From my blood comes the prince that was promised and this will be the song of ice and fire
"Al gioco del Trono o si vince o si muore". Queste erano le parole che fecero successo e scalpore prima nei libri e poi della serie de Il Trono di Spade. Parole che mettevano subito in chiaro come non ci fossero vinti ma solo vincitori nella battaglia per la successione al posto più scomodo e pericoloso del Continente Occidentale. Questo gioco al massacro è tornato prepotentemente in auge, ma in una dimensione più ristretta e familiare (non in senso emotivo, solo genealogico) con lo spin-off House of The Dragon, ogni lunedì in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti.
Le dinamiche di potere intestine e familiari che ha messo in campo la serie prequel nei primi episodi non ci hanno ricordato solo quelle di The Crown, come abbiamo spiegato in un altro speciale, ma anche quelle di un altro "family drama" di successo degli ultimi anni per pubblico e critica: Succession. Questo perché la lotta per il Trono di Spade non è - al momento - combattuta tra Casate come è stato nella serie originale ma questo spin-off ha preferito concentrarsi come da titolo sulla Casata dei Targaryen e sulle loro lotte intestine per accaparrarsi la successione al Trono. Soprattutto dopo la nomina della prima donna che potrebbe sedere sul Trono di Spade, Rhaenyra, per volere del padre Viserys I, che ha quindi rinnegato l'eredità del fratello minore, battagliero e poco adatto a governare, Daemon. Viserys era convinto di non avere eredi maschi, successivamente però è nato Aegon, figlio della sua seconda moglie Alicent e quindi la successione di Rhaenyra, amica d'infanzia di Alicent, viene messa in discussione nel terzo episodio. Insomma House of the Dragon diventa come Succession: l'eredità per il Trono si gioca in famiglia.
Successione familiare
Le strategie di potere sono in atto da più parti in House of the Dragon. All'interno dei Targaryen c'è il rapporto di amore-odio fra Daemon, "legittimo" erede al Trono, e sua nipote Rhaenyra (Milly Alcock), nominata ufficialmente da Re Viserys con tanto di giuramento di fedeltà da parte dei membri della corte. Ora che Alicent (Emily Carey) ha dato già due figli maschi a Viserys però, per primo Aegon, che sta festeggiando il suo secondo onomastico, la giovane e determinata ragazzina sente che la propria successione è a rischio e ha varie discussioni col padre a riguardo, il quale però non sembra voler tornare sui propri passi. Questo nonostante i dubbi del Concilio Ristretto, in primis del Primo Cavaliere del Re, Otto Hightower (Rhys Ifans), che vuole salvaguardare il proprio rapporto con i Targaryen attraverso il matrimonio di Viserys con la figlia Alicent.
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C'è anche una terza Casata interessata, e inedita per i fan, i Velaryon, che abbiamo imparato a conoscere proprio grazie a questo spin-off. Antichi discendenti dei valyriani, possono portare grande prestigio ai Targaryen oltre a solidità politica ed economica: Lord Corlys (Steve Toussaint), a capo della Casata, è conosciuto infatti come il Serpente di Mare, è Lord delle Maree e Lord di Driftmark, un'isola della Baia delle Acque Nere ad ovest di Roccia del Drago. Oltre a far parte del Concilio Ristretto - nonostante gli venga sempre rinfacciato che deve ringraziare ogni giorno gli dèi di avere un posto al tavolo - è sposato con Rhaenys Targaryen (Eve Best), cugina di Viserys, soprannominata "la Regina che non fu mai", poiché Viserys è stato nominato Re nonostante in linea di successione spettasse a lei, solo perché di sesso maschile. Rhaenyra si trova a dover affrontare molti pretendenti alla propria mano, tra cui un odiosissimo Lord Lannister, per sistemare la questione "matrimonio politico". Il marito diverrebbe una sorta di First Gentleman degli Stati Uniti, che non hanno ancora avuto una presidente donna, anche se ci sono andati vicini con Hillary Clinton. Anche questo è un elemento che la preoccupa e su cui il padre vorrebbe trovare un terreno comune.
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Targaryen vs Roy
Il regno di Viserys (Paddy Considine) è infatti caratterizzato dalla pace e non dal terrore, non come la multinazionale sulle comunicazioni fondata da Logan Roy (Brian Cox) in Succession. Al primo segno di malattia del patriarca, tutti i figli sembrano e sono pronti a tradirlo per avere le chiavi del "regno": il primo è Kendall (Jeremy Strong), che ha i propri problemi di rapporto col padre. La "diatriba" inespressa fra Rhaenys e Viserys e quella urlata a voce alta tra Rhaenyra e Viserys non vi ricorda quella fra papà Roy e la sua unica figlia femmina Siobhan (Sarah Snook)? Logan non riesce a considerare davvero degna per un sessismo d'altri tempi Shiv, con tutte le conseguenze del caso, soprattutto continuare a tergiversare e rimandare la nomina di un successore. La società patriarcale del 23° secolo del serial HBO è quindi paragonabile a quella d'ispirazione medievale nel mondo creato da George R.R. Martin. Siobhan però non ha sposato un Lord come Rhaenys per mantenere un ruolo semi-decisivo negli affari di famiglia, ma ha utilizzato un'altra strategia di gioco. Ha messo in piedi un matrimonio con l'inetto Tom (Matthew Macfadyen), un uomo che non la faccia sfigurare ma soprattutto che non possa crearle davvero problemi, scandali e tradimenti. Tom come Corlys sembra destinato a rimanere un outsider nella famiglia, e anche Tom deve battersi ogni giorno per avere una voce in capitolo.
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Il Lord di Driftmark ha però dalla sua non solo la storia e l'importanza della propria Casata, ma soprattutto il potere che comporta controllare la Flotta più imponente e forte di Westeros. C'è poi chi preferisce rimanere fuori dagli affari di famiglia come Connor (Alan Ruck); Targaryen che sia voluti rimanere fuori dalla corsa non ce ne sono, salvo chi sa già che non potrà vincere la partita. Partita da cui forse si è tolto anche Daemon (Matt Smith), che ricorda un po' Roman (Kieran Culkin) per essere visto come la pecora nera della famiglia e colui che a conti fatti è più istintivo che preparato, lavora di fegato più che d'esperienza. I Roy sono senza scrupoli - nessuno escluso, Succession è una serie in cui praticamente tutti i protagonisti sono respingenti e detestabili. I Targaryen non hanno nulla da invidiare per sete di potere alla controparte moderna HBO, ma Viserys sembra propendere, come accade nel terzo episodio di House of the Dragon, per una strategia più pacifista e che venga incontro ai desideri della figlia, così come degli altri membri della famiglia. Il punto è: questa strategia ripagherà?
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