Non può dire ancora nulla sulla nuova attesissima serie animata di Zerocalcare per Netflix, secondo progetto dopo il successo senza precedenti di Strappare lungo i bordi. Giorgio Scorza, CEO di Movimenti Production, che a Cartoons on the Bay ha ritirato il Premio come Studio dell'Anno, ha potuto però raccontare qualcosa sugli altri progetti in corso e riflettere sulla situazione dell'animazione oggi in Italia. Ecco cosa è emerso in quest'intervista a Giorgio Scorza.
Giorgio Scorza: "L'animazione non è un genere, ma un linguaggio"
Tu hai detto che l'animazione è un linguaggio, non è un genere. Perché pensi ci sia questa percezione?
L'animazione troppo spesso viene considerata semplicemente il mezzo per parlare ai bambini, come se ci fosse una sorta di, temo, considerazione di "pubblico di serie B", dal punto di vista della capacità di interpretare il prodotto audiovisivo. Secondo me invece i bambini, almeno fino alla primissima scolarizzazione, sono spietati: vivono di reazioni spontanee e reali, non condizionate dalla moda, dai gruppi a cui appartengono, dalla collocazione geografica e sociale in cui si trovano. Questo aspetto è determinante e quindi se un bambino ti molla come pubblico, è perché non gliene frega niente e non ritornerà più. Questa è una lezione: l'animazione può essere efficace per dire delle cose che diversamente sarebbero difficili da veicolare. Last but not least, nonostante sia un'arte costosa, l'animazione permette di realizzare certe iperboli in un live action sarebbero insostenibili.
Sarà una questione di percezione...
Il Marvel Cinematic Universe è per il 70% animazione, anche se poi li chiamiamo effetti speciali. Del resto l'animazione è una sequenza di fotogrammi, che è alla base del cinema, per cui il fatto che tu abbia dei fotogrammi a 24 frame al secondo, esattamente come nel cinema live action al posto di fotografie e disegni, significa che stai utilizzando il metodo giusto per raccontare la tua storia. Le cose che amiamo di più nella vita alla fine sono quelle che abbiamo visto da piccoli, perché ci hanno toccato nel momento di pura innocenza e spontaneità. Temo sia uno snobismo dimenticarci che siamo stati bambini, come se quella fase debba per forza essere chiusa per sempre.
In fondo ci fa essere quello che siamo oggi. Nonostante l'animazione sia ancora vista in questo modo purtroppo, pensi che possa essere il futuro dello storytelling perché permette paradossalmente qualsiasi tipo di storia?
Non credo sia il futuro in assoluto, perché questo è composto da tanti linguaggi, ma che l'animazione abbia sicuramente un florido futuro davanti: permette di raccontare delle storie che diversamente non sarebbero raccontabili, come dicevo prima, e nella sua estrema finzione riesce a rendere verosimili degli aspetti ed elementi altrimenti inverosimili. Ad esempio, un film come Flee, candidato agli Oscar, una storia così privata e intima, se non fosse stata un'intervista one-to-one con degli elementi animati rischiava di risultare un polpettone oppure un'operazione stucchevole, invece così ha trovato una dimensione di verità pazzesca, come aveva già fatto ad esempio Valzer con Bashir.
Giorgio Scorza e l'animazione in Italia
Il tema di quest'anno di Cartoons on the Bay è stato "Made of Italy" cioè i nostri talenti all'estero. Quanto è un vostro obiettivo come Movimenti evitare la fuga di cervelli e provare una volta per tutte che anche in Italia si può fare animazione per adulti?
Bisogna essere lungimiranti ma non basta. Noi ci crediamo da illo tempore, da quando abbiamo fondato lo studio a Firenze e in seguito la possibilità di gestire 52 episodi, abbiamo preferito averli "in casa" piuttosto che sparsi per il mondo. Un'azienda che crede nel futuro della creatività deve avere quel valore in pancia perché da quel bacino si sono generate altre idee che stiamo sviluppando, persone che fisicamente o meno vedono tutte le fasi di sviluppo. Io ero convinto si potesse fare animazione per adulti, vedo con piacere che anche altri si stanno buttando e stanno seguendo il nostro esempio, fortunatamente abbiamo anche rotto sia a livello di target con Zerocalcare sia a livello di percezione che l'Italia non riuscisse a sostenere a livello di capability certe dimensioni produttive. C'è un potenziale enorme dal mio punto di vista, anche se poi tornando al discorso del linguaggio, l'animazione diventa un valore se sei in grado di ibridarla con altri elementi che probabilmente devono ancora arrivare. Devi sempre pensare da animatore.
A Cartoons on the Bay siete stati premiati come Studio dell'Anno. Si dice che una prova di stima e fiducia porta a fare ancora meglio quello che si sta già facendo, perché questi riconoscimenti servono anche a questo, oltre a far naturalmente piacere al proprio ego. Tu come ti senti a riguardo?
Devo ammettere che noi siamo già abbastanza caricati di nostro, e questo a volte è un problema (ride). La sensazione però è questa: la conferma che quello che abbiamo intrapreso non è un percorso sbagliato, anche se più di una volta ho avuto la sensazione del salmone che risale il fiume e dopo tanta fatica fa una brutta fine (ride). Lo stimolo però è che esiste un pubblico ed è sempre più vasto, che vuole vedere delle storie per adulti nell'animazione, e esiste una serie di talenti che hanno dei soggetti super interessanti da raccontare in animazione. Non è tanto quindi una pacca sulla spalla per noi, quanto una sorta di rimbalzo per tutti quelli che pensano non sia possibile, compresi quelli che si trovano in posizioni complicate per prendere decisioni così "ardite". È come se avessi una carta in più, un pedigree se vogliamo. Se gli altri sanno fanno fare meglio una cosa ma tu sei il primo a farla, hai un tassello a tuo favore. Questa per me è stata la sfida ed è per questo che non abbiamo avuto la minima paura quando abbiamo sentito le aspettative intorno a Strappare lungo i bordi. Forse in modo un po' incosciente.
Ci vuole anche un po' d'incoscienza in questi casi. Questa bulimia dell'offerta attuale nell'intrattenimento e questa nascita sempre più frequente di piattaforme la vedi come un'opportunità o come un ostacolo?
Tutto è un'opportunità, perché non puoi cambiare il treno con binari che vengono orientati da sempre sette-otto realtà e basta. Bisognerà sicuramente da adeguare il sistema di finanziamento, creazione e poi fruizione del progetto. La piattaforma per definizione tende a identificarsi col prodotto che fa e quindi deve finanziare al 100% il prodotto che fa e quindi tu come autore devi sapere che il tuo progetto andrà in tutto il mondo attraverso quella piattaforma lo stesso giorno. Bisogna essere up to date, è sempre una questione di dove sei quando fruisci come utente e quindi cosa ti aspetti. Per me tutto questo è una figata, una sfida, un cambiamento. Per esempio tornare al formato antologico della serialità, però non basta. L'autoconclusivo ha un valore reiterativo che nel bambino è gasante. L'importante è essere lì tra i primi che hanno dei progetti pronti, quando si prendono le decisioni.
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L'animazione preferita di Giorgio Scorza
Se dovessi scegliere tra animazione 2D, stop-motion e 3D/CGI, quale sarebbe e perché?
La scelta della tecnica dev'essere per il 90% funzionale alla storia che devi raccontare. Io nasco come animatore in 2D e credo di conoscerla abbastanza bene, ma abbiamo fondato lo studio per fare il 3D, sono gasato all'idea delle tecniche miste, stiamo portando avanti alcuni progetti ibridi, e anche in stop-motion pura. Quindi non ho una preferenza, anche se nel mio DNA c'è il 2D.
Proprio a proposito dell'animazione in tecnica mista, visto che tu e Davide Rosio (co-fondatore di Movimenti) siete specializzati in quello, che ne pensi del nuovo Cip & Ciop: Agenti Speciali, che ha qualcuno ha definitivo il Chi ha incastrato Roger Rabbit per le nuove generazioni?
Roger Rabbit è Roger Rabbit (ride), è pazzesco per una serie di motivi. Era innovativo di 30 anni, è un filmone, è riuscito a cavarsela in un'epoca di gestione delle lotte per i diritti delle major sui personaggi, un evento che non ricapiterà mai più. Inoltre aveva un regista geniale e visionario che aveva già sperimentato la tecnica, ha un cast pazzesco e soprattutto ha creato delle icone da zero, come Jessica Rabbit e Roger Rabbit, che reggono e vincono la scena da soli, confrontandosi con i personaggi in live action. Cip & Ciop invece secondo me è stato un grandissimo lavoro di non fermarsi al compiacimento della tradizione e rompere il limite, la apprezzo moltissimo. Sono due personaggi che sono stati spesso troppo sottovalutati nell'universo disneyano, ma personalmente li amo molto per tanti motivi, a partire dalla serie animata anni '90 che è stata un'altra genialata all'epoca, quindi per me Cip & Ciop agenti speciali è un grande sì e un grande wow questo nuovo film ma Chi ha incastrato Roger Rabbit? è proprio una pellicola da storia del cinema, proprio un altro universo.
Personalmente ho apprezzato molto il coraggio di mettere sullo schermo vicine animazione 2D e 3D, quasi per tutto il film, nei due protagonisti.
È quello che dicevo prima, se hai lo sguardo da animatore, mescoli tutte le tecniche, non te ne basta una, l'importante è che siano sempre posti in cui ti ritrovi. Ad esempio io ho amato molto I Mitchell contro le macchine, in cui ci sono gli appunti di quaderno, il linguaggio di Instagram, il fumetto e il pulp, un 3D pazzesco ma mascherato da 2D con una texture super analogica mi viene da dire, però da spettatore non pensi per un attimo che sia una tecnica mista, perché è totalmente al servizio della ricchezza della storia. Quando ti fa vedere il mondo algido e disincantato della tecnologia, quel colpo d'occhio è incredibile quando emerge la rivolta delle macchine. Noi abbiamo adesso in produzione una serie con personaggi 2D e fondali in 3D in live action, si tratta di una serie comedy per kids, si intitola Spooky Wolf e andrà sulla RAI ma stiamo già iniziando a pre-distribuirla nel mondo: è il nostro piccolo esperimento di cui sono molto orgoglioso. Solo noi ci preoccupiamo se un personaggio è fotografico o meno, i bambini e i ragazzini se ne fregano delle nostre pippe mentali (ride).
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Ti volevo proprio chiedere cosa potevi dirci dei prossimi progetti in ballo a Movimenti, a parte la nuova serie di Zerocalcare di cui sappiamo che non potete rivelare nulla?
Ecco bravo (ride). Per il resto posso dire che stiamo sviluppando delle serie young adult per gli Stati Uniti, ne sono particolarmente orgoglioso perché sono due progetti nati entrambi dentro lo studio, con il coinvolgimento di autori esterni ma con design, racconto e regia "in casa". Poi stiamo chiudendo il finanziamento del nostro primo lungometraggio in co-produzione con Ideacinema (dita incrociate), l'abbiamo presentato di recente a Cartoon Movie ed è stato opzionato nella short list dei progetti che hanno avuto più riscontri positivi dall'industry. È una storia vera ambientata in Toscana di un'oca che ha perso il becco perché è stata aggredita da una volpe e un veterinario visionario gliene ha dato uno di rame come protesi. Una commedia molto spinta, quasi da mockumentary, su un eroe che è convinto di essere super e in realtà è diverso. Una storia di diversità e unicità, piccolissima ma potentissima. Quest'oca esiste davvero, è ancora viva e gira per le scuole e quando ho visto i ragazzini nelle scuole innamorarsi di lui (è un maschio), del suo vissuto e del fatto che fosse un sopravvissuto, sono stato fiero che fosse italiana.
Stiamo inoltre sviluppando altri progetti seriali e abbiamo iniziato a fare live action, a breve annunceremo dei titoli a riguardo. L'idea è che abbiamo iniziato a lavorare anni fa con un pubblico che aveva cinque anni e oggi ne ha quindici, quindi abbiamo imparato a conoscerlo, al netto che non puoi mai conoscerli del tutto, come i figli. Per noi come animatori sarebbe importante mantenere questo discorso giocando coi generi, dal mockumentary alla sitcom, per target diversi, kids, teen, young adult. Entriamo in punta di piedi, con grande rispetto, ma anche con tanto coraggio e voglia di sperimentare.