Certi film sembrano scritti apposta per te. Quasi fossero dei suggerimenti inaspettati, squarci di luce in mezzo alla tempesta. Non è banale dire che il cinema, e l'arte in generale, può avere degli effetti curativi, o almeno palliativi, facendoci allargare i nostri orizzonti, le nostre prospettive. La distrazione e l'intrattenimento, alcune volte, cedono il passo ad una struttura più intima e diretta, ad una riflessione aperta che ci spinge a confrontarci, mettendo ordine in un guazzabuglio di sentimenti, di emozioni, di tormenti. Il grande sogno sul grande schermo, in un moto perpetuo che fluisce al tempo dei film del cuore. Oltre i gusti, oltre l'oggettività ragionata.
E allora, capita spesso di ripensare ad uno dei dramedy che ha allargato il diametro della commedia romantica. Una pellicola protagonista del cambiamento scaturito dagli anni Duemila, più concentrati sui temi e sui personaggi, spingendo su una riconoscibilità diretta e meno artificiale: così, a dieci anni dall'uscita in Italia de Il lato positivo di David O. Russell (The Silver Linings Playbook, titolo originale, con cui venne rilasciato negli USA), la presenza memorabile dei suoi due protagonisti, Pat e Tiffany, ovvero Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, è ancora straordinariamente forte. Del resto, il film, tratto dal romanzo di Matthew Quick, è una sorta di manuale di sopravvivenza, un libretto illustrato che spiega come plasmare la necessità in virtù.
Excelsior!
Un manifesto motivazionale travestito da commedia romantica altamente disfunzionale - come sono disfunzionali e meravigliosi Pat e Tiffany -, in grado di sintetizzare un concetto importante, liberandoci dall'ansia. Quale? C'è tempo. Siamo in tempo. Fermiamoci, ragioniamo, ripartiamo. Scrolliamoci di dosso le paure, perché, come dice Pat, in una delle quotes più citate del film, "Sai cosa farò? Prenderò tutta questa negatività e la userò come carburante per trovare il lato positivo! È questo che farò! E non è una stronzata, non è una stronzata. Ci vuole impegno e questa è la verità!". Lui, che ha perso tutto - casa, lavoro, moglie - tornato a vivere con i suoi (grande coppia, Robert De Niro e Jacki Weaver) dopo un esaurimento nervoso esploso in seguito ad un disturbo bipolare. È difficile, non lo nega, ma proverà in tutti i modi a ripartire dagli affetti e dalla consapevolezza.
A proposito del ruolo, Bradley Cooper, ai tempi dell'uscita de Il lato positivo, disse: "Alcune cose non si riescono a superare. Eppure, grazie a ciò che è successo a Pat, si comprendono meglio. Questo è uno dei punti importanti del film. Molte persone mi hanno detto che si sono riviste in lui...". Un ruolo che sarebbe dovuto andare a Mark Wahlberg, mentre Anne Hathaway sarebbe dovuta essere Tiffany. Incroci strani, divergenze e il destino che ci metterà la firma: solo dopo una folgorante audizione, il regista scelse la nuova stella di Hollywood, Jennifer Lawrence, che ottenne l'Oscar per il ruolo (sì, quando scivolò sulle scale del Dolby Theatre). Un ruolo nevralgico, l'anima del film, il paradigma di excelsior, su cui punta Pat: alle prese con un lutto, Tiffany aiuterà l'uomo a risalire la china. In cambio, però, dovrà accompagnarla ad una gara di ballo. Un'intonazione disordinata, una chimica stratosferica e una maturità narrativa che, appunto, appare rivolta verso gli spettatori.
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Girls from the North Country
Il lato positivo - Silver Linings Playbook, nella sua linearità e nella sua semplicità, oltre a essere un esempio di narrativa che mescola la dolcezza al cinismo, gioca con i contrari e con gli opposti, soffermandosi poi sul senso di movimento. In questo caso il ballo è parte integrante del discorso aperto tra Pat e Tiffany, smuovendo corpo e anima di un film divenuto ben presto uno dei nuovi classici del cinema hollywoodiano.
A fare il resto, ricorderete, i colori pastello della colonna sonora di Danny Elfman, mischiata agli Alabama Shakes, a Steve Wonder e a quel capolavoro di Girls from the North Country, suonata da un duetto che ha fatto la storia: Bob Dylan e Johnny Cash. A coronamento di un film lieve e caotico, tenero e arrabbiato, incompreso e necessario. Del resto, come afferma Tiffany, arruffata e bellissima: "Il mondo trova mille modi per spezzarti il cuore". Nulla di più vero. E allora, il rifugio ideale è il cinema salvifico, quello che vibra e risplende sui riflessi dei nostri occhi, bagnati dalle lacrime salate di un dolcissimo (nuovo) inizio. E sì, se non vi è chiaro, "questa è un'emozione".