Gary Oldman: “Il miglior consiglio della mia carriera me l’ha dato Christopher Nolan”

Gary Oldman ha chiuso il ciclo di masterclass della 71esima edizione del Festival di Cannes, raccontando i segreti della sua carriera: da come parta sempre dalla voce per delineare i suoi personaggi, fino all'autocritica feroce.

Un primo piano di Gary Oldman
Un primo piano di Gary Oldman

60 anni appena compiuti, almeno cinque ruoli cult alle spalle - Lee Harvey Oswald, Dracula, Norman Stansfield, Sirius Black e il commissario Gordon, rispettivamente in JFK - un caso ancora aperto di Oliver Stone, Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola, Leon di Luc Besson, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban di Alfonso Cuarón e Batman Begins (ma anche Il cavaliere oscuro e Il cavaliere oscuro - Il ritorno) di Christopher Nolan -, una serie di premi infiniti per la sua ultima interpretazione, quella di Winston Churchill in L'ora più buia di Joe Wright, per cui ha vinto, tra gli altri, Oscar, Golden Globe, BAFTA, SAG, Satellite e Critics' Choice Award (la lista è ancora lunga).

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Eppure Gary Oldman, probabilmente uno degli attori più amati e apprezzati al mondo, sia dal pubblico che dalla critica, non è mai contento di se stesso, come ha detto nel corso dell'ultima masterclass della 71esima edizione del Festival di Cannes. Ciuffo ben pettinato, occhiali dalla montatura nera, sorriso smagliante e un bel completo grigio a righe rosse, l'attore ha confessato di non piacersi quasi mai sul grande schermo: "Se sei un pittore e stai lavorando a un nuovo modo per esprimerti, se stai seguendo un percorso, devi andare avanti. Ogni volta che mi chiedono qual è la mia performance preferita dico sempre: la prossima. Amo alcuni momenti in JFK, alcuni di Stato di grazia con Sean Penn... sono un critico molto severo con me stesso".

Oscar 2018: Gary Oldman con il premio per L'ora più buia
Oscar 2018: Gary Oldman con il premio per L'ora più buia

La sua illuminazione sulla via di Damasco è stata la visione di La luna arrabbiata, film del 1970 diretto da Bryan Forbes, con protagonista Malcolm McDowell: "L'ho visto a 14-15 anni, a una proiezione pomeridiana: c'era qualcosa di Malcolm, una vulnerabilità, quei grandi occhi blu che ti stregano.... e accanto alla vulnerabilità ho visto un senso di minaccia: un cocktail incredibile. È stato un momento rivelatorio: quello che gli alcolisti chiamano risveglio. All'epoca facevo le imitazioni, non studiavo recitazione a scuola, mi limitato a leggere Shakespeare a voce alta. Quando ho visto Malcolm ho capito che volevo fare quello nella vita".

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Imparare le battute e arrivare in anticipo

L'ora più buia: Gary Oldman in un'immagine del film
L'ora più buia: Gary Oldman in un'immagine del film

Una volta deciso che la sua strada era fare l'attore, Oldman ha trovato nella scuola d'arte drammatica un punto di riferimento: a 17 anni tenta di entrare alla Royal Academy of Dramatic Art, frequentata da alcuni dei suoi miti, come Peter O'Toole e Alec Guinness, ma viene respinto, ripiegando sulla Rose Bruford School of Speech and Drama: "Tre anni di movimenti, lezioni di scherma, esercizi... la scuola ti dà disciplina: devi essere puntuale. Quando i giovani attori mi chiedono consigli dico sempre: impara le tue battute e arriva in anticipo".
La voce è il primo aspetto su cui Oldman si concentra per costruire i suoi personaggi: "Sono di South London e ho dovuto lavorare molto sull'accento. Se devo interpretare un personaggio realmente esistito spesso esistono dei filmati e quindi si può sentire la loro voce: in genere parto da lì. Anche per i personaggi inventati comincio dalla voce, poi dal resto".

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Il no iniziale a Dracula

Gary Oldman in una scena di Dracula
Gary Oldman in una scena di Dracula

Non solo è molto esigente con se stesso, ma anche con le sceneggiature: durante la masterclass Oldman ha confessato di aver inizialmente rifiutato praticamente la metà dei ruoli per cui è oggi famoso: "All'inizio, ero ingenuo, ho rifiutato un paio di film: mi avevano proposto di fare uno dei marinai del remake di Gli ammutinati del Bounty, Il Bounty, con Anthony Hopkins e Mel Gibson. Ho detto di no e più dicevo di no più mi offrivano soldi. Il mio gente era furioso: non avevo mai fatto un film e secondo lui non potevo permettermi di rifiutare. Ha minacciato di non rappresentarmi più. Il mio primo film è stato Remembrance, poi Sid e Nancy. Non mi piace quel film, per cui ho anche perso una grande quantità di peso, credo di essere terribile lì. Questo mestiere si basa tutto sulla sincerità: se la tua faccia è in primo piano su uno schermo gigante è importante essere sinceri".

Dracula di Bram Stoker: Gary Oldman in un'immagine tratta dal film di Coppola
Dracula di Bram Stoker: Gary Oldman in un'immagine tratta dal film di Coppola

Non ha fatto eccezione Dracula di Coppola: "Inizialmente ho rifiutato il ruolo di Dracula: non era nella mia lista di cose che volevo assolutamente fare. Ma quando ho scoperto che sarebbe stato Coppola a dirigerlo allora tutto è diventato interessante. Sono andato a Napa a fare l'audizione. Leggendo la sceneggiatura, quando ho letto la frase "ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti" ho pensato che, anche solo per quella battuta, valeva la pena fare il film. È una frase che tutti dovrebbero dire a qualcuno una volta nella vita. Sul set ho lavorato con un cantante lirico: la voce è un muscolo, si può esercitare. Mi mettevo al piano e mi esercitavo sui mezzi toni: con il lavoro puoi abbassare la tua voce. È la stessa cosa che ho fatto per Churchill".

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Il consiglio di Christopher Nolan

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I sette anni in cui ha lavorato alla trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan sono stati uno dei momenti cruciali della carriera di Oldman, non soltanto in termini di fama mondiale, ma anche per il rapporto con il regista: "Durante i sette anni trascorsi a lavorare insieme, Nolan mi ha dato solo un suggerimento: sul set di Batman Begins, che abbiamo girato soprattutto a Londra, sono stato poco, perché, per stare con i miei figli, ho fatto 27 volte andata e ritorno da Londra a Los Angeles. Nolan è stato molto comprensivo: è un padre anche lui e su questo aspetto mi ha reso la vita facile. Il primo giorno di lavoro sul set dovevo girare una scena facile: dovevo uscire dalla macchina, guardare due criminali pestati, dire un paio di battute e andarmene. Abbiamo fatto una prova, Nolan mi ha detto: "La vuoi fare così?". Io ho detto sì, certo. L'abbiamo girata e lui mi ha detto: "In questo momento decidi come sarà il tuo Gordon per tutto il resto del film: c'è molto di più in gioco". Mi ha aperto un mondo. Ho capito che non mi stavo impegnando abbastanza".

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Trovare sempre nuove sfide

Gary Oldman è il prigioniero di Azkaban, Sirius Black
Gary Oldman è il prigioniero di Azkaban, Sirius Black

Dopo tutti questi anni passati a recitare tra teatro e set, Oldman, che ha anche diretto un film nel 1997, Niente per bocca, non ha perso l'amore per il suo mestiere: "Amo recitare, amo gli attori, amo guardare una buona recitazione: molte persone si augurano di vedere gli altri fallire, mentre io rimango affascinato dalla bravura. Mi affascina anche tutto ciò che fa la crew: le luci, la meccanica... stare un set, e in particolare starci da regista, è una grande gioia: usi tutte le arti, musica, costumi, design... sono molto privilegiato a fare quello che faccio".
Oggi, dopo una carriera sfavillante, l'unica preoccupazione dell'attore inglese e trovare sfide stimolanti: "Ho appena compiuto 60 anni, faccio questo mestiere da più di 40: il percorso presenta delle sfide, ma a un certo punto tutto diventa più facile, quindi ne cerchi sempre di nuove. Crescendo hai sempre più responsabilità: devi pagare le bollette, mettere il cibo a tavola, mandare i figli all'università, quindi da una parte devi stare tranquillo, dall'altra sei sempre in attesa del grande ruolo, ma sai che non è una cosa che accade spesso".