Ci sono attori come Max von Sydow, che alla veneranda età di ottantasette anni recita in franchise di culto come Star Wars e Il trono di spade (vale a dire, il non plus ultra della popolarità rispettivamente al cinema e in televisione), e Christopher Plummer, che ha aspettato gli ottantadue anni per vincere il suo primo Oscar (attualmente ne ha ottantasette e due film in uscita nel 2016); mentre l'ultima apparizione al cinema di Sir John Gielgud, colonna del teatro britannico, risale a Elizabeth, quando l'attore poteva già vantare novantaquattro primavere.
Ma se ci sono interpreti che sembrano non poter vivere lontani dalle luci del set, e per i quali gli anni che avanzano non spengono certo il sacro fuoco della recitazione, tale regola non è valida per tutti. E oggi vogliamo rivolgere il nostro sguardo appunto a questi altri: i "pensionati" di Hollywood. Non sono rari, del resto, i casi di superstar dello schermo che hanno scelto di rinunciare anzitempo alla professione. C'è chi ha detto addio al set per motivi familiari e di 'etichetta': basti pensare a Grace Kelly, che ad appena ventisei anni, all'apice della carriera, con un Oscar appena conquistato e nel pieno di una proficua collaborazione con Alfred Hitchcock (tre film, tre super-classici) si congedò da Hollywood per sposare il Principe di Monaco (e forse il buon Hitch non gliel'ha mai perdonata). Ci sono le ex bambine prodigio che hanno scelto di maturare lontano dalla cinepresa, come Shirley Temple.
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Ci sono le pre-pensionate che (per fortuna!) sono tornate sui propri passi: Debra Winger si prese ben sei anni di pausa fra il 1995 e il 2001, ispirando fra l'altro il documentario Searching for Debra Winger, mentre l'inossidabile Jane Fonda, a causa del matrimonio con Ted Turner nel 1991, scomparve dalle scene per ben quindici anni, per poi tornare a lavorare a pieno ritmo a partire dal 2005. Di seguito, dunque, abbiamo selezionato quindici nomi illustri di star che si sono ritirate a vita privata, e delle quali il cinema sente inevitabilmente la mancanza. Potremmo aggiungere, malignamente, che per qualche leggendario divo di Hollywood l'idea del pensionamento sarebbe forse il "male minore" (intendiamoci: da un gigante come Robert De Niro non vorremmo mai separarci, ma vederlo umiliarsi in quel disastro indifendibile di Nonno scatenato è stata una sofferenza atroce). Ma in fondo, è giusto ricordare pure che a volte una prematura "uscita di scena" non impedisce certo di entrare nel mito: ne sa qualcosa la divina Greta Garbo, che decise di godersi i contributi a partire dai trentacinque anni, all'apice del successo e senza rimpianti per il set...
15. Albert Finney
Lo ammettiamo: settantasei anni sono un'età più che lecita per godersi la pensione, ma nel caso di un attore magnifico e senza tempo come Albert Finney la sua assenza dalle scene si sente eccome. L'attore britannico, attivo fin dal 1960, ha continuato a lavorare fino al 2012, e anche negli ultimi anni della sua carriera ha continuato a regalarci prove memorabili in film del calibro di Big Fish - Le storie di una vita incredibile e Onora il padre e la madre.
Ruolo simbolo
Tante interpretazioni di rilievo, ma il suo ruolo simbolo rimane senz'altro quello dell'omonimo avventuriero donnaiolo nel classico Tom Jones del 1963, diretto da Tony Richardson. La sua performance più bella, però, rimane forse quella di un istrione del palcoscenico ne Il servo di scena di Peter Yates nel 1983.
Canto del cigno
Kincade, il guardiano della tenuta di Skyfall, il quale si batte al fianco di James Bond e di M nel finale di Skyfall, del 2012: niente male, vero?
14. Sidney Poitier
Un altro interprete leggendario: è Sidney Poitier, il quale si è ritirato nel 2001, a oltre settantaquattro anni d'età, dopo una carriera straordinaria che gli è valsa ben due Oscar: uno come miglior attore e l'altro, subito dopo il suo ritiro, alla carriera. Con ben mezzo secolo di attività nel curriculum, Poitier è stato un attore apprezzatissimo il cui star power ha contribuito a sdoganare le possibilità per gli attori afroamericani a Hollywood.
Ruolo simbolo
Benché Poitier abbia ricevuto l'Oscar nel 1963 per I gigli del campo (battendo, fra gli altri candidati, proprio l'Albert Finney di Tom Jones), è stato il 1967 il suo "anno d'oro", grazie a due classici di enorme successo che hanno segnato la storia del cinema e del costume americani: il poliziesco La calda notte dell'ispettore Tibbs di Norman Jewison e il dramma familiare Indovina chi viene a cena? di Stanley Kramer, due titoli che hanno affrontato in maniera diversa il problema del razzismo negli Stati Uniti.
Canto del cigno
Il TV movie L'ultimo fabbricante di mattoni del 2001, mentre l'ultima apparizione al cinema era stata nel thriller The Jackal quattro anni prima.
13. Julie Andrews
È stata la diva più amata da intere generazioni di bambini (e non solo), una superstar dal sorriso dolce e rassicurante e dalla voce cristallina e inconfondibile: la regale Julie Andrews, vedova del regista Blake Edwards, è una delle attrici più popolari del grande schermo, da cui si è congedata definitivamente nel 2010, a settantaquattro anni.
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Ruolo simbolo
Impossibile citarne solo uno, dal momento che Julie Andrews ha prestato volto e voce a due personaggi assolutamente iconici in due dei film di maggior successo di tutti i tempi; e in entrambi i casi, fra l'altro, si tratta di bambinaie amorevoli e dal canto melodioso. Nel 1964 la Andrews esordì al cinema nel musical Mary Poppins, che le valse l'Oscar come miglior attrice, mentre l'anno seguente vestì i panni della premurosa novizia Maria in Tutti insieme appassionatamente di Robert Wise, che oltrepassò addirittura gli incassi di Mary Poppins. A nostro avviso, però, la migliore performance della Andrews rimane quella en travesti nel capolavoro musicale Victor Victoria del 1982, diretto da suo marito Edwards.
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Canto del cigno
Un film per ragazzi, L'acchiappadenti; ma sempre nel 2010 Julie Andrews si concesse anche due ultime parti da doppiatrice nei film d'animazione Shrek e vissero felici e contenti e Cattivissimo me.
12. Gene Hackman
Aveva appena compiuto settantaquattro anni al momento dell'uscita del suo ultimo film, e da allora - era il febbraio 2004 - non abbiamo più avuto il piacere di vederlo sul grande schermo. L'addio di Gene Hackman, per decenni infaticabile veterano del set, ci ha privato di uno degli interpreti più talentuosi e raffinati della sua generazione, ma purtroppo l'attore non è più tornato sui propri passi.
Ruolo simbolo
Numerosi e indelebili i ruoli di culto di Gene Hackman, ma il suo personaggio più noto è senz'altro Jimmy Doyle, detective della polizia di New York nel cult del 1971 Il braccio violento della legge di William Friedkin, che valse ad Hackman il premio Oscar come miglior attore (un secondo Oscar arriverà nel 1992 per la parte del sadico sceriffo nel western Gli spietati).
Canto del cigno
Una conclusione non proprio degna di una carriera tanto illustre: nel 2004, l'ultimo film di Hackman è stato la commedia politica Due candidati per una poltrona, grosso flop di critica e di pubblico.
11. Jack Nicholson
Dopo Gene Hackman, un altro volto insostituibile della generazione della New Hollywood, la cui fama e il cui talento non hanno conosciuto alcun momento di crisi in quasi mezzo secolo di attività. Il mitico Jack Nicholson, che l'anno prossimo spegnerà ottanta candeline, si è ritirato dalla professione di attore a settantatré anni d'età, nel 2010, lasciando un vuoto gigantesco nel panorama hollywoodiano. La sua eredità: tre premi Oscar, una quantità infinita di riconoscimenti, ma soprattutto una sterminata galleria di personaggi meravigliosi, nella speranza che a breve Nicholson possa cambiare idea sul suo pensionamento.
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Ruolo simbolo
Si potrebbe pescare a piene mani da ogni periodo della carriera di Jack Nicholson e trovare comunque dei personaggi entrati negli annali del cinema: dal padre di famiglia psicoico di Shining al Joker di Batman, dallo scorbutico scrittore misantropo di Qualcosa è cambiato al perfido boss mafioso di The Departed. Ma le due vette insuperate nella filmografia di Nicholson restano di sicuro il detective Jake Gittes di Chinatown, capolavoro noir di Roman Polanski del 1974, e il ribelle Randle McMurphy nel classico Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman, che l'anno seguente gli valse il suo primo Oscar.
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Canto del cigno
Un modesto ruolo da supporter nella commedia romantica Come lo sai, passata semi-inosservata nel 2010 e presto dimenticata: esatto, un fenomeno come Nicholson meriterebbe un "canto del cigno" di gran lunga migliore.
10. Sean Connery
È stato per decenni uno dei divi più popolari del mondo, oltre che il più amato interprete dell'agente segreto 007, ruolo al quale è da sempre indissolubilmente legato: ma la carriera dello scozzese Sean Connery non si limita certo ai film della saga di James Bond. Considerato, anche in età avanzata, uno degli attori più sexy del cinema, Connery ha abbandonato lo scene nel 2003, a settantadue anni, e da allora si è dedicato esclusivamente alla propria vita privata.
Ruolo simbolo
Ovviamente si tratta di Bond, James Bond, l'eroica e affascinante spia a cui Sean Connery ha prestato il volto in ben sette pellicole: dal 1962, con il primissimo film su Bond, Agente 007 - Licenza di uccidere, al 1983, anno di Agente 007 - Mai dire mai. Ma non si può non ricordare pure la sua performance ne Gli intoccabili di Brian DePalma, per il quale nel 1987 Connery vinse l'Oscar come miglior attore supporter.
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Canto del cigno
L'avventuroso blockbuster La leggenda degli uomini straordinari, del 2003, in cui Sean Connery impersonava il professor Allan Quatermain: nelle intenzioni dei produttori, il primo capitolo di una saga che non ha più avuto alcuno sviluppo.
9. Gene Wilder
Se i primi sei attori nella nostra classifica sono stati comunque pensionati over 70, Gene Wilder invece, uno dei più brillanti talenti comici del cinema americano, storico mattatore di diverse esilaranti commedie di Mel Brooks, ha abbandonato le luci del set a sessantanove anni, nel 2003. Da allora Wilder si è reinventato come scrittore, pubblicando un'autobiografia e ben tre romanzi.
Ruolo simbolo
Non potremmo avere alcun dubbio: quello del dottor Frederick Frankenstein, avventato nipote del più noto Victor Frankenstein, nell'intramontabile cult della comicità Frankenstein Junior, diretto da Mel Brooks nel 1974 e co-sceneggiato dallo stesso Wilder.
Canto del cigno
L'ultima apparizione di Gene Wilder come attore è stata un ruolo da guest star nella quinta stagione della sit-com televisiva Will & Grace, nell'aprile 2003, mentre per il cinema bisogna ritornare addirittura al 1991, anno dell'uscita della commedia Non dirmelo... non ci credo.
8. Joe Pesci
Un pensionamento destinato ad essere presto interrotto? Così sembrerebbe, date le indiscrezioni che vorrebbero Joe Pesci nel cast del prossimo film di Martin Scorsese, The Irishman. Nel caso sarebbe una gran bella notizia, soprattutto perché l'attore americano era quasi del tutto scomparso delle scene già dalla fine degli anni Novanta, per poi ritirarsi del tutto nel 2010, a sessantasette anni d'età.
Ruolo simbolo
Per quanto la maggior parte del pubblico conosca Joe Pesci soprattutto come il ladro goffo e imbranato di Mamma, ho perso l'aereo, la "punta di diamante" della carriera di Pesci è da identificare con la parte del malavitoso Tommy DeVito nel capolavoro del 1990 di Martin Scorsese Quei bravi ragazzi, per il quale ottenne fra l'altro l'Oscar come miglior attore supporter.
Canto del cigno
Un ultimo film alquanto bizzarro: Love Ranch, bislacco dramma coniugale con risvolti da gangster movie datato 2010, con Joe Pesci al fianco di Helen Mirren. Un fiasco su tutta la linea, finito subito nel dimenticatoio.
7. Goldie Hawn
Dopo Joe Pesci, un'altra pensionata illustre con la nostalgia delle luci del set? Così sembrerebbe, visto che a Hollywood si mormora di un possibile ritorno di Goldie Hawn in una nuova commedia accanto ad Amy Schumer. Aspettando conferme in merito, ricordiamo che la bionda superstar della commedia brillante si è ritirata dalle scene nel 2002, ad appena cinquantasei anni, nonostante avesse ancora energia da vendere.
Ruolo simbolo
Con un esordio da Oscar nel 1969 in Fiore di cactus e diversi film campioni d'incassi, il maggiore successo nella carriera di Goldie Hawn è probabilmente Soldato Giulia agli ordini, commedia del 1980 che sbancò il botteghino e lanciò anche una fortunata serie TV (ma va quantomeno ricordata la black comedy La morte ti fa bella, cult del 1992).
Canto del cigno
Una commedia tutta al femminile sul girl power delle over 50: Due amiche esplosive del 2002, con Goldie Hawn al fianco di Susan Sarandon. E spiace dirlo, ma può essere considerato uno dei punti più bassi nella carriera di entrambe le attrici.
6. Glenda Jackson
È stata una delle più sorprendenti 'reinvenzioni' da parte di una star del cinema, paragonabile a quelle di Ronald Reagan e Arnold Schwarzenegger: la parabola professionale di Glenda Jackson, primadonna dei palcoscenici britannici e attrice pluripremiata, nel 1992, a cinquantasei anni appena compiuti, l'ha portata infatti ad abbandonare la recitazione per dedicarsi alla politica. Deputata alla Camera dei Comuni dal 1992 al 2015 all'interno del Partito Laburista, la Jackson, pacifista convinta e leader nelle campagne per i diritti civili, è da allora una delle voci più decise e influenti della sinistra britannica.
Ruolo simbolo
Ricompensata con due premi Oscar come miglior attrice, nel 1970 e nel 1973, per Donne in amore e Un tocco di classe, Glenda Jackson ha regalato però la sua interpretazione più apprezzata nel 1971, nella parte di una donna coinvolta in un triangolo amoroso nel dramma Domenica, maledetta domenica di John Schlesinger.
Canto del cigno
Il TV movie britannico The Secret Life of Arnold Bax, andato in onda nel 1992.
5. Tom Hulce
Nella sua carriera ha lavorato soprattutto in teatro, ma il grande pubblico lo ricorda principalmente come lo straordinario Mozart del film Amadeus, mentre come doppiatore ha prestato la propria voce a Quasimodo nella pellicola d'animazione Il gobbo di Notre Dame. Purtroppo, dopo il trionfo di Amadeus Tom Hulce non ha trovato molto spazio al cinema a dispetto del suo talento, e già negli anni Novanta aveva diradato le sue apparizioni sullo schermo. L'ultimo ruolo risale al 2008, quando Hulce aveva cinquantaquattro anni, ma da allora si è dedicato all'attività di produttore, sia per il teatro (raccogliendo numerosi riconoscimenti) sia nell'ambito del cinema indie.
Ruolo simbolo
L'irriverente, sfrenato, geniale Wolfgang Amadeus Mozart in Amadeus, il capolavoro di Milos Forman del 1984, trasposizione del dramma teatrale di Peter Shaffer, al fianco del maestoso Antonio Salieri di F. Murray Abraham.
Canto del cigno
Un cameo in Jumper - Senza confini, film di fantascienza del 2008 poco apprezzato da critica e spettatori.
4. Shelley Duvall
A partire dai suoi esordi, all'inizio degli anni Settanta, è diventata uno dei volti simbolo del cinema di Robert Altman, regista che l'ha scoperta e lanciata, ma da allora il talento di Shelley Duvall ha spaziato ben oltre, imponendo alla nostra attenzione un'attrice davvero peculiare e preziosa. È un gran peccato, pertanto, che la Duvall si sia ritirata definitivamente dal cinema nel 2002, a soli cinquantatré anni.
Ruolo simbolo
Pochissimi dubbi in merito: Wendy Torrance, l'indimenticabile scream queen moglie dello psicopatico personaggio di Jack Nicholson in Shining, il cult horror diretto da Stanley Kubrick nel 1980. Ma vale la pena ricordare anche la sua eccellente performance nell'enigmatico Tre donne di Robert Altman, che le valse il premio come miglior attrice al Festival di Cannes 1977.
Canto del cigno
Una parte nel film indipendente Manna from Heaven, del 2002.
3. Doris Day
Negli anni Cinquanta e Sessanta è stata una delle attrici più popolari d'America, capace di sbancare puntualmente il botteghino, oltre che di imporre un'immagine di donna vivace, intelligente e dai modi raffinati. Doris Day, cantante di enorme successo prima ancora che star di Hollywood, è stata la diva per eccellenza della commedia brillante dei Fifties, per poi reinventarsi come primadonna della TV. Purtroppo la carriera d'attrice della Day è terminata nel 1973, all'età di cinquant'anni; da allora la diva si è impegnata sul fronte animalista, mentre nel 2011, quasi novantenne, ha inciso un nuovo album.
Ruolo simbolo
Fra tante commedie che l'hanno vista per anni regina del box office, fra cui Il letto racconta del 1959, per ironia della sorte il ruolo più celebre nella filmografia di Doris Day è quello in un thriller: L'uomo che sapeva troppo, diretto da Alfred Hitchcock nel 1956, che la vedeva interpretare la moglie di James Stewart e in cui si esibisce sulle note del tormentone Que Sera, Sera (Whatever Will Be, Will Be).
Canto del cigno
La quinta e ultima stagione della sit-com televisiva ]The Doris Day Show si è conclusa nel marzo del 1973, un mese prima che Doris Day compisse cinquantun anni (perlomeno stando al suo presunto anno di nascita, il 1922, benché alcune fonti riportino il 1924).
2. Rick Moranis
Agli spettatori più giovani magari il suo nome non dirà molto, ma il canadese Rick Moranis è stato uno degli attori comici più noti e apprezzati degli anni Ottanta e Novanta. Protagonista di sketch e imitazioni che gli sono valsi presto l'attenzione del pubblico, Moranis ha interpretato diverse commedie di grande successo, ma nel 1997, a soli quarantatré anni, ha abbandonato una volta per tutte la recitazione per dedicarsi alla vita privata; da allora si è limitato a incidere alcuni album e a occasionali ruoli da doppiatore.
Ruolo simbolo
Il film più famoso e iconico nella carriera di Rick Moranis, manco a dirlo, resta Ghostbusters - Acchiappafantasmi, commedia fantastica del 1984, in cui l'attore impersonava il goffo vicino di casa del personaggio di Sigourney Weaver (ruolo che riprenderà pure nel sequel).
Canto del cigno
Una scialba commedia direct-to-video, Tesoro, ci siamo ristretti anche noi, secondo sequel del campione d'incassi del 1989 Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi.
1. Bridget Fonda
È stata l'unica pensionata under 40 della nostra classifica, e pertanto si è guadagnata di diritto il primo posto: incredibile ma vero, infatti, Bridget Fonda aveva appena trentotto anni quando interpretò il suo ultimo ruolo. Figlia e nipote d'arte (suo padre è Peter Fonda, suo nonno l'indimenticabile Henry Fonda e sua zia Jane), la biondissima Bridget è stata uno dei talenti emergenti degli anni Novanta, ma nel 2002 ha detto addio senza rimpianti alla recitazione; l'anno seguente ha sposato il compositore Danny Elfman.
Ruolo simbolo
Il momento in cui Bridget Fonda è stata più vicina a diventare una superstar: nel 1993, quando fu scelta come protagonista di Nome in codice: Nina, remake hollywoodiano dal discreto successo del cult francese Nikita.
Canto del cigno
Il ruolo del personaggio del titolo nella miniserie televisiva del 2002 La regina delle nevi, un fantasy ispirato al racconto di Hans Christian Andersen.