Il caso Ziqqurat, Fulvio Risuleo racconta come è nata la risposta italiana a Bandersnatch

Intervista al regista Fulvio Risuleo: l'autore di Il caso Ziqqurat, ci racconta la genesi della web serie, l'incontro con Tonio Cartonio e la sua idea di interattività.

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Il caso Ziqqurat: una scena della web serie

Il caso Ziqqurat, primo esperimento italiano di serie web interattiva, è opera di Fulvio Risuleo. Il regista è il papà di Ziguro, elefante rosa che ama proporre indovinelli ai bambini in ascolto e a tratti sa essere un tantino inquietante. Il caso Ziqqurat, disponibile sul web, è un prototipo, un tentativo di esplorare un nuovo linguaggio narrativo fondendo tv per ragazzi, elementi cinematografici e interattività. Il risultato è una serie godibile e stimolante che chiama in causa le capacità investigative dello spettatore per risolvere un delitto. Ne abbiamo parlato in questa intervista a Fulvio Risuleo.

Come è nato Il Caso Ziqqurat? E perché il team creativo ha scelto di ambientare la serie in un contesto così specifico come il backstage di un programma per bambini? "Volevamo creare un contrasto ambientando un omicidio in un luogo che è il suo opposto" ci racconta Fulvio Risuleo. "Abbiamo attinto a programmi per ragazzi come la Melevisione, l'Albero Azzurro, i Teletubbies e anche Bim Bum Bam. Per documentarci abbiamo visto di tutto, volevamo creare una collisione tra la cronaca nera e la purezza dei programmi per bambini. Mi sono sempre chiesto perché il pubblico vuole vedere il marcio anche in questo tipo di realtà creando fake news, così mi sono detto 'Appaghiamo questa voglia di cronaca nera nel mondo dell'infanzia facendo una serie ambientata in questo contesto'".

A tu per tu con Tonio Cartonio

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Il caso Ziqqurat: Danilo Bertazzi in una scena

Le fake news a cui allude Fulvio Risuleo riguardando la presenza ne Il caso Ziqqurat del mitico Tonio Cartonio, all'anagrafe Danilo Bertazzi, volto simbolo della Melevisione dato per morto sul web in seguito a un'overdose. Bertazzi, in realtà, sta benissimo e ha accettato di partecipare alla serie interattiva nel ruolo inedito di un truccatore maligno e pettegolo. "Ci tenevo molto ad averlo nel progetto" confessa il regista "anche se lui è impegnatissimo. Il suo episodio lo abbiamo girato un mese dopo proprio per venire incontro al suo schedule. E' molto diverso dal folletto della Melevisione che interpretava, è una persona molto colta e si è accostato al progetto con grande serietà. Era quasi la prima volta che qualcuno gli chiedeva di studiare una sceneggiatura e lui ha mostrato tutta la sua professionalità".

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Il caso Ziqqurat: una foto della serie web

Risuleo aggiunge: "La Melevisione è stata una grande fonte d'ispirazione. Sul web si trova un backstage costituito da un'inquadratura fluida di tre minuti che mostra lo studio e svela i retroscena. Mentre ci documentavamo, è stato interessante notare come certi programmi sono cambiati nel tempo. L'Albero Azzurro era nato come programma didattico, poi è diventato sempre più vicino al teatro filmato. Anche la Melevisione si basa sullo spettacolo più che sulla didattica".

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Pionieri dell'interattività

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Il caso Ziqqurat: una scena della webserie

Il caso Ziqqurat, prodotto da Artchivio e Cloud 9 Film, è stato lanciato come prima web serie interattiva italiana (chi si vuole mettere alla prova può vedere qui Il caso Ziqqurat gratuitamente). Il format si pone come pioniere di un mercato che potrebbe rivelarsi davvero interessante. Come spiega Fulvio Risuleo: "La scelta del format parte dai ragazzi di Artchivio che volevano fare qualcosa per il web. Credo che alla base di ogni progetto si debba pensare prima al medium che si ha e sfruttarlo al massimo. Netflix e le altre piattaforme offrono serie tv mettendole a disposizione tutte in una volta, ma noi volevamo fare qualcosa che avesse senso solo sul web. Volevamo valorizzare lo spettatore che si mette al computer o al cellulare". A favorire la scelta dell'interattività è stata anche la scrittura della serie: "Al centro della nostra serie c'è un enigma da risolvere. Grazie all'interattività lo spettatore può stoppare, riprendere, andare avanti e indietro, scegliere il tipo di audio. Al cinema i gialli richiedono tempi dilatati per permettere allo spettatore di capire, qui potevamo andare veloci tanto il pubblico può rivedere ciò che vuole quando vuole".

Tra le trovate più gustose, c'è la possibilità di fruire dei sei episodi centrali sentendo i dialoghi o i pensieri dell'investigatore. Il regista puntualizza: "Quella è stata una trovata emersa in fase di sceneggiatura. E' ispirata all'home video in cui c'è il commento audio del regista. E' come se il nostro detective si stesse osservando da fuori e commentasse un video, usciamo dal realismo per scegliere di entrare nella testa di un'altra persona".

Cluedo torna in auge

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Il caso Ziqqurat: una scena della web serie

Parlando di interattività, la mente corre subito a Black Mirror: Bandersnatch, episodio speciale della serie Nerflix che ha ottenuto un incredibile successo presso gli utenti della piattaforma streaming. Fulvio Risuleo, però, prende le distanze da questo modello che considera "un tipo di interattività che ho cercato di evitare. Ho visto Bandersnatch quando Ziqqurat era ormai pronta, ma quello è un interattivo ludico, lo spettatore viene chiamato a giocare, a districarsi in una linea narrativa complicata che ricorda certi libri-game degli anni '90. E' una finta innovazione. Nel caso di Ziqqurat, lo spettatore è passivo, ha l'illusione di poter scegliere un itinerario, ma la storia è già scritta anche se, a seconda dell'ordine che sceglie nella visione, troverà più o meno facile risolvere l'enigma giallo". Enigma che non è poi così semplice risolvere: "Io non sono un appassionato di giallo, quando ne vedo uno non riesco quasi mai a indovinare il colpevole. Mi hanno aiutato molto i co-sceneggiatori, abbiamo sottolineato gli indizi invece di nasconderli giocando con la psiche degli spettatori, la scrittura è durata quasi un anno. I miei modelli di riferimento erano Cluedo e Invito a cena con delitto, quell'atmosfera molto inglese in cui c'è un morto, ma nessuno si scompone".