli di testa, dopo essere stato ultimo nel primo ciclo di episodi.
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4. Il primo pilot
Chi segue Il trono di spade avrà sicuramente un ottimo ricordo del primo episodio, introduzione perfetta al mondo di Westeros e le mille insidie che ne caratterizzano le (lunghissime) stagioni. Ma forse non tutti sanno che la versione andata in onda è la seconda incarnazione del pilot, rigirato dopo che la prima versione fu giudicata insoddisfacente. Non solo fu sostituito il regista (Tom McCarthy dovette accontentarsi di un credit come consulente), ma vennero apportate due modifiche tutt'altro che piccole a livello di casting: Catelyn Stark, inizialmente interpretata da Jennifer Ehle, ha ora il volto di Michelle Fairley, mentre Emilia Clarke ha sostituito Tamzin Merchant nel ruolo di Daenerys Targaryen.
5. Squadra che vince non si cambia
La scrittura della serie è quasi interamente affidata al duo Benioff-Weiss, con l'aiuto di una piccola squadra di collaboratori, di cui ha fatto parte anche Jane Espenson, veterana delle produzioni di Joss Whedon. La firma più prestigiosa è senz'altro quella di George R.R. Martin, il quale per contratto scrive un episodio per ogni stagione. O almeno, così è stato fino alla messa in onda del quarto ciclo, dopodiché l'autore ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla conclusione del sesto romanzo, The Winds of Winter, ancora senza una data precisa di pubblicazione all'orizzonte.
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6. Casi di omonimia
I fan di Jon Snow saranno sicuramente affezionati ad Ygritte, la donna selvaggia che ha conquistato il cuore del giovane Stark, pur punzecchiandolo regolarmente con la frase "You know nothing, Jon Snow!". Un motto che in Inghilterra ha una connotazione molto particolare, a causa di un divertente caso di omonimia: Jon Snow è infatti il nome di un noto giornalista televisivo, volto di svariati telegiornali dal 1983 ad oggi, e di conseguenza usare la frase di Ygritte per prenderlo in giro è particolarmente spassoso, considerando il suo mestiere.
7. Morire o... spogliarsi?
Per ammissione esplicita degli attori, questi hanno l'abitudine di controllare subito, ogni volta che ricevono le nuove sceneggiature, se i loro personaggi sono destinati a tirare le cuoia, vista l'alta percentuale di decessi in ogni singola stagione (inoltre, per rimanere sorpresi in quanto spettatori e fan, evitano di leggere le parti che non li riguardano direttamente). Per Carice van Houten, invece, la preoccupazione è un'altra: lei tende infatti a controllare se l'episodio richiede scene di nudo. Questo non per questioni di pudore (l'attrice olandese non ha mai avuto problemi a spogliarsi sullo schermo, come ben sa chi ha visto Black Book), ma perché preferisce passare alcune ore in palestra prima di girare le scene incriminate, per avere il giusto physique du rôle.
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