Gli Spietati e Logan: due viaggi verso la fine degli eroi

Cupi, disincantati, stanchi: i film di Clint Eastwood e James Mangold, Gli Spietati e Logan, ci hanno raccontato il tramonto del western e del cinecomic con grande amarezza.

Gli spietati: Morgan Freeman e Clint Eastwood in una scena del film
Gli spietati: Morgan Freeman e Clint Eastwood in una scena del film

Un western dei primi anni Novanta e un cinecomic del 2017. Cosa può unire due film così distanti? Una storia di pistoleri senza perdono e l'avventura di un eroe ormai giunto al capolinea. Cosa possono avere in comune? Gli spietati e Logan sembrano lontani anni luce solo in apparenza, ma nascondono un cuore simile. Un cuore stanco, perché nelle vene di entrambi i film scorrono litri di disincanto e una visione cupa della realtà. E non è un caso che ogni volta che si parla di entrambe le pellicole c'è un aggettivo che torna puntualmente per descriverle al meglio: crepuscolare. Sì, Gli spietati e Logan sono film che ci portano davanti al tramonto dei loro generi.

Logan: Hugh Jackman e Dafne Keen in una foto del film
Logan: Hugh Jackman e Dafne Keen in una foto del film

Con il western e il cinecomic messi davanti a personaggi svuotati di ottimismo, solarità e vecchia gloria. Il vecchio Willy e il non più giovane Wolverine diventano così l'emblema di un nuovo modo di guardare l'epica americana. Due sguardi delusi diretti nella stessa direzione.

Icone emblematiche

Eastwood in una scena de GLI SPIETATI
Eastwood in una scena de GLI SPIETATI

Lo ammettiamo: faremo finta di ignorare l'impressionante somiglianza fisica tra Clint Eastwood e Hugh Jackman. Due attori che sembrano quasi padre e figlio, se non la versione giovane o anziana del collega. Al di là di questa suggestione, è evidente come sia Eastwood che Jackman rappresentino due icone emblematiche all'interno de Gli spietati e di Logan - The Wolverine. Questo perché entrambi gli attori si portano addosso due interi immaginari di cui sono diventati quasi ambasciatori. Il buon Clint è sempre stato sinonimo di selvaggio West, visto che la sua collaborazione con Sergio Leone gli ha riservato un posto nell'Olimpo del genere. Eastwood, da grande autore qual è, ha sfruttato questa percezione del pubblico per vestire i panni di un pistolero molto diverso da quelli del passato. Ne Gli Spietati il suo Willy è un uomo decaduto, che vive letteralmente in un porcile. Vedovo, solitario, e soprattutto tutt'altro che infallibile. L'uomo ha una pessima mira, è pieno di rimpianti e persino goffo nel montare a cavallo. E anche il codice nobile del Far West viene abbandonato: niente duelli alla luce del sole, ma balordi che si sparano alle spalle sotto una pioggia battente.

Logan3
Logan3

Se Clint Eastwood incarna il western, è innegabile che Hugh Jackman sia la personificazione del cinecomic. Tolta la parentesi isolata di Blade, infatti, l'età d'oro dei cinecomic è iniziata con gli X-Men, e da allora l'attore australiano non ha mai smesso di dare anima e corpo per il suo Wolverine. Nonostante l'età sempre più avanzata, Jackman ha dimostrato un attaccamento quasi commovente al personaggio, accompagnandolo in un percorso lungo ben diciassette anni. E proprio come Eastwood nel suo western, qui Jackman si mostra molto diverso rispetto al passato. È invecchiato, è stanco, è malato. Logan si trascina lungo tutta la sua dolorosa avventura on the road. E lo fa in un film che tanti hanno definito una specie di western contemporaneo. Il che ci porta dritti al prossimo punto di contatto.

Eroi stanchi al capolinea: se Logan fosse l'incarnazione del cinecomic

Un mondo malato

Clint Eastwood e Richard Harris in una scena de GLI SPIETATI
Clint Eastwood e Richard Harris in una scena de GLI SPIETATI

Polvere, sabbia e desolazione. Gli Spietati e Logan sono ambientati dentro mondi alla deriva in cui ogni forma di umanità sembra ormai perduta. Infatti, in entrambi i film i protagonisti sono calati dentro atmosfere cupe sia a livello ambientale che sociale. Come accennato poco fa, Gli spietati abbandona il western assolato e luminoso, preferendo sequenze calate dentro interni pieni di chiaroscuri oppure sotto piogge battenti. Eastwood si allontana dal western celebrativo e romantico come Balla coi lupi, perché ha uno sguardo cinico sul Far West. Laddove Kevin Costner aveva costruito epica, Eastwood la distrugge e li smitizza. Gli spietati è un gioco di sopravvivenza, in cui gli uomini di legge sono inaffidabili e in cui regna una diffidenza collettiva dove è impossibile fidarsi gli uni degli altri.

Logan: una foto del protagonista Hugh Jackman
Logan: una foto del protagonista Hugh Jackman

Un mondo spoglio e vuoto proprio come quello di Logan, che non a caso ci ha ricordato tanto le atmosfere post-apocalittiche del videogioco The Last of Us. Il viaggio di Logan è immerso dentro un'America in cui o uccidi o vieni ammazzato, dove i sorrisi sono merce rara e l'affetto di qualcuno è un bene prezioso. Per questo quel sorriso quasi impacciato di Logan nella bellissima scena della cena ci sembra ancora di più un raro lampo di felicità. Perché in Logan, come ne Gli Spietati, l'America non è più una terra piena di sogni da realizzare.

Gli Spietati: il tramonto del cowboy prima del crepuscolo del western

Il tramonto degli eroi

Una scena de GLI SPIETATI
Una scena de GLI SPIETATI

Tutto questo ci porta verso la grande morale di fondo che unisce i due film. Ovvero la sensazione di essere davanti alla fine delle grandi narrazioni. Il western e il cinecomic hanno trovato ne Gli spietati e in Logan il loro lato disilluso, due malinconici canti del cigno che ci hanno raccontato il tramonto degli eroi. È finito il tempo degli uomini valorosi, ci dice Eastwood. Perché ognuno pensa per sé, senza altruismo o ricerca di un bene comune. È finito il tempo degli uomini invincibili, ci sussurra Logan. Perché lui stesso, l'eroe indistruttibile per eccellenza, adesso può morire. Ecco attraverso questi due film, due generi da sempre considerati terreni fertili per raccontare l'epica e l'eroismo americano si riscoprono svuotati di certezze. Gli spietati e Logan sono film destabilizzanti che, senza peli sulla lingua, ci sbattono in faccia la morte, il dolore e il rancore. Due film dedicati a vecchi eroi ormai giunti al capolinea. Due film che, non a caso, si chiudono con una lapide. La pietra tombale sugli eroi positivi del Far West e sugli eroi fatti di adamantio a cui dire addio dopo tanto tempo.