Gifted – Il dono del talento: essere geni, diventare genitori

Dopo la brusca interruzione della sua saga dedicata a Spider-Man, Marc Webb torna nel familiare territorio della commedia agrodolce con un film delicato e sincero, dove i protagonisti imparano a crescere insieme.

Gifted - Il dono del talento: Mckenna Grace in una scena del film
Gifted - Il dono del talento: Mckenna Grace in una scena del film

Mary, sette anni, occhi vispi. Mary ha difficoltà a fare amicizia con i suoi coetanei, però conosce benissimo il peso della Germania nell'economia dell'Unione Europea. Mary non va alle feste, però è capace di risolvere complesse equazioni nell'arco di un rapido pensiero. Mary è una bambina particolare, direbbe qualcuno. Strana, unica, speciale, direbbe qualcun altro. Per zio Frank, invece, no. Per zio Frank, Mary deve cercare di normalizzare la sua geniale mente matematica e vivere la sua età ad altezza di bambina. Vita semplice, farsi bastare la semplicità: sono questi gli insegnamenti insistiti e mai insistenti di uno zio travestito da papà, un ragazzo costretto a diventare presto uomo per crescere una nipote su cui ricadono tante, troppe pressioni. Perché c'è chi non è d'accordo con questa visione delle cose, considerata castrante per una bambina così dotata e dal futuro evidentemente già scritto, destinata a grandi cose.

Gifted - Il dono del talento: Mckenna Grace e Chris Evans in una scena del film
Gifted - Il dono del talento: Mckenna Grace e Chris Evans in una scena del film

Grandi cose che zio Frank e i suoi umili lavoretti non potranno garantirle mai. La pensa così l'algida nonna materna, determinata a prendere in custodia Mary e darle il lustro che merita. Contesa tra i progetti della nonna e gli affettuosi doveri di suo zio, la piccola capirà per la prima volta che, oltre i numeri, ci sono problemi che non hanno soluzione certa.

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Gifted - Il dono del talento: Mckenna Grace e Chris Evans in una scena del film
Gifted - Il dono del talento: Mckenna Grace e Chris Evans in una scena del film

2500 giorni insieme

Gifted - Il dono del talento: Lindsay Duncan, Mckenna Grace e Chris Evans in una scena del film
Gifted - Il dono del talento: Lindsay Duncan, Mckenna Grace e Chris Evans in una scena del film

Troppi grattacapi e pochi grattacieli. Forse è stato questo uno dei limiti dello Spider-Man in ricerca messo in scena da Marc Webb nella sua saga dedicata all'Uomo Ragno, avviata tiepidamente con The Amazing Spider-Man e poi abortita con il deludente The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro. Un Peter Parker in perenne ricerca, del suo passato e del suo posto nel mondo, come eroe e come uomo, afflitto dal figlio che non è mai stato e dal fidanzato che non riesce ad essere. A Webb interessano i dilemmi, i personaggi sospesi tra due forze opposte, e torna a parlarne mettendo un bel fardello sulle spalle di Capitan America. Gifted - Il dono del talento sveste Chris Evans del suo atteggiamento imperturbabile e rassicurante per calarlo lentamente nelle responsabilità che non hanno superpoteri a controbilanciarle. Otto anni dopo il sorprendente 500 giorni insieme, Webb ritorna nel terreno della commedia agrodolce, ancora una volta alle prese con un racconto di coppia. Ed è proprio nell'alchimia tra Evans e una meravigliosa Mckenna Grace che Gitfed trova tutta la sua forza. Se il primo ci è sembrato credibile nell'incarnare un uomo semplice e innamorato della normalità, la seconda ci ha folgorato come fece Dakota Fanning ai tempi di Mi chiamo Sam, a rari colpi di naturalezza e spontaneità.

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La ricerca della normalità

Gifted - Il dono del talento: Octavia Spencer e Chris Evans in una scena del film
Gifted - Il dono del talento: Octavia Spencer e Chris Evans in una scena del film

Sospeso tra i problemi matematici dei geni e i dilemmi emotivi dei genitori, Gifted ci fa entrare in punta di piedi nelle vite dei suoi protagonisti. Grazie ad una scrittura semplice ed efficace, accompagnata da una regia sobria che si permette un solo slancio poetico di silhouette al tramonto, Webb dirige un film che diverte e commuove con sincerità, senza sembrare mai ricattatorio con le lacrime dello spettatore. Ne viene fuori un'opera riuscita ed equilibrata, piena di dolcezza, di fatica e di dubbi davvero logoranti per qualsiasi persona con il compito di prendersi cura di qualcuno.

Gifted - Il dono del talento: Jenny Slate e Mckenna Grace in una scena del film
Gifted - Il dono del talento: Jenny Slate e Mckenna Grace in una scena del film

Gifted parte con leggerezza per poi affondare il colpo negli errori con cui gli adulti inquinano le vite dei piccoli, soffocandoli con le loro frustrazioni, con i loro progetti, con il loro egoismo spesso persino involontario. Mentre si ricerca con affanno la normalità e ci si interroga sull'essere degni o meno dell'amore altrui, il film ci suggerisce sottovoce che il talento non è soltanto affare di logaritmi e radici quadrate, ma ha che fare soprattutto con l'essere genitori. Un "mestiere" che si può imparare, vero, ma che sgorga soprattutto da una vocazione. Una vocazione che sa cos'è il sacrificio e fa rima con altruismo.

Movieplayer.it

3.5/5