Se per l'ambiente cinematografico i Golden Globes rappresentano un preludio ai più ambiti premi Oscar, per gli artisti che lavorano nel mondo della televisione americana si tratta di un appuntamento di un certo rilievo ed un riconoscimento del lavoro svolto nel corso dell'anno.
A guardare le nominations assegnate quest'anno dall'HFPA, e i successivi premi assegnati, sono due gli aspetti che colpiscono: prima di tutto la grande varietà di serie che hanno ricevuto riconoscimenti, senza nessuna in particolare a fare la parte del leone, indice forse di un livello sempre crescente nell'ambito delle produzioni televisive; inoltre va notato che spesso c'è ben poco di televisivo nel materiale umano a disposizione di tali produzioni, soprattutto le miniserie ed i film per la TV, che possono avvalersi di attori di provata esperienza cinematografica, del calibro di Jeremy Irons, Annette Bening, Helen Mirren, con uno scambio tra cinema e tv che è ormai diventato bilaterale e continuo.
Nessuna sorpresa per quanto riguarda il vincitore come miglior serie tv drammatica, categoria in cui Grey's Anatomy conferma il sorprendente successo di pubblico che l'accompagna sul territorio USA, strappando la vittoria a quel 24 che si era imposto con grande veemenza agli Emmy Awards dello scorso anno, ma anche a Lost e la sopresa dell'anno, Heroes.
Per il settore commedia, invece, è Ugly Betty ad affermarsi nei confronti di rivali di tutto rispetto, quali sono The Office, Weeds, Entourage, ma soprattutto quel Desperate Housewives che ha portato a casa il Globo lo scorso anno nella stessa categoria.
A sorpresa, ma non senza meriti, si conferma miglior attore in una serie drammatica Hugh Laurie il cinico protagonista di Dr House: Medical Division, battendo la concorrenza spietata di Kiefer Sutherland e Patrick Dempsey, rispettivamente star di 24 e Grey's Anatomy, ma soprattutto del nostro favorito: Michael C. Hall, intenso protagonista di Dexter. A Laurie dobbiamo anche un tocco di vivacità regalato ad una non esaltante cerimonia di premiazione con il suo discorso di ringraziamento.
E' stato, invece, Alec Baldwin a vincere il premio come miglior attore in una commedia o musical, per il suo ruolo in 30 Rock, battendo il vincitore della passata edizione, Steve Carell.
Tra gli attori candidati per la categoria miniserie o film per la tv non mancavano certo nomi noti, da Ben Kingsley, a Robert Duvall, ma è stato il Bill Nighy di Gideon's Daughter a trionfare, mentre è stato il già citato Irons a portare a casa il premio come attore non protagonista, per il suo ruolo in Elizabeth I.
Ed è proprio il film che racconta il pubblico e privato degli ultimi anni della vita della Regina Elisabetta I, che vanta un cast d'eccezione, ad essersi aggiudicato anche il premio per la miglior miniserie o film per la tv, oltre a quello per la miglior attrice, andato alla Mirren, confermandosi quindi come vero vincitore della serata per quanto riguarda i premi di natura televisiva.
Tra le colleghe della Mirren per le serie tv, invece, sono state America Ferrera, protagonista di Ugly Betty e Kyra Sedgwick per The Closer ad aver vinto come migliori attrice protagoniste, rispettivamente in commedie o musical e serie drammatiche. La Ferrera ha superato in volata due casalinghe disperate e la vincitrice a sorpresa dell'edizione 2006, la Mary Louise Parker dell'irriverente serie della Showtime, Weeds. La Sedgwick, invece, già candidata l'anno scorso, si è imposta sulla Ellen Pompeo di Grey's Anatomy, su una visibilmente delusa Evangeline Lilly di Lost e Patricia Arquette, star di Medium, anche lei già candidata l'anno scorso senza riuscire a vincere.
Si è aggiudicato il premio come miglior attrice non protagonista televisiva, invece, Emily Blunt, dando un secondo riconoscimento al cast di Gideon's Daughter, già premiato per il miglior attore protagonista.
Volendo fare un conteggio finale, arriviamo a sommare tre Golden Globes per Elizabeth I, due per Ugly Betty e Gideon's Daughter ed una distribuzione dei rimanenti premi tra gli altri candidati, senza soprese o particolare coraggio nelle scelte, forse nel tentativo di accontentare un po' tutti, senza decretare un vero e proprio trionfatore della serata.