Ha esordito davanti alla macchina da presa a diciannove anni e vinto il primo dei suoi due Oscar a ventisette. Ha recitato per registi come Clint Eastwood, Christopher Nolan e Brian De Palma, e al fianco di attori come Morgan Freeman, Al Pacino e Helena Bonham Carter. Parliamo di Hilary Swank, ospite del Locarno Film Festival 2019 dove è stata insignita del Leopard Club Award. La mattina dopo aver accettato il riconoscimento in Piazza Grande, storico cinema all'aperto della manifestazione elvetica, si è intrattenuta con il pubblico, rispondendo a tutte le domande, possibili, o quasi: su sua richiesta, non si è parlato di The Hunt, il thriller-horror targato Blumhouse la cui uscita è stata annullata dalla Universal in seguito a controversie legate a due sparatorie negli Stati Uniti.
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Cinema, serie tv... e libertà
Hilary Swank ha esordito in televisione, prima di passare al cinema con il film Buffy l'ammazzavampiri. Dal 1999 si è data principalmente al cinema, ma negli ultimi anni il piccolo schermo è tornato a farsi sentire: nel 2018 è stata Gail Getty nella miniserie Trust - Il Rapimento Getty, e in un futuro prossimo (la data esatta non è ancora nota) la vedremo su Netflix al fianco di Josh Charles in Away: "Interpreto un'astronauta in missione su Marte, è una bella storia, ricca di speranze. Esplora l'idea di lavorare insieme nello spazio, lontani dalla famiglia." L'attrice spende parole positive per le produzioni delle piattaforme di streaming, paragonandole ai film indipendenti che lei era solita girare: "Un tempo i film indie davano la massima libertà espressiva, adesso invece sono sotto l'ala degli studios, non sono più liberi come prima, gli studios hanno limitato la libertà. Ora è la tv a dare l'opportunità di raccontare le stesse storie dei film indie. La libertà è molto importante per un regista o un autore, e realtà come Netflix e Amazon la forniscono."
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A proposito di TV, c'è anche il ricordo non del tutto piacevole di Beverly Hills, 90210, da cui fu allontanata dopo pochi mesi: "Mi hanno licenziata dopo 9 episodi, avevo firmato un contratto per due anni, ma Aaron Spelling mi ha chiamato dicendo che il mio ruolo non funzionava in una serie che non guardava più nessuno. Luke Perry se n'era andato, era l'ottava stagione. Io ero devastata perché temevo di non essere adatta neppure a recitare in uno show che nessuno guardava più. Dopo due mesi mi hanno chiamata per Boys Don't Cry." Il film di Kimberly Peirce, basato sulla vita di Brandon Teena, le ha fruttato il primo dei suoi due Oscar come migliore attrice, ma lei ritiene di avere ancora molta strada da fare: "Sento che ho ancora tante cose da fare, anche se due Oscar sono un onore." Per quanto riguarda il film, il suo impatto era abbastanza inatteso: "Nessuno immaginava il successo di quel film, non era l'idea con cui lo avevamo fatto. Quella è stata una grande responsabilità, volevamo iniziare una conversazione sul tema gender."
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Una varietà di ruoli
È una scelta specifica quella dei numerosi ruoli di donne forti? "Non so, scelgo ruoli a cui posso relazionami, mi sono sempre sentita una outsider, ho amato film come The Elephant Man o Anna dei miracoli, sono storie che mi hanno fatto sentire meno sola, e cerco storie che mi facciano sentire vicina ai personaggi." Tra questi c'è sicuramente Maggie Fitzgerald, protagonista di Million Dollar Baby e secondo Oscar: "Clint Eastwood è un regista molto particolare. Il suo lavoro è molto specifico e molto semplice. Il suo modo di parlare è così semplice, così profondo. Si vede dal suo lavoro, e lavorare con lui è il sogno di un attore che si avvera. Quando ho lavorato con lui e Morgan Freeman sapevo che sarebbe stata una delle più grandi esperienze della mia vita, avevo 30 anni e non riuscivo a capire come fosse potuta succedere una cosa così bella. Clint è un attore, sa cosa fa, ti senti protetto, libero. Prendo un sacco di rischi quando lavoro con registi esordienti, ma mi fido della loro visione. Clint si è fidato di me, ed è stato lo stesso con Christopher Nolan: lavorare con registi stimati ti permette di recitare e basta e lasciare che gli altri facciano il loro lavoro." Ha dei consigli per le giovani attrici? "Credo che sia un bel momento per le attrici emergenti, sono stata fortunata quando si facevano film indie, ma oggi ci sono così tanti modi per entrare a far parte dell'industria, ci sono così tanti contenuti. Oggi quando non hanno il budget chiamano attori emergenti, devi lavorare duro, e non è facile. È divertente, ma ti devi fare il mazzo. Se ti impegni puoi farcela."